ESCLUSIVA TA - «A Guardia di una fede» diventa eterno, Zambelli: "Il film fissa la nostra storia. L'Atalanta di Palladino? Coraggio e mentalità da Curva"
Dopo un viaggio trionfale attraverso le sale cinematografiche di mezza Europa, con oltre 200 proiezioni e più di 20.000 spettatori paganti, il documentario "A Guardia di una fede" trova la sua casa definitiva. L'opera diretta da Andrea Zambelli, che narra l'epopea della Curva Nord dell'Atalanta e la figura carismatica di Claudio "Bocia" Galimberti, è finalmente disponibile in DVD. Un passaggio fondamentale non solo per il mercato home video, ma per la storia stessa del tifo bergamasco: il film, prodotto da Lab80 film, si trasforma da evento cinematografico a documento tangibile, uno strumento per fissare una memoria collettiva spesso marginalizzata dalla narrazione ufficiale. In occasione di questa uscita, Zambelli ci ha concesso un'intervista esclusiva ai nostri microfoni di TuttoAtalanta.com, legando il filo rosso della storia ultras all'attualità vibrante delle notti di Champions League e all'impatto della nuova gestione tecnica.
Andrea, dopo un tour lunghissimo e un successo di pubblico straordinario nelle sale, arriva finalmente l'uscita in DVD. Perché era così importante per voi trasferire quest'opera su un supporto fisico e duraturo?
«Finalmente ci siamo. Dopo oltre 200 proiezioni e più di 20.000 spettatori raggiunti in diversi paesi d'Europa, l'uscita del DVD rappresenta un tassello cruciale. Siamo estremamente contenti perché, sebbene le proiezioni in sala restino un momento insostituibile per la ritualità che si crea e per la profondità del dibattito che ne consegue, ci tenevamo a fissare la memoria. Il DVD è, per sua natura, uno strumento di conservazione. Volevamo cristallizzare questa storia del tifo organizzato atalantino, che ritengo importantissima e che troppo spesso viene rimossa o filtrata dal racconto ufficiale. Ora quella storia è lì, accessibile e preservata per sempre».
Parlando proprio di quella passione che il film racconta, la recente notte di Champions League contro il Chelsea sembra aver riacceso una scintilla speciale. Che sensazioni ha percepito dalla Curva?
«A dire il vero, martedì contro il Chelsea ho risentito un'energia pazzesca in Curva. Credo sia stato un mix di fattori: la tipologia di partita, l'atmosfera notturna, il blasone dell'avversario. Affrontare una corazzata come il Chelsea, così forte anche economicamente, fa scattare quel meccanismo di "Davide contro Golia" che ci esalta. Quando l'Atalanta è in Champions, questo senso di sfida si amplifica. In questi anni ci siamo tolti soddisfazioni incredibili – pensiamo al 3-0 di Anfield contro il Liverpool – e contro i Blues si è sentita di nuovo una serata magica. Il volume del tifo che abbiamo sviluppato è stato molto forte, c'era una partecipazione totale».
Crede che questo entusiasmo ritrovato sugli spalti sia anche una conseguenza diretta di ciò che si vede in campo? Come giudica l'impatto di Raffaele Palladino e del suo approccio tattico?
«Assolutamente, l'atmosfera era figlia anche di quello che si vedeva sul terreno di gioco. Si è notato un atteggiamento diverso: più propositivo, votato all'attacco, votato al rischio. Personalmente non c'è niente da fare, a me piace quando la squadra gioca così: quando dà tutto, prova a vincerla con coraggio e determinazione, accettando anche il rischio di poterla perdere pur di giocarla a viso aperto. Penso che il nuovo allenatore abbia portato questo tipo di mentalità. È forse presto per dare giudizi definitivi dopo poche partite, però abbiamo visto qualcosa di diverso. Anche qualche guizzo di fantasia, come la mossa di sabato contro il Cagliari di schierare Samardzic come quinto, scompigliando i piani e avvantaggiandosi della tecnica. Mi piace questa audacia».
Un doppio binario che unisce la storia del tifo all'attualità del campo. Il DVD di "A Guardia di una fede" (disponibile sul sito di Lab80 film e nei migliori store, arricchito da 30 minuti di extra e un libretto dedicato) diventa così il custode di un'identità che continua a vivere e a rinnovarsi ogni maledetta domenica. O ogni magico martedì di coppa, onorando quella "fede" che Zambelli ha saputo raccontare con maestria.
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