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Sarri detta il suo manifesto: vincere per aver giocato bene. Senza fardelliTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 11 dicembre 2019, 11:00Serie A
di Ivan Cardia
fonte inviato a Leverkusen

Sarri detta il suo manifesto: vincere per aver giocato bene. Senza fardelli

“Dobbiamo trovare il gusto di essere sempre e comunque padroni della partita”. Giocare, sempre. Ad alta velocità, anzi altissima. Cambiare mentalità. È stato davvero difficile, in giornate segnate anche dall’intervista di Allegri al Corriere della Sera, non leggere dei riferimenti più o meno velati al suo predecessore nelle parole di Maurizio Sarri. L’allenatore della Juventus, sgravato dal fardello della necessità dei tre punti stasera contro il Bayer Leverkusen, ha trovato il tempo di scherzare, sorridere, trasmettere serenità. E dettare un Bignami del suo manifesto calcistico. Da applicarsi anche questa sera. Perché in fin dei conti, Sarri i tre punti li vuole eccome, li vuole comunque.

Semplicemente, a modo suo.

Giocare per il gusto di giocare, vincere per l’onore di essere superiori all’avversario. Sarri ha chiesto una partita di altissimo livello ai suoi, anche perché chiamato a dare una risposta alle inevitabili critiche successive alla sconfitta contro la Lazio, una rarità per chi allena la Juve. L’ha chiesta in termini di prestazione, non certo di risultato, quasi a rinfocolare la dicotomia tra chi dice che conti solo l’una e chi che conti solo l’altro, come se davvero possano andare separati, ognuno per la sua strada. Sarri sa che non sono due rette parallele, destinate a non incrociarsi mai. Anzi, è vero il contrario: più s’intersecano, la strada del risultato e quella della prestazione, meglio si gioca. Stasera alla BayArena il primo è tutto sommato marginale, ma Sarri se lo aspetta attraverso la seconda. Per rivedere una volta in più la “sua” Juventus, quella di cui abbiamo visto solo sprazzi e accenni, buttati lì quel tanto che basta per divertire, non certo soddisfare ancora. Una Juve che giochi per il gusto di giocare, e si riscopra un po’ più bella. O almeno, più somigliante al suo (nuovo) allenatore.