Dallo sfarzo europeo al fango della risalita: quaranta giorni per salvare la stagione in Serie A
Il sipario cala temporaneamente sul palcoscenico più prestigioso. Con i playoff in cassaforte e il sogno della Top 8 ancora vivo, la Champions League va in letargo per quaranta giorni, lasciando l'Atalanta di fronte alla sua realtà più cruda: quella di una classifica domestica che non ammette più distrazioni. La dicotomia della stagione nerazzurra impone ora un drastico cambio di focale: se l'Europa è stata finora il giardino delle delizie, la Serie A rischia di trasformarsi in un purgatorio senza via d'uscita se non si inverte immediatamente la rotta. Il dodicesimo posto attuale è una ferita aperta che richiede una sutura immediata, perché i punti, paradossalmente, oggi pesano molto più in provincia che nelle notti di gala.
L'ARITMETICA DELLA SPERANZA – La strada per la Champions, attraverso il campionato, appare oggi come una scalata himalayana, simile a quella sfiorata dalla Roma di Ivan Juric lo scorso anno. Tuttavia, l'accesso alle competizioni "minori" resta un obiettivo concreto, seppur subordinato a un complesso domino regolamentare. Oltre ai piazzamenti canonici (quinto e sesto posto per Europa League e Conference), esistono due variabili impazzite capaci di allargare le maglie della qualificazione. La prima è la "variabile Coppa Italia": se il trofeo finisse nella bacheca di una squadra già qualificata tra le prime sei (scenario statisticamente probabile, con poche eccezioni recenti come il Bologna o la Lazio del 2019), il settimo posto diventerebbe un pass valido per l'Europa.
L'EFFETTO RANKING E L'IPOTESI OTTAVO POSTO – La seconda variabile è legata al coefficiente UEFA stagionale. L'Italia, in piena bagarre con Germania e Spagna per inseguire l'Inghilterra, potrebbe nuovamente beneficiare dello slot extra per la Champions. Se il nostro Paese dovesse chiudere tra i primi due posti del ranking, il meccanismo a scalare potrebbe rendere nobile persino l'ottava piazza, trasformandola nell'ultimo vagone utile per la Conference League, replicando quanto accaduto alla Fiorentina nel 2023/24. In sintesi: puntare al sesto posto è la garanzia assoluta, il settimo è una ragionevole certezza, l'ottavo una speranza concreta.
CACCIA GROSSA: COMO E JUVE NEL MIRINO – Calcolatrice alla mano, la rincorsa di Raffaele Palladino ha obiettivi precisi. Il Como, sesto, dista otto lunghezze; la Juventus, settima, è avanti di sette punti. Il Sassuolo, ottavo a +4, rappresenta il primo scoglio accessibile. Per rientrare nel giro che conta, i nerazzurri dovranno scavalcare una folta concorrenza che include Udinese, Cremonese e Lazio. Il margine di errore è azzerato: se la quarta piazza occupata dalla Roma (+11) appare oggi come una chimera, e il quinto posto del Bologna (+9) è un miraggio lontano, consolidare la posizione in zona Conference è il primo passo obbligato per non gettare al vento il futuro internazionale del club.
LE SCORCIATOIE E LE UTOPIE – Esistono tuttavia percorsi alternativi - ha approfondito L'Eco di Bergamo - che prescindono dall'aritmetica della Serie A. La via più pragmatica porta alla Coppa Italia: vincerla garantirebbe l'accesso diretto all'Europa League, una "scorciatoia" che Palladino intende percorrere con la stessa fame che aveva il suo predecessore Gian Piero Gasperini. C'è poi la strada dell'utopia, quella che porta ad alzare la Champions League stessa: un sogno proibito, certo, ma per una squadra che in Europa viaggia a velocità doppia rispetto al campionato, porsi limiti potrebbe essere l'unico vero peccato.
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