
Pioli fa 500 panchine in A: che traguardo! Il problema è limitare Modric, un marziano. Più fiducia che tattica… Questo serve ai viola
In poche ore Stefano Pioli taglierà due traguardi prestigiosi: a San Siro festeggerà le 500 panchine in Serie A, mentre lunedì il compleanno gli porterà in dote 60 candeline. Emozioni forti, per destini forti. Immaginiamo che la testa di Pioli sarà un alveare di sensazioni e pensieri. Gli passerà una vita di calcio davanti agli occhi, ma quando l’arbitro accenderà il semaforo verde sulla sfida, tutto si azzererà. Complimenti Stefano perché 500 in A non è per tutti.
Correva la stagione…
L’avventura da allenatore comincio’ alla prima di campionato 2006/07 a Torino contro i granata come tecnico del Parma, la squadra di casa sua. Fini’ in parità, 1-1, un risultato che se uscisse domenica sera a Milano non sarebbe poi da buttare via per la Fiorentina. Stante il cammino delle prime sei gare di campionato. Da quella gara col Toro sono trascorsi venti anni di pallone, con risultati alterni, come capita ad ogni allenatore. Ma e’ indubbio che al di là del difficile frangente attuale di Firenze, per Pioli le soddisfazioni siano state di gran lunga superiori ai periodi negativi. Con Bologna e Lazio ha lasciato tracce importanti, per arrivare poi al percorso milanista con uno scudetto, un secondo posto e una semifinale Champions.
Modric, chi lo ferma?
Il Milan ha 10 giocatori molto forti più un alieno, Modric. Il 40enne continua a disegnare calcio con pennellate che non trovano cittadinanza altrove. Al posto della testa ha un Gps che gli consente di vedere cose in anticipo rispetto ad altri interpreti del calcio. Ha un anno un più di Dzeko, ma con tutto il rispetto per il bosniaco, pare ne abbia dieci in meno… Modric sa come muoversi per evitare di essere soffocato da chi prova a limitarlo. Si abbassa moltissimo per ricevere sempre la palla dal compagno che in lui trova un porto sicuro. Probabilmente il croato appartiene alla categoria degli immarcabili. Pioli sta studiando come intervenire ma non e’ facile. Servono due fasi per provare a togliergli un po’ di acqua dove nuota. Un giocatore che provi a schermarlo, pensiamo a Fazzini e un altro che si occupi delle linee di passaggio, magari Gudmundsson. Ma sarà un’impresa titanica, mettiamocelo in testa.
Più fiducia che tattica
Forse sbagliamo, ma la Fiorentina non ha criticità nell’organizzazione della tattica, non sono dieci metri in più o in meno a fare la differenza. Il vero problema e’ psicologico. La squadra ha perso sicurezza nei propri mezzi. Deve ritrovarla e subito. Ha bisogno di potenti iniezioni di fiducia. Serve una scintilla che sblocchi il carattere. Un esito positivo già a Milano servirebbe più di qualsiasi modulo. Pioli più che curare la strategia deve indossare il camice bianco per cambiare la testa dei suoi uomini.







