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La ricetta di Palladino per la rimonta: tre regole d'oro, libertà al tridente e il "patto" con LookmanTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:15Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

La ricetta di Palladino per la rimonta: tre regole d'oro, libertà al tridente e il "patto" con Lookman

A Francoforte si è rivista la vera Atalanta: equilibrata ma letale. Il tecnico ha riacceso la luce con poche idee chiare: ecco come ha recuperato i tenori di Dublino.

«Ho rivisto l'Atalanta». La frase che circola nell'ambiente nerazzurro dopo la notte magica di Francoforte non è solo uno slogan, ma la certificazione di un ritrovamento. Quello che è riapparso al Deutsche Bank Park, in quei cinque minuti di furia agonistica che hanno annichilito l'Eintracht, è il tratto distintivo della Dea: la feroce capacità di avere sempre la porta avversaria in testa. Raffaele Palladino, in soli sei giorni di lavoro effettivo, è riuscito a scoccare quella scintilla che mancava da troppo tempo, riaccendendo un attacco che, numeri alla mano, si era arrugginito. Ora la missione è trasferire questa onnipotenza calcistica in campionato, dove la media gol (0,71 nelle ultime 14 gare al netto delle goleade isolate) grida vendetta e richiede una rapida inversione di rotta.

IL RITORNO DEI "TENORI", CAZZOTTI DOPO LE CAREZZE - Non è stata una suggestione, ma un dato di fatto: il "tridente di Dublino" è tornato a suonare la sua musica. Scamacca, Lookman e De Ketelaere hanno giocato con l'antica sfrontatezza, supportati da una contabilità spiccia ma pesante: gol, assist e legni colpiti. I cazzotti che hanno tramortito i tedeschi sono arrivati dopo le carezze psicologiche del nuovo tecnico. Palladino - spiega La Gazzetta dello Sport - ha lavorato sulla testa prima che sulle gambe, trasmettendo concetti semplici: «Positività, serenità e poche idee ma chiare», come ha svelato Scamacca. Una protezione che ha permesso al talento di rifiorire.

LE TRE REGOLE D'ORO, MENO SCHEMI PIÙ FANTASIA - Ma qual è il segreto tattico della svolta? Palladino ha fissato tre dogmi per liberare il potenziale offensivo. Primo: cercare i riferimenti avanzati con più insistenza. Secondo: gli attaccanti devono farsi trovare nelle zone "rosse", quelle dove si fa male. Terzo, e più importante: libertà totale negli ultimi trenta metri. Meno movimenti preordinati, meno spartito rigido e più personalità nel provare la giocata decisiva. Una filosofia che restituisce responsabilità e creatività ai campioni.

LA GESTIONE AD PERSONAM, IL PATTO CON ADEMOLA - La rinascita passa anche dalla gestione individuale. Con Scamacca, il mister ha lavorato sull'autostima, facendogli una radiografia delle sue qualità. Con De Ketelaere il dialogo è stato tattico: va bene l'applicazione difensiva e la duttilità da ex centrocampista, ma l'imperativo è toccare più palloni in area. E poi c'è Lookman. Con il nigeriano, Palladino ha stretto un vero e proprio patto d'onore: azzerare il passato, cancellare le ruggini e ripartire da zero. «Se segui le regole, da me avrai solo indicazioni tecniche». Una chiarezza che Ademola ha ripagato sul campo, tornando a essere devastante.

OBIETTIVO RIMONTA, L'ATALANTA E BASTA - Ora non si tratta più di fare paragoni con l'era Gasperini o con la parentesi Juric. Quella vista in Germania è l'Atalanta e basta: fedele al suo codice genetico aggressivo, ma con una nuova consapevolezza. I cinque minuti di Francoforte devono diventare lo standard per la Serie A, perché per risalire la china serve che la legge del gol torni a essere la norma, non l'eccezione.

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