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tmw / fiorentina / L'editoriale
Rebus Gud: ma Pioli va aiutato ad aiutarloTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

Rebus Gud: ma Pioli va aiutato ad aiutarlo

Taluni lo chiamano mistero islandese, altri pensano semplicemente che la Fiorentina abbia sbagliato a confermarlo, fatto sta che il rendimento di Gudmundsson con la maglia della sua nazionale è ben diverso da quello in maglia viola in favore della rappresentativa islandese, è quindi normale che in molti si domandino il perchè e che altrettanti si azzardino a trovare una risposta: i detrattori massimalisti di Stefano Pioli riconducono a quest'ultimo ogni demerito per le cattive prove del giocatore con la Fiorentina e di contro ogni merito al ct islandese Amar Gunnlaugson (detto il profeta del circolo polare artico), ma la soluzione appare fin troppo semplicistica. Resta comunque interessante l’analisi tattica secondo cui l’attaccante in nazionale è meno costretto ad abbassarsi per ricevere palla e può concentrarsi meglio sulla fase avanzata. Infatti nella Fiorentina è cronica la mancanza di un leader di centrocampo che detti i tempi al reparto e ciò obbliga il rifinitore a tentare di supplire al problema di costruzione della manovra avanzata. 

Questo oltre alle considerazioni di luogo ed ambiente, infatti c’è chi rende più qui e meno là, e ciò è è umano, è evidente che il giocatore si senta più a suo agio in patria che a Firenze. Non diciamo che egli si rammarichi perché sulla collina di Fiesole non c’è un vulcano che somigli a quelli delle brulle distese islandesi o che provi la saudade di Edmundo, il quale, allergico alla geografia, aveva immaginato che una marina innervasse la città invece del più modesto lungarno. La nostra terra è bella com’è e piace anche a Gudmundsson, ma per uno scandinavo come lui, a maggior ragione uno scandinavo che arrivi dai margini estremi di quel mondo arboreo a nord Europa, non bisogna pensare sia facile abituarsi alla frenesia della vita di un paese latino come il nostro, i pronipoti dei vichinghi che vivono da noi ce lo dicono: fare l’abitudine a tutto questo ciarlare ad ogni ora così tipico degli italiani non è facile per un placido nordico.

A maggior ragione quindi un giocatore come Gud avrebbe bisogno di supporto. La Fiorentina è un club povero sotto il profilo della dirigenza, difatti non è un mistero che manchino figure di riferimento che raccordino squadra e società, uomini di calcio che fungano da trait d’union tra le varie componenti del club e aiutino l’allenatore. Pochi dirigenti come quelli che ci sono non riescono a far fronte ai bisogni di una rosa ampia come quella della Fiorentina e a bisogni così specifici come il malessere personale di un singolo calciatore. Se ci mettessimo a fare l’elenco dei nomi per ricoprire un ruolo simile perderemmo la giornata, ma poichè parliamo di un ragazzo del nord, l’abbinata che più ci sembra attagliarsi al caso è con Martin Jorgensen, ex giocatore danese di una Fiorentina che era anche un gruppo umanamente affiatato. "Martino" è tuttora amato e rispettato da tutte le componenti dell’ambiente viola e sarebbe una figura di mediazione perfetta, peraltro si tratta di un uomo che ha affrontato e superato le sue difficoltà lasciando un bel segno nei cuori viola.

Naturalmente c’è chi ha ironizzato sul fatto che Gud faccia bene nella sua "comfort zone" e stenti quando ne è fuori, ma se anche fosse sarebbe naturale! Tutti noi rendiamo di più quando siamo a nostro agio, probabilmente compresi coloro che ironizzano con alterigia. D’altronde Gudmundsson non è il solo che abbia visto flettere la qualità delle sue prestazioni in viola, di recente abbiamo infatti assistito ad alcuni stenti di Gosens e di Dodò, senza contare che anche Kean rende meglio in azzurro che in viola. Non sarà un caso che  lo staff della nazionale sia ricco di figure a supporto dell’allenatore e dei giocatori. Poi è pacifico che il contesto farà sempre la differenza per una persona e il contesto fiorentino non è facile, proprio di recente sono giunte critiche severe all’ambiente viola, sia da parte del giornalista Riccardo Trevisani che dell’ex giocatore viola Josip Ilicic il quale ha usato toni aspri nei confronti dei suoi ex tifosi: "Coi fiorentini ho chiuso", ha detto la forte ala avanzata.

Va riconosciuto che la mentalità della città è esclusivista e snob, escludente più che  accogliente e quella orrenda frase da bottegai spenna turisti che viene spesso ripetuta con spocchia: "Firenze città d’arte va…. a chi arriva e a chi parte",ne è l’esempio gergale plastico. Poi è certo che ognuno sta meglio nel posto che conosce del quale sa i meccanismi, nel posto dove è amato. Ma alcune persone soffrono particolarmente la chiusura dell’ambiente attorno a loro e, tornando a bomba al calcio, il sarcasmo che vena molti giudizi sui calciatori. Poichè, anche se talvolta si scorda, questi ultimi sono persone e al netto di tutti i quattrini che incassano delle persone  hanno i sentimenti.