ESCLUSIVA TA - Comuzzo-Atalanta, atto secondo. La crisi Viola cambia tutto, la Dea e Palladino preparano l'affondo
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. La massima vendittiana si presta perfettamente alle dinamiche del calciomercato, dove i fascicoli archiviati in estate spesso riappaiono, prepotenti, sulle scrivanie dei direttori sportivi in inverno. È il caso di Pietro Comuzzo, il classe 2005 che l'Atalanta aveva cerchiato in rosso, corteggiato e infine dovuto abbandonare negli ultimi giorni di agosto di fronte alle barricate erette dalla Fiorentina.
LO SCENARIO STRAVOLTO - Se tre mesi fa la richiesta di 30 milioni più 5 di bonus sembrava un dazio insormontabile per un talento cristallino ma ancora grezzo, oggi la geopolitica della Serie A racconta una storia diversa. La Fiorentina naviga in acque tempestose, ancorata all'ultimo posto in classifica con appena 6 punti. Una crisi tecnica e di risultati che, inevitabilmente, si riflette sul valore del patrimonio giocatori. Secondo quanto appreso in esclusiva da TuttoAtalanta.com, le valutazioni di mercato sono mutate: il cartellino del difensore, pur blindato da un contratto in cassaforte (scadenza 30 giugno 2029 con opzione per un ulteriore anno), ha subito una flessione stimata attorno ai 10 milioni di euro rispetto alle pretese estive. Oggi la base d'asta si aggira sui 25 milioni (dato Transfermarkt), una cifra che ingolosisce non poco dalle parti di Zingonia.
IL FATTORE PALLADINO, 44 GETTONI E FIDUCIA TOTALE - In questo scenario di mercato, c'è una carta che l'Atalanta può calare sul tavolo verde e che vale più di qualsiasi offerta economica: la presenza di Raffaele Palladino. Il tecnico non è uno spettatore passivo, ma il vero sponsor dell'operazione. Proprio sotto la sua guida tecnica, nella scorsa stagione in riva all'Arno, Comuzzo ha vissuto la sua definitiva consacrazione, trasformandosi da promessa a titolare inamovibile. I numeri del loro sodalizio parlano chiaro e raccontano di una fiducia cieca: 44 presenze complessive tra Serie A, Coppa Italia e il lungo cammino in Conference League, per un totale di ben 3.052 minuti giocati. Il difensore conosce a memoria i codici tattici e le richieste dell'allenatore: un dettaglio che azzererebbe i tempi di inserimento e che potrebbe spingere il ragazzo a forzare la mano per riabbracciare il suo "mentore" calcistico a Bergamo.
NECESSITÀ E OPPORTUNITÀ - Perché l'Atalanta dovrebbe tornare alla carica? La risposta risiede nell'incastro tra necessità contingente e visione prospettica. Il reparto arretrato di Raffaele Palladino, pur solido, necessita di un innesto di qualità per il presente e il futuro. Con Djimsiti da valutare attentamente costretto ad alzare bandiera bianca nella ripresa della sfida contro il Cagliari a causa di un risentimento al flessore destro al netto della certezza Hien, ha bisogno di ossigeno, l'inserimento di un centrale giovane ma già rodato sarebbe la mossa perfetta. Comuzzo rappresenta l'identikit ideale: italiano, fisico, abile nella marcatura e con margini di crescita esponenziali che il "laboratorio Atalanta" saprebbe valorizzare come nessun altro.
IL PARADOSSO VIOLA - Resta da scardinare la resistenza della Fiorentina. Cedere uno dei propri gioielli nel momento più buio della stagione potrebbe sembrare un autogol mediatico per la dirigenza toscana, ma le logiche di bilancio e la necessità di fare cassa per rifondare la rosa a gennaio potrebbero imporre scelte dolorose. L'Atalanta, forte della sua posizione di forza in classifica e di una liquidità importante garantita dal percorso in Champions, osserva sorniona. Non è più solo una suggestione: il nome di Comuzzo è tornato prepotentemente nei radar. Se in estate fu un "no" secco, a gennaio, con le giuste argomentazioni economiche, la porta potrebbe socchiudersi.
I numeri di Comuzzo in stagione
| Serie A | 9 | 570' |
| Conference League | 5 | 295' |
| Qual. UECL | 2 | 155' |
| TOTALE | 16 | 1.020' |
Dati Transfermarkt
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