Ungheria, il CT Rossi: "Mi manca il lavoro quotidiano, ma prima voglio conquistare il Mondiale"
Nel corso di una lunga intervista concessa al quotidiano BresciaOggi, il CT dell'Ungheria Marco Rossi parla della sua esperienza alla guida della Nazionale ungherese e del suo futuro: "Un mese fa mi hanno dato la cittadinanza, ora ho il doppio passaporto. Ormai vivo a Budapest da tanto tempo. Se voglio fare bene il mio mestiere di ct, devo stare qui. In futuro non so cosa accadrà. Di recente ero ospite a una trasmissione sportiva della Tv di Stato ungherese e mi hanno chiesto se rimarrò qui per sempre. Tra il serio e il faceto ho risposto che non dipende tanto da me, ma dai risultati. Nel calcio, come nella vita, non c’è certezza di nulla. Bisogna sempre pensare a un eventuale piano B. In linea di massima l’intenzione mia e del mio staff è rimanere qui fino alla scadenza del contratto, il 31 dicembre 2025, alla fine delle qualificazioni per il Mondiale".
Sarebbe una prima volta per lei con l’Ungheria.
"Sì, la prima volta per me ma un ritorno per l’Ungheria dopo 40 anni: l’ultimo lo fece in Messico nel 1986. Una sfida molto stimolante. Lavoro con ragazzi giovani, giovanissimi e meno giovani, tutti molto professionali, alcuni autentici talenti. Ma c’è un cruccio. Mi manca il lavoro quotidiano sul campo".
Tornerebbe ad allenare un club, magari dopo i Mondiali del 2026 con l’Ungheria?
"Non mi dispiacerebbe. Nel club puoi determinare di più, in Nazionale i giocatori li vedi solo per qualche giorno".