
Carnevale: "Mio padre uccise mia madre. L'avevo perdonato, poi si suicidò"
Grande attaccante nel Napoli di Maradona, scopritore di talenti da dirigente dell'Udinese, ma anche un ex bambino che ha perdonato il crimine più doloroso. Andrea Carnevale ha tante storie da raccontare, e lo ha fatto in un libro - “Destino di un bomber” -, portando avanti una battaglia mediatica contro femminicidi e violenze domestiche. Una battaglia che affonda le sue radici nella sua storia personale, quella di chi da bambino ha visto sua madre uccisa da suo padre a colpi d’ascia.
“Da allora mi sento meglio”. Carnevale, intervistato da La Gazzetta dello Sport, spiega che aver raccontato (per la prima volta nel 2024 in un’intervista a Il Messaggero) cosa è successo alla sua famiglia lo ha aiutato: “Ho incontrato tante donne sotto protezione, mi ha colpito. Volevo portare alla luce la mia storia”. Carnevale, in qualche modo, è riuscito a perdonare suo padre, che otto anni - nel 1983 - dopo si tolse la vita mentre era internato nel manicomio criminale di Aversa: “Andavo sempre a trovarlo in carcere, volevo vedere se stava bene. In famiglia non ne abbiamo mai parlato, si suicidò davanti ai miei occhi perché mi aveva aggredito brutalmente. Ho avuto un padre malato. Parliamo di 50 anni fa, non c’erano i mezzi o la medicina di adesso ma, certo, qualcosa si poteva fare. Le avvisaglie c’erano tutte le sere”.
Nel corso della chiacchierata con il quotidiano, Carnevale ha anche raccontato cosa ha significato per lui essere diventato padre e che tipo di genitore è: "Affettuoso e amorevole, non di grande comunicazione ma sto migliorando. Purtroppo non me l’ha mai insegnato nessuno".
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano