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FIORENTINA-INTER È DAVIDE CONTRO GOLIA, MA LA STORIA DICE CHE CON CUORE E CORAGGIO ANCHE I GIGANTI POSSONO ESSERE SCONFITTI. RIBERY, L’OPERAZIONE E LA RABBIA VIOLA: TI ASPETTIAMO PRESTO, CAMPIONE
domenica 15 dicembre 2019, 00:00L'opinione
di Leonardo Bardazzi
per Firenzeviola.it

FIORENTINA-INTER È DAVIDE CONTRO GOLIA, MA LA STORIA DICE CHE CON CUORE E CORAGGIO ANCHE I GIGANTI POSSONO ESSERE SCONFITTI. RIBERY, L’OPERAZIONE E LA RABBIA VIOLA: TI ASPETTIAMO PRESTO, CAMPIONE

Oggi come oggi, Fiorentina-Inter è Davide contro Golia. Da una parte una squadra senza la sua stella e impaurita al punto di diventare la peggiore nell’ultimo mese e mezzo di campionato (appena un punto conquistato, nessuno ha fatto peggio), dall’altra la nuova anti-Juve, diventata corazzata coi gol di una coppia coi fiocchi e grazie alla mentalità costruita a tempo di record del comandante Conte. Messa così, non c’è partita. Troppo il divario tecnico, troppo il divario di fiducia e autostima. Il calcio però è meraviglioso perché non è matematica, ogni partita anzi fa storia a sé e spesso sfugge a quelle che sembrano logiche scolpite nella roccia. La Fiorentina allora dovrà provarci con tutte le sue forze, sfruttando la voce del Franchi e l’ennesima spinta di un pubblico appassionato, la voglia di rivincita e la fame di punti accumulata in queste settimane difficili. Cuore e coraggio, viola: in fondo anche il giovane Davide sconfisse il gigante usando queste stesse armi. Montella è con le spalle al muro, Chiesa gira a vuoto da tempo, Pezzella stringerà i denti con la mascherina in stile Zorro e perfino Boateng, quasi nullo finora, avrà la possibilità di rifarsi in quello che sarà il suo derby personale: a loro, a tutti loro, il compito di dare risposte forti. 

Da un punto di vista tattico, sarà una partita a specchio. Conte non fa mai pretattica, non prescinde dal 3-5-2 e dai concetti di gioco che lo hanno portato a vincere con la Juve e a sfiorare l’impresa con la Nazionale. A Montella non piace cambiare e andrà avanti col modulo che gli ha dato più garanzie. In campo così si creeranno coppie: Castrovilli andrà su Brozovic, Vecino sfiderà Pulgar, Badelj farà altrettanto col vecchio amico Borja. Il piccolo vantaggio viola potrebbe essere la stanchezza interista, visto che Conte ha l’infermeria piena ed è costretto a far giocare sempre gli stessi. La grande sfida però sarà contenere Lukaku e Lautaro, perché uno è un gigante per davvero e l’altro è probabilmente il calciatore che quest’anno si è messo più in luce in questa serie A. Martinez ha forza e talento, è giovane ma già maturo, sa prendersi la squadra sulle spalle e fa gol. Tanti gol. In due, gli attaccanti interisti hanno già segnato 18 gol: la Fiorentina, con tutti gli effettivi, ne ha fatto appena uno in più. Anche per questo, Pradè è già al lavoro per spendere quei milioni rimasti in cassa dopo i no ricevuti per De Paul, Tonali, Berardi e Politano in estate. Proprio Politano potrebbe diventare uno degli acquisti di gennaio, soprattutto se Marotta dovesse riuscire a strappare una mezza promessa su Chiesa. Le priorità però restano un centravanti che dia certezze, un difensore dai piedi buoni e un centrocampista in grado di dar fiato ai titolari. C’è tanto da fare, ma soprattutto c’è assoluto bisogno di rialzare la testa e scrollarsi di dosso la paura che ha bloccato i viola in questo ciclo nerissimo. Il Brescia si è avvicinato, la Samp pure. Non c’è più tempo per le polemiche, ora serve reagire. Proprio come Davide fece per sconfiggere Golia. 

Ps: Ribery si è operato, per rivederlo in campo serviranno almeno 10 settimane. Potrebbe tornare con il Milan, il 23 febbraio. In società hanno rivisto mille volte il fallo su Tachtsidis: gli americani sono furibondi per come l’arbitro abbia lasciato correre, per come sia stato possibile permettere un trattamento del genere ai danni di un giocatore che fa spettacolo e che per questo andrebbe tutelato. “Tornerò più forte di prima”, ha scritto Franck sui social, che stasera, se i medici daranno l’ok, potrebbe essere al Franchi a fare il tifo per una squadra che nonostante tutto sente sua. Ti aspettiamo a braccia aperte, campione.