Non è l'ultimo bivio ma quasi. Arriva la Juve e la Fiorentina deve ritrovare se stessa. Basta parole, finalmente si torna in campo: il rischio retrocessione è concreto e devono essere i giocatori a salvare Firenze da un incubo
Prima la partita con la P maiuscola, poi l'Atalanta. La Fiorentina è pronta a tornare in campo dopo gli ultimi, lunghissimi, giorni trascorsi a suon di parole. Di Vanoli e Goretti, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore, del direttore generale Ferrari, che è tornato a parlare anche del caos relativo allo stadio, ma il tempo dei discorsi è quasi finito e tutte le attenzioni saranno inevitabilmente rivolte al campo, con Kean e compagni che dovranno togliere il prima possibile quell'impietoso zero nella casella delle vittorie in campionato in questa stagione. Non sarà facile, visto che il calendario non sorriderà ai viola, e non ce ne voglia la Conference League se la metteremo in secondo piano. La Fiorentina deve ritrovare se stessa, già a partire da sabato al Franchi, quando la Juventus di Luciano Spalletti arriverà a Firenze, con la voglia di uccidere, sportivamente parlando, la squadra di Vanoli.
Negli ultimi giorni, lo abbiamo detto, tutte le attenzioni sono state rivolte verso quello che è successo nelle settimane che hanno proceduto la sosta: dalle dimissioni di Daniele Pradè all'esonero di Stefano Pioli. Un esercizio dialettico alla ricerca dei veri colpevoli di questo disastroso inizio di campionato, ma parlare serve veramente a poco, la Fiorentina deve fare punti nelle prossime due sfide. Perdere sia contro i bianconeri che contro l'Atalanta di Raffaele Palladino, uno che sicuramente ha il dente più che avvelenato dopo il divorzio della scorsa estate, vorrebbe dire ritrovarsi dopo le prime 13 giornate con soltanto 5 punti in classifica e a quel punto si aprirebbe una crisi devastante, che finirebbe con inasprire ancora di più i toni.
Ecco perché già a partire dalla partita contro la Juve sarà fondamentale ritrovare una squadra totalmente diversa da quella che abbiamo visto nelle ultime uscite. Il compito di Vanoli, il primo, sarà quello di cercare di riportare il sereno nella testa dei calciatori che molto probabilmente non si stanno neanche rendendo conto fino in fondo del pericolo che stanno correndo. Inutile girarsi intorno: la Fiorentina deve lottare solo e soltanto per la salvezza, e chi l'avrebe mai detto soltanto tre mesi fa. Il rischio retrocessione è concreto e non tanto per il valore in sé per sé della rosa, che certamente non è la più scarsa della Serie A, ma anche e soprattutto per la paura di scendere in campo da parte di qualche giocatore. Servono i leader, serve gente che abbia voglia di tirare fuori gli attributi trscinando anche tutti gli altri. Serve il vero Kean, serve Robin Gosens, servono i calciatori che hanno la stoffa dei capi. Perché in fin dei conti possiamo anche parlare della dirigenza, della proprietà, dell'allenatore, ma in campo ci vanno i giocatori e sono loro i primi a doversi prendere le responsabilità per uscire da queste pericolosissime sabbie mobili.
Una volta sistemata la classifica allora sarà tempo di tornare a pensare alle altre cose, ma questo non è il momento. Lo spogliaoio deve unirsi, tutti devono lottare per i compagni. Perché tutta Firenze non vede l'ora di svegliarsi da questo incubo chiamato retrocessione. Tutti uniti per un obiettivo comune, l'unico da raggiungere. Il resto non conta: la Fiorentina attende la Juventus per ripartire, definitivamente.








