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Retroscena Inter, la strana estate dell'uomo derby Barella. Voluto da tutte le big ma con l'intenzione di restare (a meno che l'Inter non chiedesse il contrario). Dal Chelsea al Bayern, passando per Arsenal e City

Retroscena Inter, la strana estate dell'uomo derby Barella. Voluto da tutte le big ma con l'intenzione di restare (a meno che l'Inter non chiedesse il contrario). Dal Chelsea al Bayern, passando per Arsenal e City TUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 16 settembre 2023, 13:25Editoriale
di Andrea Losapio

L'8 di marzo 2023 Simone Inzaghi rischiava la panchina. Un solo punto in quattro partite, quattro in sei - sarebbero diventate sette le gare dopo la sconfitta contro il Monza - e la possibilità concreta di non finire nelle prime quattro se non ci fosse stata un'inversione a U nelle ultime gare. La Juventus doveva ancora prendere i dieci punti di penalizzazione, poi arrivati con italica puntualità al termine di tutto, quindi la possibilità era concreta. Il finale di stagione è iniziato con la riscossa contro il Benfica, all'Estadio Da Luz, con la rete di Barella al minuto cinquantuno, poi con il raddoppio di Lukaku. Come è andata lo sappiamo tutti. La vittoria a Lisbona ha spianato la strada verso la semifinale contro il Milan. Il derby vinto con i rossoneri ha rappresentato l'apogeo della stagione, la sfida con il City a Istanbul rappresenta un'esperienza epocale per Simone Inzaghi e per un'Inter che mancava all'atto finale da 13 anni. Insomma, la situazione è cambiata, giano bifronte in un calcio dove i risultati contano più della bellezza del gioco. C'è sempre il "what if", la possibilità di immaginarsi cosa sarebbe successo se l'Inter non fosse arrivata in Champions League.

E quindi, cosa sarebbe successo se l'Inter non fosse arrivata in Champions League?
Partiamo dal grande presupposto di questi anni: i nerazzurri devono vendere perché, come una spada di Damocle, pende lo spettro del prestito sottoscritto con Oaktree, con Zhang che vorrebbe rifinanziarlo e chissà a che tassi, considerando quanto sta succedendo nelle varie banche e con i finanziamenti qui e là. Arrivare in finale di Champions era stato salvifico per le casse della stagione 2022-23 - sarà bello vedere poi i bilanci, fra qualche settimana - ma poi per il 2023-24 era possibile fare mercato senza vendere? La risposta è no, anche perché la stessa cosa si è vista in quest'estate, con la cessione di Onana a finanziare tutto quello che è andato in porto alla fine. Quindi chi sarebbe stato messo sul mercato? Lautaro Martinez è il capitano, dietro Skriniar è stato ceduto a parametro zero (mossa senza senso, ma "suggerita" dagli ultras un anno fa), Dumfries non ha proposte oltre i 25-30 milioni, davanti Dzeko e Lukaku non erano di proprietà. Quindi gli asset sostanzialmente erano due: Bastoni, che aveva appena rinnovato e che probabilmente non raggiunge una valutazione talmente alta da essere l'unico sacrificio oltre Onana. Così il nome giusto era quello di Nicolò Barella.

Bisogna partire da un presupposto. Al netto di un contratto che scade nel 2026 che l'ultimo rinnovo è del 2023 (con la stessa Inter che si è espressa favorevolmente nel corso degli ultimi mesi per un rinnovo con ritocco), l'ex Cagliari non ha intenzione di andare via. Gli piace stare a Milano, il rilancio dell'Inter è un suo obiettivo, vuole lasciare il segno in quella che è una ricostruzione partita nel 2019, l'estate dell'arriva in prestito con diritto di riscatto: circa 49 milioni investiti da Suning - quando Suning era ancora una potenza - e un asset potenzialmente raddoppiabile. E infatti di approcci nel corso dei mesi ce ne sono stati, rimandati tutti al mittente, a meno che non fosse stata la stessa Inter a chiedere un aiuto dal punto di vista finanziario. Provando a fare un gioco, immaginiamo la situazione di chi ha cercato lo stesso Barella.

Newcastle - Ha comprato Tonali, per cifre alte se non altissime - da capire quali sono quelle reali, ci sarà il bilancio a certificarle eventualmente - ma per Barella probabilmente sarebbe servito un altro investimento. Sia per il cartellino, che l'Inter non ha intenzione di svendere, sia per lo stesso giocatore, che ha un contratto di tutto rispetto anche per gli standard inglesi: il progetto, pur interessante perché spinto dai quattrini arabi, non ha la forza di un'altra società di Premier, di primissimo livello. Certo, se l'Inter non fosse andata in Champions...

