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VLAHOVIC: "RIMASTO ANCHE PER ITALIANO. SARÒ SEMPRE GRATO A PRANDELLI. IDOLI? JOVETIC E..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 21 settembre 2021, 09:13News
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

VLAHOVIC: "RIMASTO ANCHE PER ITALIANO. SARÒ SEMPRE GRATO A PRANDELLI. IDOLI? JOVETIC E..."

Dusan Vlahovic ha rilasciato una lunga intervista a DAZN: "I miei migliori amici sono Milenkovic e anche Terzic, che è entrato nella nazionale. Si è creato un bellissimo gruppo. Firenze? Si sta da Dio, sono arrivato quando ero molto piccolo, è la mia seconda casa".

E' voluto rimanere alla Fiorentina.
"Parlo sempre in modo sincero, penso che chi è venuto dalla parte dei Balcani sta facendo le cose più col cuore che col cervello. Io mi sentivo di rimanere, qui penso di poter crescere ancora. Farò tanti gol e assist, il resto come viene viene. Ci possono essere tanti rischi, ma senza i rischi non vale la pena vivere. Mi viene in mente Totti contro l'Olanda che fece il cucchiaio".

Anche lei ha fatto un cucchiaio contro il Torino in finale Primavera...
"La prima finale l'abbiamo vinta al Franchi 2-0 e poi stavamo discutendo se era rigore o meno il primo gol che ho fatto. Poi si leggeva di partita rubata... Allora dissi: "Se ci sarà un altro rigore farò il cucchiaio, poi possono piangere quanto vogliono". Lakti, il capitano, mi incoraggiava e scelsi di farlo davvero".

Si sente un po' pazzo?
"Sì...".

A causa di un rigore è stato scartato da un provino con la Stella Rossa?
"No, avevo 14 anni. Stavano giocando un torneo, chiamarono il mio papà chiedendogli se volevo giocare con loro una delle partite. Mio papà mi diceva che dovevo finire la scuola, allora gli proposero di raggiugerli in semifinale, prendemmo gol al 90' e sbagliai un rigore ma non fu per quello che non restai. Semplicemente quando mi chiamò il Partizan non ebbi dubbi, scelsi col cuore. Il derby? Ero gasato, sei mesi prima ero in curva a tifare. Poi mi stavo riscaldando e al 55' il mister mi disse di entrare, non ci credevo. Ma ero pronto".

Esultava come Ronaldo, vero?
"Sì, perché mi gasava la sua nuova esultanza. La usavano tutti. Nello spogliatoio abbiamo detto che al primo gol che al mio primo gol avrei esultato come CR7".

Qual è il suo idolo?
"La mia famiglia, poi se parliamo di giocatori mi piaceva di più sicuramente Ibra per il suo carattere e la voglia di non mollare mai. Non permetteva mai a nessuno di comandarlo, poi le giocate mostruose... Lasciamo stare. Dopo la partita a Firenze in cui abbiamo perso 3-2 approfittai del fatto che magari non era molto arrabbiato per chiedergli la maglietta. Me la firmò, facemmo la foto e scrisse la dedica nella nostra lingua, mi ha detto di andare avanti così e non mollare mai. Poi io non sono molto bravo a parlare quando incontro un idolo".

C'è qualche altra icona balcanica?
"Jovetic. Non lo sapeva nessuno, ma a 18 anni è diventato capitano del Partizan, andavo allo stadio tutte le domeniche a vedere le sue giocate. Poi avevo una maglietta senza numero né scritta dietro: a casa trovai una maglia, ci misi il 35".

Italiano le piace?
"Uno dei motivi per cui ho scelto di rimanere era lui, perché dopo il ritiro ho detto 'con questo ci si diverte'. Ti sta sempre addosso, non ti fa respirare e così puoi solo migliorare. Mi piace la concorrenza, è divertente giocare per lui. Quando è arrabbiato mi chiama Dusan. Ed è sempre arrabbiato... (ride, ndr)".

Perché voi serbi siete forti in tanti sport?
"Non lo so, io sono molto orgoglioso di essere serbo, se potessi scegliere rinascerei di nuovo là. Io ho cominciato col basket, so giocare anche a tennis e padel. Io sono matto ma non in senso cattivo, ma perché non sto mai fermo, urlo sempre. Se sei giocatori non significa che sei sopra a qualcun altro".

Perché dicono che è arrogante?
"Forse sul campo, dove non conosco né madre né padre. Per me il campo è vita o morte, devi avere tanta autostima e credere in te stesso. Ma arroganza mai".

Cosa pensa di Mbappé?
"E' un fuoriclasse, un campione?"

Di Haaland?
"E' una macchina un robot. Lui è più veloce di me, per il resto ce la giochiamo".

E di Chiesa?
"Per me fin da quando sono arrivato è fortissimo, abbiamo un gran rapporto".

Lei in questa classifica dov'è?
"Devo solo lavorare, non pensare a queste cose. Mi scrivono più fantallenatori che ragazze, mi stanno mettendo un po' di pressioni per quanto mi hanno pagato e poi non so come andrà... Però questo fatto mi può fare solo più forte".

Si era iscritto a medicina come alternativa?
"Ma non ho mai pensato che potesse andare male. Mi consigliò mia madre di avere un'alternativa, a scuola i professori ci hanno consigliato di non andarci più perché avendo tanti impegni non ci sono mai stato. Poi sono entrato in prima squadra ed è finita che sono andato in una scuola privata".

Vuole ringraziare qualcuno?
"Cesare Prandelli, mi ha tirato fuori dalla... Non dico la parolaccia. Nessuno ha fatto le cose che ha fatto lui per me. A parte Ribery, lo considero ancora un fratello maggiore, coi suoi consigli. Parlavamo per ore. Queste due persone, sono amici, sono stati sempre vicinissimi. Gli sarò grato per sempre".