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Pergolizzi: "Nel Girone C vedo tre big favorite. Ascoli-Samb? Prevedibili le restrizioni"TUTTO mercato WEB
© foto di Aldo Sessa/TuttoPalermo.net
ieri alle 22:34Serie C
di Tommaso Maschio

Pergolizzi: "Nel Girone C vedo tre big favorite. Ascoli-Samb? Prevedibili le restrizioni"

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Intervenuto nel corso della trasmissione ‘A Tutta C’ in onda su TMW Radio e Il 61 il tecnico Rosario Pergolizzi ha parlato di vari temi relativi alla Serie C partendo dal girone meridionale: “Salernitana, Catania e Benevento, a parte il passato glorioso di società che hanno fatto la Serie B e anche la Serie A, hanno investito e hanno allenatori importanti. Alla fine, credo che siano queste tre le squadre che si giocheranno il campionato. Avevo messo in previsione anche Crotone e lo stesso Trapani, se non avesse avuto i suoi problemi, ma alla fine credo che il campionato se lo giochino loro. Sono tre società importanti, con presidenti importanti”. La sensazione è che questo girone meridionale comporti uno stress da stagione superiore agli altri, per il peso, il valore dell'ambiente. Lei ha parlato di tre tifoserie "spaventose", da Serie A. L'effetto pubblico è importante in ogni angolo di questo girone. È un girone logorante, si vince con la continuità. Qual è il segreto per vincere questo campionato? “Il segreto, secondo me, è la continuità e avere società importanti. Quando hai una società con capacità amministrative, di gestione ed economiche, deve avere la conoscenza e la professionalità per costruire squadre che, in prospettiva, oltre a vincere il campionato di C, siano pronte per la B. Queste società hanno anche la forza del pubblico: quando muovi 1.000-1.500 persone in trasferta, è un fattore troppo importante. Ben vengano queste società di passato glorioso, ma l'importante è che continuino nel tempo. Tante società importanti fanno un anno, due, e poi ricadono nel fallimento. L'importante è la società in sé, la gestione, che ci sia un progetto formativo e una programmazione per rimanere ad alti livelli. Veda il Palermo, non può permettersi di ritrovarsi in Serie D. Con una società così importante, sono convinto che prima o poi lo rivedremo in Serie A. Queste squadre importanti devono stare dove gli spetta, ma con società che guardino al futuro in maniera rosea e con programmazione”. Proprio per far sì che sia tutto figlio di qualcosa di solido e non di una situazione occasionale. Mister, lei oggi allena il Giulianova, ma ha anche allenato l'Ascoli. La porto su una notizia di cronaca che a me dispiace molto, e so che dispiace anche al presidente dell'Ascoli: il derby tra Ascoli e Sambenedettese, attesissimo, si giocherà a porte chiuse. Una sfida che ritorna dopo una vita. La rivalità c'è, ma non poter vivere sugli spalti una sfida del genere è una sconfitta per il nostro calcio “Assolutamente sì. Ma torniamo a un altro problema: le società di città importanti devono avere uno stadio adeguato, che permetta di ospitare sia la tifoseria ospite che quella casalinga con settori giusti. Era prevedibile. A me succede anche in Serie D, appena c'è un derby, è più facile non far venire i tifosi che farli venire, perché serve un'organizzazione perfetta, si deve fermare una città, servono polizia, carabinieri, così è più facile vietare. Ascoli in questo momento, non avendo la curva dei propri tifosi e essendo su quella degli ospiti, sarebbe stato troppo rischioso farli venire. È come avere due curve attaccate con tifoserie diverse, in una partita che manca da 42 anni. Quindi, è vero che non sia giusto, è vero che vietare un derby del genere non è bello, ma era tutto prevedibile”. Vietare è l'operazione più semplice. Forse con un lavoro e un dialogo ci poteva essere una possibilità. Tornando all'Ascoli, il nuovo corso ha riportato entusiasmo. Credo che Ascoli e Arezzo, ancora più del Ravenna (che sta facendo cose bellissime da neopromossa), siano le due piazze che possono giocarsi la promozione alla pari “Avremmo detto anche Ravenna, se non avesse subito quella sconfitta 3-0 della scorsa settimana. Sono tre società importanti, con tifoserie importanti. Ho allenato ad Ascoli e conosco bene quelle realtà. L'Arezzo quest'anno ha costruito una squadra importante. Credo che queste tre squadre si giocheranno il campionato fino alla fine; le altre le vedo leggermente indietro. Quando hai questi presupposti, ben venga e mi auguro che vinca il migliore. Vivendo ad Ascoli, mi farebbe piacere se vincessero, ma la sportività e l'obiettività sono principali: queste tre sono le favorite”.  A proposito di altre piazze, lei ha allenato il Campobasso, che oggi ha vinto in casa della Juventus Under. Un pensiero sul Campobasso e una sua valutazione sulle "seconde squadre". L'Inter Under sta facendo molto bene, l'Atalanta si sta adattando al girone, forse dalla Juventus ci si aspettava qualcosa in più “Per il Campobasso, è una vittoria importante. Quest'anno è stata costruita una squadra diversa e penso possa mirare tranquillamente ai play-off. È una piazza importante dove mi sono sentito a casa e mi hanno trattato benissimo, ho tanto rispetto per loro. Per quanto riguarda le seconde squadre, ritengo che ben vengano se c'è una prospettiva, se si investe sui giovani e non è solo una questione economica occasionale. Non si può gestire come ha fatto il Milan con la sua seconda squadra, retrocedendo: non può succedere. L'Atalanta merita una seconda squadra perché è una società seria che investe sui giovani, è giusto. L'Inter forse è quella che dà più continuità. La Juve, forse è il primo anno che sta stentando, ma chi investe sui giovani va aiutato. Lavorando con ragazzi del 2004, 2005, 2006 ci possono essere alti e bassi. Se serve a costruire un giocatore per la prima squadra della Juventus, o per dargli un futuro in Serie B o A in altre squadre, ben venga. Ci vuole il tempo giusto per i giovani. Tutto va costruito e formato”. Sarebbe limitativo immaginarsele solo come vetrine. L'obiettivo vero dovrebbe essere un percorso per aiutare i nostri giovani a crescere, a maturare, a diventare uomini e poi calciatori “Io penso proprio di sì. Coverciano "sforna" 100-120 allenatori a stagione. Perché sottovalutare il settore giovanile? Deve essere strutturato e deve essere allenato da persone competenti, non è un "secondo lavoro" per iniziare. Il settore giovanile deve essere visto come primo lavoro, va pagato nella maniera giusta. Quando hai in mano un ragazzo di 14, 15, 16, 17 anni, noi siamo il destino di questi ragazzi. La conoscenza, il lavoro, la crescita mentale, il professionismo portato nella mente di questi ragazzi... il loro futuro è nelle nostre mani. Ci vogliono persone competenti e con amore. Abbiamo tanti allenatori a casa che non lavorano. C'è tanto da lavorare nel settore giovanile. Ho allenato la Primavera del Palermo per 4-5 anni: è stata la mia università, è lì che sono venuti fuori giocatori che ora giocano in Serie A e in Champions League. Perché non farlo anche negli altri club? Dobbiamo stare attenti: se investi per uno-due anni sapendo che andrai via, il settore giovanile non lo consideri. Ma se investi in prospettiva, il settore giovanile è la priorità per una società forte che dà stabilità”.