
Krstovic a digiuno, il raffronto con Retegui è incredibile
C’è un dato che inizia a preoccupare l’ambiente nerazzurro: con Atalanta–Slavia Praga, le partite in cui Nikola Krstovic è rimasto a secco salgono a nove su dieci. Un bottino magrissimo per l’attaccante montenegrino, chiamato a raccogliere l’eredità di Scamacca in un momento cruciale della stagione. In assenza del centravanti italiano, frenato dai problemi fisici, la Dea si affida a lui per ritrovare il gol che serve a confermare il livello offensivo degli anni d’oro di Gasperini. Ma finora solo 2 reti all'attivo per Krstovic
UN CONFRONTO INGOMBRANTE – Il paragone con Retegui, suo predecessore ideale in termini di impatto e rendimento, è inevitabile e impietoso. L’italo-argentino, oggi all’Al-Qadisiya, aveva mostrato numeri e cattiveria sotto porta da bomber vero. Krstovic, invece, è un profilo diverso: più uomo di manovra che finalizzatore, utile nel legare il gioco e nel lavoro sporco, ma fin qui poco incisivo negli ultimi sedici metri. La differenza di caratteristiche non deve però diventare un alibi. In una squadra che fatica a concretizzare, l’assenza di gol del suo centravanti pesa come un macigno.
IL PROBLEMA È TECNICO O DI ASPETTATIVE? – È presto per bocciare Krstovic, ma le cifre impongono una riflessione. Forse è la fase di costruzione del gioco che non riesce ancora a valorizzarlo, o forse le aspettative sono state eccessive, considerando che anche a Lecce aveva vissuto due buoni campionati, ma non da bomber implacabile. In Serie A aveva mostrato qualità, sacrificio e capacità di muoversi tra le linee, ma mai la continuità realizzativa che serve a un centravanti di vertice.
IL RUOLO DI JURIC – Toccherà a Ivan Juric trovare la chiave per sbloccarlo. Il tecnico croato sta lavorando per ridare fluidità a un attacco che ha perso brillantezza. Lookman non è ancora tornato il goleador ammirato nella scorsa stagione, Scamacca lotta con la forma e la continuità, e Sulemana, pur talentuoso, non è un uomo da doppia cifra. Senza un riferimento costante in area, la Dea fatica a capitalizzare il volume di gioco che produce.
Juric dovrà decidere se continuare a puntare sulla fiducia in Krstovic o cercare soluzioni alternative: un modulo più offensivo, una gestione diversa del nigeriano o l’inserimento di seconde punte più dinamiche per sfruttarne il lavoro di raccordo.
IN CERCA DELLA SVOLTA – L’investimento fatto su Krstovic resta importante, e l’Atalanta crede ancora nel suo potenziale. Il montenegrino, del resto, ha mostrato spirito di sacrificio e disponibilità, ma deve ritrovare fiducia, istinto e cinismo. Perché senza gol, nessuna squadra ambiziosa può davvero crescere. E in una Dea che vive di ritmo e verticalità, il centravanti deve tornare a essere il fulcro e non un ingranaggio che gira a vuoto.
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