
Xavier Jacobelli: "Atalanta, personalità e giovani da lanciare: Juric non ha paura di osare"
In un momento delicato ma ricco di segnali di crescita, l’Atalanta si prepara alla sfida casalinga di Champions League contro il Bruges. Alla vigilia, il giornalista Xavier Jacobelli, intervenuto ai microfoni di BergamoTV, ha analizzato i progressi della squadra di Juric, sottolineando la personalità mostrata contro avversari di livello come Torino e Juventus e l’importanza di puntare sui giovani. Dal fenomeno Carnesecchi al talento cristallino di Honest Ahanor, passando per il coraggio del tecnico croato, Jacobelli ha tracciato un quadro chiaro della Dea attuale e del suo futuro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Quanto è importante per l’Atalanta la partita con il Bruges dopo la sconfitta di Parigi?
«Dopo lo stop con il PSG è fondamentale ripartire subito. Il Bruges è un avversario di grande tradizione, capace di lanciare negli anni tanti giovani talenti: Kossounou, ad esempio, è passato da lì. L’Atalanta deve sfruttare la voglia di rivalsa e l’occasione di giocare davanti al proprio pubblico. Vincere significherebbe dare una svolta alla classifica europea e alimentare la fiducia».
Che giudizio dà delle prestazioni con Torino e Juventus?
«Mi ha colpito la personalità della squadra, nonostante le assenze e i tanti infortuni. Contro il Toro addirittura ci sono stati due stop durante la gara, ma la Dea ha saputo reagire. Anche all’Allianz Stadium, contro una Juve forte e compatta, l’Atalanta ha mostrato carattere. Juric sta costruendo un gruppo che non conosce ancora i suoi limiti e continua a spostarli più in là».
Parliamo di Carnesecchi: quanto è cresciuto?
«È un portiere fenomenale, già da Nazionale. L’unico problema, se così si può dire, è che davanti a lui c’è Donnarumma, che a soli 26 anni ha già 76 presenze in azzurro. Carnesecchi, a 25 anni, sta dimostrando partita dopo partita un rendimento eccezionale. È la conferma di quanto sia stata preziosa l’intuizione di Mihajlovic quando lanciò Donnarumma a 16 anni nel Milan: anche Marco ha tutte le carte per diventare un punto fermo della Nazionale».
Che impressione le ha fatto Honest Ahanor?
«Incredibile: a 17 anni ha la personalità di un veterano. Ha già debuttato a 16 anni nel Genoa, diventando il primo 2008 a scendere in campo in Serie A. Juric gli ha dato fiducia contro la Juve senza esitazioni, confermandolo titolare senza neppure prevedere un ballottaggio. È un segnale fortissimo: l’Atalanta, ancora una volta, dimostra di saper valorizzare i giovani».
C’è un filo che lega Ahanor ad altri talenti italiani emergenti?
«Assolutamente sì. In questo weekend abbiamo visto Pio Esposito segnare il suo primo gol in Serie A e Camarda andare in rete con il Lecce. L’Atalanta si inserisce in questa scia virtuosa: i giovani ci sono e bisogna avere il coraggio di lanciarli. Juric lo sta facendo, e giocatori come Bernasconi o Ventumani, già testati anche in Champions, lo confermano. È un investimento sul futuro, ma anche una scelta che porta risultati immediati».
Per Jacobelli l’Atalanta è una squadra in evoluzione, capace di crescere attraverso le difficoltà e di costruire il futuro sui giovani. Con un portiere già maturo come Carnesecchi e un talento emergente come Ahanor, la Dea può guardare avanti con fiducia. Il coraggio di Juric nel lanciare i ragazzi e la personalità dimostrata in campo sono i tratti distintivi di un progetto che continua a sorprendere.
@ Riproduzione Riservata





