Atalanta, un punto che sa di rimpianto: Lookman risponde a Ricci ma la vittoria sfuma ancora
ATALANTA-MILAN 1-1 (p.t. 1-1)
4’ Ricci (M), 35’ Lookman (A)
Una partita intensa, ma dal sapore agrodolce. L’Atalanta di Ivan Juric raccoglie solo un pareggio (1-1) contro il Milan alla New Balance Arena, e se da un lato può vantare il carattere mostrato dopo lo svantaggio iniziale, dall’altro resta la sensazione di una squadra che continua a lasciare punti per strada.
I rossoneri di Massimiliano Allegri colpiscono subito con Ricci al 4’, complice una deviazione di Ederson, ma la Dea reagisce con personalità e trova il pari al 35’ con Ademola Lookman, autore di un sinistro sotto l’incrocio che infiamma il pubblico bergamasco. Nella ripresa, però, prevalgono l’equilibrio e la paura di perdere: poche emozioni, tante interruzioni e un punto che serve poco a entrambe.
AVVIO SHOCK, REAZIONE DI ORGOGLIO – Il Milan parte forte e colpisce alla prima occasione. Su un corner dalla sinistra, la respinta corta di Ahanor diventa un assist involontario per Ricci, che colpisce al volo dal limite: la deviazione di Ederson spiazza Carnesecchi e regala il vantaggio ai rossoneri.
L’Atalanta, colpita a freddo, ha il merito di non scomporsi e reagisce subito: Hien sfiora il pari di testa, Lookman e Zappacosta alzano i giri sulla sinistra e l’inerzia cambia. Al 20’ arriva però la brutta notizia: De Roon si ferma per una contrattura al flessore sinistro e lascia il posto a Brescianini.
La squadra non si abbatte: dopo le occasioni sprecate da Ahanor e Ederson, al 35’ arriva il gol meritato. Pasalic inventa l’assist, Lookman controlla e con un sinistro perfetto sotto la traversa firma il pareggio. È il suo primo gol stagionale, atteso e liberatorio.
RIPRESA EQUILIBRATA E OCCASIONI SPRECATE – Nella ripresa Juric conferma l’assetto, ma la Dea perde un po’ di brillantezza. Il Milan si affida all’esperienza di Modric, che orchestra i ritmi e guida i giovani, mentre Juric prova a cambiare l’inerzia con Bellanova, Djimsiti, Musah e Samardzic.
L’Atalanta ci prova soprattutto da fuori: Zappacosta impegna Maignan con un gran destro (85’), Musah sfiora il gol dell’ex nel finale, ma manca la precisione. Dall’altra parte, un paio di fiammate di Nkunku e Loftus-Cheek tengono in apprensione Carnesecchi, che però non deve compiere miracoli.
Il finale è più nervoso che tecnico: Brescianini e Gabbia finiscono sul taccuino di Doveri, e il punteggio non cambia più.
TROPPA PAURA DI PERDERE – L’Atalanta chiude con il 56% di possesso e 17 tiri totali, ma solo quattro nello specchio: numeri che raccontano una squadra che costruisce ma non finalizza. Juric può consolarsi con un’imbattibilità che dura da nove giornate in Serie A, ma la vittoria manca dal 21 settembre, e la sensazione è che questa Dea viva di sprazzi, senza continuità.
Il Milan, dal canto suo, esce dalla New Balance Arena con un punto prezioso ma sofferto, confermando le difficoltà offensive già emerse contro Pisa e Fiorentina. Allegri si aggrappa al talento di Modric e alla leadership difensiva di Tomori, ma il Diavolo fatica a rendersi pericoloso.
L’ANALISI – Juric a fine gara ha sottolineato l’atteggiamento positivo della squadra, ma ha ammesso che «serve più cattiveria negli ultimi metri». Un refrain che comincia a pesare. L’Atalanta resta squadra solida e piacevole da vedere, ma il suo problema resta quello di sempre: la mancanza di concretezza. Il pareggio contro il Milan conferma una verità semplice: la Dea gioca bene, ma segna poco. E nel calcio, alla lunga, non basta creare – bisogna colpire.
ATALANTA-MILAN 1-1: un pareggio giusto nel punteggio, ma amaro nelle sensazioni. Perché se la Dea vuole tornare grande, deve imparare a chiudere le partite che domina.
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