
Dea, serve (almeno) un attaccante vero
È finita l’epoca del “ci penseremo”. L’Atalanta, terza forza dell’ultimo campionato e squadra che ha conquistato l’Europa con merito e identità, non può permettersi di affrontare la stagione 2025/26 senza una prima punta di ruolo accanto – o in alternativa – a Gianluca Scamacca.
Scamacca non basta, e non deve bastare. Il centravanti romano è reduce da una stagione praticamente cancellata da due infortuni consecutivi. Inutile negarlo: è un patrimonio tecnico da tutelare, da reinserire con prudenza, da gestire nei carichi e nei tempi. Affidarsi esclusivamente a lui per reggere il peso offensivo della squadra sarebbe un atto di fede più che una scelta strategica. Ma già sappiamo che non sarà così, perchè l'entourage di mercato nerazzurro è sul pezzo e siamo certi che sta lavorando per rinforzare ulteriormente la rosa, soprattutto al cospetto di cessioni pesanti.
Retegui e Lookman: addii (o quasi) che pesano. L’Atalanta ha già salutato Matteo Retegui, uno che i gol li sa fare e li ha fatti. Ottimo affare, grande plusvalenza, sì. Ma intanto li hai persi. E con Ademola Lookman sempre più orientato a cambiare aria, a maggior ragione se dovesse concretizzarsi l’accordo con l’Inter, la Dea rischia di perdere un altro tassello da doppia cifra. La realtà è semplice: senza Retegui e senza Lookman, l’Atalanta parte con meno gol nelle gambe. Numeri alla mano, servono rimpiazzi. Non suggestioni, non scommesse. Attaccanti.
L’illusione delle soluzioni interne. L’amichevole contro l’Under 23 ha regalato entusiasmo, ma anche conferme scomode. Toure ha corsa, energia e impegno. Ma non è un centravanti. Maldini è un trequartista-seconda punta. Pasalic, schierato falso nove, ci riporta a un déjà vu che appartiene più alle emergenze dell’era Gasperini che a un progetto strutturato per affrontare tre competizioni ad altissimo livello. E Vlahovic? Il capocannoniere dell’Atalanta Under 23, con un debutto già alle spalle in Serie A, è stato mandato in prestito secco allo Spezia senza nemmeno una chance nel ritiro. Un’occasione di valutazione sfumata in silenzio. Sicuramente avrà modo di crescere e consacrarsi ulteriormente, basti vedere l'exploit di Pio Esposito proprio nel club ligure nella passata stagione in cadetteria.
Mercato, adesso o mai più. Serve un attaccante, anzi due. Il tempo non manca, ma va sfruttato con lucidità. I nomi che circolano sono tanti: Arokodare dal Genk, Krstović dal Lecce che non fa sconti, Beto come ritorno di fiamma, persino Chiesa in un ruolo più avanzato e duttile alla causa. Ma la vera esigenza è un centravanti che conosca il campionato italiano, che sia pronto subito e che sappia legare il gioco, finalizzare, portare peso specifico in area. È per questo che i profili da Manchester di Zirkzee e Højlund – quest’ultimo con il fascino del ritorno – restano più che mai attuali.
Un’Atalanta da Champions. Questa Atalanta ha un’identità precisa, una rosa forte in mezzo al campo e un nuovo allenatore che promette intensità, coraggio, verticalità. Ma sicuramente servono ulteriore soluzioni offensive. Siamo a metà del calciomercato e tutto è ancora possibile, a Lipsia ci saranno ulteriori risposte.






