L'autogol di Dzeko e il silenzio della società: i tifosi si trascinano con i risultati
A distanza di qualche ora dalla fine della partita persa dalla Fiorentina contro l'AEK Atene, continuano a far discutere le dichiarazioni di Edin Dzeko, che ai microfoni di Sky Sport ha palesato il proprio fastidio per le critiche ricevute dalla squadra nel corso della gara del Franchi: "Non è possibile che in casa io ho tifosi che mi fischiano contro". Il concetto espresso è chiarissimo ma è strano che arrivi dopo un laconico "facciamo cagare". La domanda che si sono posti in molti è: cosa dovrebbe fare un tifoso che va allo stadio, paga il biglietto e vede da mesi una squadra che non riesce a vincere e che anzi continua a perdere con prestazioni indecorose?
Una difesa equivocabile
Dzeko ha tirato in ballo i ragazzi più giovani, che patirebbero l'ambiente non riuscendo ad esprimersi al meglio, ma chi era allo stadio ieri sera, non ha sentito contestazioni all'indirizzo dei Fortini, dei Kouadio o dei Comuzzo. Il brusio ha accompagnato spesso le giocate dello stesso bosniaco, o quelle di Gudmundsson e Fagioli. Un brusio o qualche grido lecito, se si pensa alla pochezza mostrata in campo da questi interpreti e non soltanto contro l'AEK. Forse Vanoli ha fatto anche peggio, dando valore alle dichiarazioni a caldo di Dzeko, perché se questa è la leadership che cerca il tecnico, difficilmente in campo cambierà qualcosa.
Le critiche di uno stadio quasi vuoto
Dzeko non si è certo distinto per il sostegno nei confronti dei compagni nel corso dei 90 minuti più recupero giocati contro i greci. Anzi, a un certo punto ha dato anche la sensazione di essere scorato dall'andamento della partita, tanto da sbagliare due o tre appoggi facili con una sufficienza che non si addice a un giocatore che ha fatto una carriera come la sua. L'ennesima prestazione ampiamente al di sotto della sufficienza ha fatto arrabbiare i pochi presenti al Franchi e questo non può sorprendere nessuno. Poi, se il problema per la squadra è sentire le grida in uno stadio semivuoto, viene da chiedersi come reagirebbero davanti a decine di migliaia di spettatori avversari in una partita chiave per la salvezza o per qualsiasi altro obiettivo. Non può essere questa la spiegazione per un rendimento di questo tipo, tra l'altro dopo che non più di qualche giorno fa, la stessa curva aveva salutato la squadra dopo un pareggio contro la Juventus gridando: "Vi vogliamo così".
Perché non hanno parlato i dirigenti?
Infine c'è un tema meno dibattuto ma centrale per spiegare come la polemica non sia nata solo a causa delle dichiarazioni a caldo di un giocatore dopo una sconfitta. Perché al posto di Dzeko, ai microfoni dell'emittente che detiene i diritti della Conference, non si è presentata la società? Goretti o Ferrari avrebbero potuto porsi in prima persona in difesa della squadra, del gruppo, dell'allenatore. Ma anche questa volta si è preferito mandare un giocatore coinvolto anche emotivamente dalla sconfitta, col rischio di provocare una rottura insanabile col proprio pubblico. Sicuramente le dichiarazioni di Dzeko hanno spostato leggermente il dibattito del post partita rispetto alla pochezza dei risultati ottenuti in questo avvio di stagione, ma questo non può bastare come spiegazione di una scelta che ha esposto un giocatore ancora percorso dall'adrenalina del match a uno scontro a distanza che non aiuta nessuno a venirsi incontro. Soprattutto in un momento come questo.
Trascinare i tifosi
Come consigliato a Radio FirenzeViola da Mauro Bressan questa mattina, i giocatori adesso devono pensare solo a mettere anima e corpo in campo per lavorare al meglio e tirare fuori la Fiorentina da questa situazione. Non devono avere altro obiettivo se non questo, senza distrazioni. Poi, se il pubblico vedrà una tendenza diversa in campo da parte della squadra, sosterrà tutti come ha sempre fatto e come ha dimostrato di saper fare anche contro la Juventus. Altrimenti, continuare a giocare male e a non ottenere risultati chiedendo ai tifosi di restare in silenzio nonostante tutto, sarà l'ennesimo autogol.








