Palladino, Bergamo nel destino: il passato che ritorna nella nuova avventura nerazzurra
Per Raffaele Palladino, Bergamo non è soltanto la città che oggi segna il suo nuovo inizio sulla panchina dell’Atalanta: è un luogo che torna ciclicamente nella sua carriera, spesso nei momenti di svolta. Qui ha trovato gol nella sua giovinezza da attaccante, vittorie sorprendenti contro l’attuale club che allena, ma anche sconfitte amare da tecnico avversario. Una relazione fatta di capitoli distanti tra loro, che improvvisamente diventano parte di una storia unica.
GLI ESORDI – Bergamo teatro delle prime firme da professionista
Quando Palladino muoveva i primi passi tra i professionisti, il prato bergamasco gli sorrise come pochi altri. Nelle sue prime due apparizioni allo stadio che oggi porta il nome di New Balance Arena, l’avversaria era l’AlbinoLeffe e il giovane attaccante – appena ventenne – lasciò subito il segno: prima una doppietta decisiva con la Salernitana nel dicembre 2004, poi il gol con la Juventus nel novembre 2006, ancora nel campionato cadetto.
Erano anni in cui Palladino cercava una dimensione precisa: centravanti in gioventù, esterno offensivo nel prosieguo della carriera. Eppure, proprio contro l’AlbinoLeffe, trovò una delle sue migliori frequenze realizzative: quattro reti in tre sfide, tanto da rendere i seriani tra le squadre più perforate del suo percorso professionale.
IL TALISMANO – Le vittorie contro l’Atalanta e il ruolino da avversario
Quando il palcoscenico diventò la Serie A - scrive L'Eco di Bergamo -, le prestazioni bergamasche cambiarono scenario ma non efficacia. Palladino non segnò mai all’Atalanta, ma portò in dote risultati importanti: due successi per 4-0 – con Juventus nel 2008 e Parma nel 2014 – in un contesto in cui la Dea raramente incassava sconfitte così pesanti. In mezzo, il pareggio per 1-1 con il Genoa di un giovane Gasperini, nel 2009, con 90 minuti solidi da titolare.
Sul fronte opposto, nelle tre sfide giocate in casa contro l’Atalanta, Palladino costruì un bilancio favorevole: vittoria con la Juve nel 2007, pari col Genoa nel 2008 e ko solo nel 2016 con il Crotone, nella partita che segnò la prima vittoria atalantina dell’era Gasperini.
LO STRAPPO – Le sconfitte in panchina e l’Atalanta come limite da superare
Se da calciatore Bergamo era sinonimo di rendimento, da allenatore è stata finora una montagna difficile da scalare. Le tre trasferte alla New Balance Arena (due con il Monza, una con la Fiorentina) si sono chiuse tutte con sconfitte: 5-2 e 3-0 nel 2023 contro i brianzoli, 3-2 nel 2024 con i viola.
In totale, nei cinque incroci da tecnico, Palladino ha vinto una sola volta: l’ultimo precedente, un 1-0 ottenuto con la Fiorentina, ma al Franchi. A Bergamo il suo ruolino è netto: l’Atalanta ha sempre avuto la meglio. Un cerchio che oggi, sulla panchina nerazzurra, dovrà necessariamente ridisegnare.
LE CONNESSIONI – Gasp, Juric, Peluso: una rete di relazioni bergamasche
Il rapporto con Bergamo non è soltanto statistico, ma anche umano e professionale. L’incrocio più significativo è certamente quello con Gian Piero Gasperini: prima nella Primavera della Juventus – con cui vinse il Torneo di Viareggio – poi nel Genoa, dove conobbe anche Peluso, oggi suo collaboratore, e altri futuri protagonisti del mondo nerazzurro.
In quel Genoa giocavano Juric, Paro, Bocchetti e Modesto: sei figure che negli ultimi anni hanno ricoperto ruoli tecnici nell’Atalanta tra prima squadra e Under 23.
Non solo Gasp: anche Roberto Donadoni, bergamasco, ha segnato tappe importanti della carriera di Palladino, prima al Livorno, poi in un lungo ciclo al Parma. E ancora, un mosaico di ex atalantini popolò i suoi spogliatoi: da Konko a Ambrosio, da Stendardo a Biava, fino a giocatori come Acquafresca, Paloschi, Floccari, Schelotto, Pinilla, Brivio, Zukanovic, Masi e Pessina.
Una trama fittissima che dimostra come l’approdo sulla panchina dell’Atalanta sia il naturale approdo di un percorso disseminato di legami nerazzurri.
IL PRESENTE – Un debutto simbolico e una prima casalinga dal sapore speciale
Il calendario sembra voler aggiungere un ulteriore livello narrativo: il debutto avverrà a Napoli, città d’origine del tecnico, mentre la prima alla New Balance Arena sarà proprio contro la Fiorentina, l’ultima squadra allenata.
Un intreccio perfetto per aprire un nuovo capitolo, pieno di significati e di inevitabili rimandi al passato.
La storia tra Palladino e Bergamo è quella di un percorso che ritorna, si reinventa e si compie. Gol giovanili, vittorie inattese, sconfitte da avversario e una rete fitta di relazioni tecniche e umane hanno preparato il terreno a una nuova pagina: la più importante. Ora il passato diventa bagaglio, la New Balance Arena il presente e l’Atalanta la sfida che può cambiare la traiettoria della sua carriera.
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