
Ahanor sfida Cancellieri: talento e maturità, quando il futuro è già presente
Sarà una delle sfide più affascinanti del match tra Atalanta e Lazio. Da una parte Honest Ahanor, il difensore prodigio che gioca con la calma dei veterani; dall’altra Matteo Cancellieri, l’attaccante che sta vivendo il momento più brillante della sua carriera. Due percorsi opposti, un punto in comune: il talento che brucia le tappe.
AHANOR, IL GIOVANE CHE NON SBAGLIA – Non ha ancora compiuto 18 anni, ma sembra nato per stare al centro della difesa. Ahanor è la rivelazione di questo inizio di stagione, non solo per la Dea ma per tutta la Serie A. Pagato 20 milioni (16 di parte fissa e 4 di bonus) dal Genoa, il suo arrivo aveva suscitato qualche perplessità. Oggi quelle voci sembrano lontanissime. Juric lo ha lanciato per necessità, ma il ragazzo ha risposto con una maturità disarmante, guadagnandosi spazio e fiducia. «Honest ha avuto spazio per emergenza, ma poi se l’è tenuto per merito. Ha dimostrato di starci», ha sottolineato l’allenatore croato. E ora, con il passaporto italiano in arrivo a febbraio, l’Atalanta si ritrova tra le mani un talento destinato a segnare il futuro.
CANCELLIERI, ESPLOSIONE ATTESA – Dall’altra parte del campo, Matteo Cancellieri ha finalmente trovato continuità e concretezza. Tre gol nelle ultime due partite raccontano il suo momento d’oro, ma la crescita è iniziata già settimane fa, con prestazioni sempre più incisive. Con diverse assenze pesanti, Sarri si affida a lui per dare profondità e velocità alle ripartenze biancocelesti. «Ora gioca sfruttando le sue qualità – ha spiegato il tecnico –; deve muovere la palla rapidamente e attaccare gli spazi. Se si intestardisce nell’uno contro uno, si perde». Una maturità tattica che sta completando la sua evoluzione da promessa a certezza.
DUE STRADE, UN SOLO DESTINO – In un calcio che spesso guarda all’età prima del merito - rimarca La Gazzetta dello Sport -, Ahanor e Cancellieri rappresentano l’eccezione. Il primo difende come un trentenne, il secondo attacca con l’entusiasmo di un ragazzo che non teme più il salto di qualità. Se per la Lazio il numero 20 è diventato l’uomo simbolo della rinascita, per l’Atalanta Ahanor è la garanzia del futuro. Due storie diverse, ma lo stesso messaggio: il talento non ha carta d’identità.