Arsenal - Siamo di fronte a una nuova era Wenger? La domanda principale per scegliere i Gunners rispetto a un altro club tra i primi 10 d'Europa è da ricercare nella voglia di rivincita (e di rivincere) dopo quasi due decenni di Premier lasciata agli altri. Nella passata annata ci sono andati vicinissimi, perdendo lo scontro diretto con il City e qualche pareggino qui e là quando la pressione era troppo alta. Tutta esperienza per questa, di stagione, dove sono stati inseriti alcuni giocatori di altissimo livello. Rice o Barella? Scelte, anche se un giocatore inglese costerà sempre di più di un italiano, anche solo per lo sciovinismo dei club di Premier, abituati a puntare sugli stranieri: quando c'è un talento autoctono, premiamolo. E infatti l'Arsenal ha speso 100 milioni di sterline per Rice.

Manchester City - Qui c'è da fare un distinguo, perché c'è un pre e un post finale di Champions. Barella era un giocatore che interessava agli Skyblues prima di Istanbul, ma con la convinzione che potesse essere incompatibile con il gioco di Guardiola. O meglio, che non fosse l'interprete giusto in caso di una cessione di Bernardo Silva o De Bruyne, Mahrez o chi per lui. Più di maniera, di corsa, meno di fantasia e qualità. Poi, dopo Istanbul, la situazione è cambiata: partitone di Barella e Guardiola che lo chiede in caso Bernardo Silva, che qualche dubbio l'aveva manifestato sperando avanzassero Real Madrid o Barcellona, fosse partito per una cifra di 100 milioni. Una sorta di partita di giro, viste le valutazioni.

Manchester United - L'interessamento c'era, anche tramite qualche intermediario che aveva fatto capire che una proposta poteva pure arrivare. Certo, se andiamo a vedere cosa hanno fatto i Red Devils sembra che non ci possa essere nessuna possibilità di arrivare a Barella. A centrocampo la scelta è finita su Amrabat, per 10 milioni di prestito più 20 di riscatto e 5 di bonus. Un buon acquisto, ma sono cifre troppo distanti per assicurarsi un altro tipo di colpo. Contestualmente si può dire che le caratteristiche sono completamente differenti. Ma era una destinazione interessante? Certo, se l'Inter non fosse finita in Champions la situazione sarebbe totalmente cambiata. Ma così, da vicecampione d'Europa e vicecapitano, difficile potere salutare senza avere certe rassicurazioni. O necessità (del club).

Liverpool - Qui il punto era un altro, cioè come reagiva il club a un possibile terremoto, anche in panchina. Klopp o non Klopp? Alla fine il tedesco è rimasto, ma i Reds in Champions non ci sono arrivati, lasciando il passo al Newcastle (soprattutto) e al Manchester United, con minor forza. Un'annata che ha rappresentato un brutto sogno oppure l'inizio della fine di un ciclo? Questo lo potremo sapere solamente alla fine della stagione, ma quel che possiamo vedere è la spesa fra Gravenberch, Szoboszlai e Mac Allister. Tre giocatori di alto livello, pagati molto. Il budget per Barella poteva anche esserci, dunque, ma anche qui la sensazione è che la Champions da giocare o non giocare è spartiacque. Poi Milano regala San Siro sempre pieno: meglio Anfield? Contestabile, come non lo è il fatto che Milano sia meglio di Liverpool.

Chelsea - Ugochukwu, Lavia, Moises Caicedo. 175 milioni di euro spesi per tre giocatori, nessuno dei tre con un'esperienza tale da giustificarne l'esborso fatto. Per l'ecuadoregno c'è stata una corsa all'oro, come in Klondike nell'ottocento, come fosse la terra promessa. Si vedrà. Quello che si può dire è che i contatti fra Chelsea e Inter sono giornalieri, inutile dire come possano avere coinvolto anche un profilo come quello di Barella. Tanto più che in Inghilterra si parlava con insistenza di un possibile affondo: se Lukaku avesse detto di sì al Chelsea, poteva aprirsi un discorso anche per l'ex Cagliari? La solita risposta: il Chelsea è in Champions. E poi grande è la confusione sotto il cielo di Stamford Bridge. I progetti hanno bisogno di una chiarezza che qui, di partenza, sembra non esserci. Poi potrà vincere la Premier quest'anno, ma il quadro raffigurato è, quantomeno, particolare.

Bayern Monaco - Un'opzione a cui pensare, soprattutto se Goretzka fosse finito al Paris Saint Germain. In tempi passati ci sono stati apprezzamenti da parte del club tedesco per Barella, rimasti più sulla carta che non abbozzati con le penne in mano Così si sta, d'autunno, le foglie. Nulla cambia e finché non c'è qualcosa a muovere il tronco si può ingrigire fino a cadere, ma con troppa lentezza per chiudere operazioni e interessamenti.

Di fatto è stato un immenso Gattopardo. Che balla intorno a una sola domanda: cosa sarebbe successo se l'Inter non fosse arrivata in Champions? Per la prossima annata, non solo per Barella ma anche per gli altri giocatori di un certo livello, la domanda sarà la stessa, con una variabile. Chi sarà il padrone dell'Inter? Zhang riuscirà a ripagare il debito con Oaktree? Intanto l'Inter sfida il Milan per cercare di squillare e stressare la sfida Scudetto sin dalla quarta giornata. Barella è stato, negli anni, un uomo derby di rilevanza. Può esserlo anche oggi, dopo un'estate passata a volere rimanere a Milano.

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