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Blessin è giunto al capolinea ma non è soltanto colpa suaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 28 novembre 2022, 11:27Copertina
di Pierluigi Gambino
per Genoanews1893.it

Blessin è giunto al capolinea ma non è soltanto colpa sua

Chissà che il gol annullato a Strootman in pieno recupero non sia una benedizione. Il pareggio infatti avrebbe potuto insinuare negli esterofili dirigenti genoani la tentazione di confermare la fiducia a herr Blessin. E dire che si dibatteva alla vigilia se confermare il tedesco in caso di vittoria accompagnata da pessimo gioco: sotto quest'aspetto la sconfitta al cospetto dell'ultima in classifica dovrebbe aver chiarito definitivamente la situazione.

Un punto in tre partite, le più recenti, rappresenta una media secca da retrocessione: come dire che anche i risultati non confortano più un tecnico in piena confusione da mesi.

La società ha annunciato sabato l'ingaggio uno specialista delle palle inattive proveniente dal Gremio. A osservare il Grifo in versione perugina, occorrerebbe anche un luiminare delle palle in movimento, uno della difesa sui contropiedi avversari e un altro, ovviamente, sul posizionamento tattico dei vari elementi.

Il Genoa ha vusto accentuati in Umbria problemi ormai annosi. Stavolta Blessin ha accontentato la piazza proponendo Puscas dal primo minuto e in compenso bocciando i due fantasisti Aramu e Gudmundsoon, cui sono tati preferiti Yalcin – autore dell'ennesima partita sciapa della sua avventura rossoblù – e Jagiello, che attaccante non è. L'altra novità di giornata è l'inserimento di Vogliacco, difensore centrale, sulla fascia sinistra, col risultato che il Grifo ligure ha spinto per un'ora abbondante soltanto sul versante destro, dove i genoani si pestavano i piedi l'uno con l'altro in un fazzoletto di prato.

La cronaca sino all'intervallo registra uno spunto felice di Puscas senza esito e una ciabattata innocua di Sabelli dai venti metri. Qualcosa in più hanno prodotto gli uomini di Castori, ma senza emozioni, fatto salvo un rigore dapprima concesso dall'arbitro e poi revocato grazie al Var. Incolori i 45 minuti di un Genoa macchinoso, tutto raccolto nella zona della palla, capace solo di avanzare con passaggi lunghi verso compagi girati spalle alla porta e impossibilitati a creare azioni decenti.

La ripresa, con Gudmundsson e Portanova per Yalcin e Jagiello, ha visto in effetti una squadra lievemenye più vivace, ma senza essere mai spumeggiante e concreta. Unico brivido, una zampata del figlio d'arte rintuzzata dal portiere locale: pochetto per legittimare un vantaggio. In compenso, le maglie difensive rossoblù si allargavano terribilmente e ogni ripartenza biancorossa creva qualche ansia. L'ennesimo tentativo, favorito da un erroraccio da matita rossa sulla trequarti perugina, si trasformava nella sentenza. Bravissimo Olivieri nel guadagnare l'area genoana, ma Dragusin, lento e macchinoso, si è fatto “scherzare” come un novellino, a conferma delle sue antiche manchevolezze in campo largo.

Pallida e sconclusionata la reazione del Genoa, privo di lucidità, di coesione, di rabbia agonistica. Troppi i palloni inutili crossati dalla trequarti, mai una volta che la palla scorresse veloce e di prima intenzione: tutte iniziative prevedibilissime. A nulla sono approdati gli innesti di Yeboah (già sullo 0-0), Aramu (autore di una punizione assorbita dal numero uno rivale) e, nel finale, persino Ilsanker: mosse disperate ma vane prima dell'episodio della rete annullata per carica sul portiere.

Blessin si è giocato malamente l'ultima chance, ma i suoi ragazzi non hanno fatto nulla di tangibile per salvargli la panca. Certe involuzuioni – nel gioco e anche nel risultato – non possono essere solo farina di un sacco solo, ma intanto la società provveda a dare al trainer il benervito optando possibilmente per una soluzione nostrana. Poi toccherà ai pedatori, senza più alibi, dimostrare che, con un allenatore in grado di trasmettere loro le giuste disposizioni tattiche, ssia in errore chi ha iniziato a considerarli sopravvalutati o, se non altro, inadatti ai ritmi sostenuti imposti dalla cadetteria.

                         PIERLUIGI GAMBINO