Alessandro Ruggeri a tutto campo: "Dopo Gasp dura per tutti, Conte un signore vero. Koopmeiners e il mistero Costinha, vi dico tutto"
Dall'eredità pesante di Gasperini ai retroscena storici su Conte e Costinha, fino all'analisi spietata sul "mal d'Atalanta" che colpisce chi lascia Bergamo. Alessandro Ruggeri, ex presidente e oggi intermediario, apre il libro dei ricordi e analizza il momento nerazzurro senza filtri, benedicendo il nuovo corso Palladino e svelando verità mai dette su alcune pagine cruciali della storia del club.
L'EREDITÀ DI GASPERINI E IL PARALLELO JURIC - Chiunque si sieda sulla panchina della Dea oggi deve fare i conti con un fantasma ingombrante. Ruggeri è netto: «Chiunque dopo nove anni di Gasperini avrebbe avuto problemi. Sei penalizzato in molte dinamiche, dopo un ciclo del genere sarebbe stato difficile per tutti». Sul paragone tra la scelta (passata) di Juric e quella storica di Gregucci ai suoi tempi, l'ex patron distingue: «Per me ci sono particolari molto differenti. Noi andammo su Gregucci perché la prima idea, Antonio Conte, non se la sentì di lasciare il Bari per onestà verso i Matarrese. Quando lo prendemmo dopo, eravamo andati lunghi coi tempi e senza la preparazione di Ventrone».
IL RETROSCENA SU CONTE - Proprio sul tecnico salentino, oggi al Napoli, Ruggeri spende parole di miele - nella sua lunga intervista a TMW -, smentendo la narrazione di un addio burrascoso nel 2010. «Il ciclo di Antonio non è stato terribile, tutti dicono che è stato mandato via ma la verità è che Conte è stato un signore. Sapeva che avrei dovuto licenziarlo e ha preferito dimettersi, rinunciando a tutti i soldi. Si è dimostrato un uomo vero». E sul suo presente: «Sono felice sia rimasto a Napoli per completare il ciclo, lì può dare veramente tanto».
FIDUCIA A PALLADINO E IL SOGNO KLOPP - Il presente si chiama Raffaele Palladino e l'endorsement è totale, basato su un "talent scout" d'eccezione. «Se è stato scelto da Berlusconi e Galliani quando allenava la Primavera vuol dire che hanno visto qualcosa di importante. Spero possa fare bene anche a Bergamo». E alla provocazione su un ipotetico arrivo di Jurgen Klopp, Ruggeri sorride: «È uno dei miei preferiti... Fosse arrivato sarei ritornato allo stadio volentieri dopo tanti anni».
KOOPMEINERS E IL FATTORE BERGAMO - L'analisi si sposta sul mercato e sulle difficoltà di Teun Koopmeiners alla Juventus. Per Ruggeri, è l'ennesima vittima della sindrome dell'ex: «Sono usciti tanti giocatori dall’Atalanta che non si sono confermati. Gasperini crea un'alchimia ed è facile sbagliarsi. Koop è fortissimo, ma paga il prezzo del cartellino: fosse costato 20 milioni nessuno direbbe nulla. A Bergamo stai da Dio, è il posto ideale per esplodere, penso anche ai casi storici come i gemelli Zenoni o Donati».
LA VERITÀ SU COSTINHA - Infine, viene sfatato uno dei miti negativi della gestione Ruggeri: il "caso" Costinha, colpo del Centenario finito nel dimenticatoio. Nessun boicottaggio, solo un errore di valutazione. «Era il calciatore che guadagnava di più. Non credo al boicottaggio: se uno guadagna così tanto e non gioca c’è un motivo, probabilmente era arrivato alla fine di un ciclo. Ha fatto due anni e mezzo su un lettino di fisioterapia, rifiutando la risoluzione. La verità? È stato un acquisto sbagliato».
SARTORI E LA SOCIETÀ - Chiusura con onore delle armi alla famiglia Percassi e all'ex DS Sartori. «Siamo super soddisfatti di aver ceduto a una proprietà sana, solida e che sa fare calcio» ammette Ruggeri, che poi incorona l'attuale dirigente del Bologna: «Se devo indicare un dirigente che ha fatto qualcosa di clamorosamente positivo vedo Sartori. Quello che ha fatto in nerazzurro e ora in rossoblù non è casualità».
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