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Due regali per Inzaghi: il difensore (tagliate tutti i nomi…) e l’attaccante (sta temporeggiando…). Biasin su Linterista.it
Esiste una foto che testimonia la presenza di Al Bano di fianco a Snoop Dogg nel palazzetto olimpico del judo.
Se riuscite a focalizzare questa immagine che, credeteci, esiste per davvero, allora sarete d’accordo sul fatto che qualsivoglia genere di ipotesi legata a prospettive future, anche la più strampalata, a questo punto può avere un senso.
(“Mbappé ha deciso di lasciare il Real per andare all’Inter!”. “È impossibile!”. “Sì, ma era impossibile anche vedere Al Bano con Snoop Dogg e invece…”. E lì ti fermi).
L’Inter - come tutte le altre - si avvicina piano piano all’inizio della stagione e ha le idee chiare su quello che vuole e deve fare.
La questione è doppia e ben la conoscete: da una parte si attende di acchiappare il braccetto mancino - giovane e a basso costo - per completare l’unica coppia in rosa attualmente “scoppiata”. A tal proposito non sappiamo quale sia il prescelto, ma sappiamo che non è nessuno tra i mille citati in queste settimane. Piaceva solo Cabal, ma quello se l’è acchiappato la Juve con un’offerta che l’Inter non avrebbe mai neppure avvicinato (l’ipotesi di investimento non contempla la doppia cifra).
In seconda battuta si proverà a capire se è possibile fare qualche sforzo in più per consegnare a Inzaghi un reparto offensivo che sia più completo rispetto a quello attuale.
Definizione di “completo”: due ipotesi.
1. Lautaro, Thuram, Taremi, Arnautovic e un quinto innesto - definiamolo - “di complemento” a pochi spicci e che abbia caratteristiche tecniche diverse dai quattro già presenti in rosa (banalmente, meno fisico, più tecnico, molto mobile e abile nell’uno contro uno). Un giovanotto di belle speranze o quasi, insomma.
2. Lautaro, Thuram, Taremi e una quarta punta “di sostanza” che abbia le caratteristiche di cui sopra e che contemporaneamente possa essere già spendibile sul campo. Gudmundsson o chi per lui, per intenderci.
Il recente infortunio di Taremi (salterà l’esordio con il Genoa) in questo senso ha avuto addirittura dei risvolti positivi: le ottime prestazioni nel pre-campionato dell’iraniano avevano allontanato l’ipotesi che si dovesse a tutti i costi puntare alle soluzioni 1 o 2, così invece tutti quanti sono tornati a comprendere la necessità di accontentare Inzaghi (il mister si aspetta “quel” giocatore).
E allora veniamo al punto: Gudmundsson questa cosa la sa e sa che l’Inter, se potesse, lo avrebbe già portato ad Appiano. Ma l’Inter al momento non ha né spazio in rosa (fatto Carboni in prestito bisognerà sistemare Correa e, eventualmente, pure Arnautovic), né tutti ‘sti quattrini da investire (per convincere il Genoa ne servono tanti).
E quindi? E quindi serve tempo. Per questo Gudmundsson a sua volta sta temporeggiando e si è preso il suo, di tempo, prima di dare l’ok a un trasferimento a Firenze. L’attesa non durerà molto ma è certo che i dirigenti nerazzurri sono in cerca di soluzioni (va detto, non semplici) ben sapendo che il ragazzo, potendo scegliere, verrebbe di corsa ad Appiano per farsi cucinare da Simone il piacentino.
(Nel frattempo Lautaro Martinez sta per rientrare a “casa”. E lo farà con discreto anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista. Del resto non si diventa capitani mica per niente).
Meno di due settimane e i campioni d’Italia tornano a trottare, che bellezza.
Se riuscite a focalizzare questa immagine che, credeteci, esiste per davvero, allora sarete d’accordo sul fatto che qualsivoglia genere di ipotesi legata a prospettive future, anche la più strampalata, a questo punto può avere un senso.
(“Mbappé ha deciso di lasciare il Real per andare all’Inter!”. “È impossibile!”. “Sì, ma era impossibile anche vedere Al Bano con Snoop Dogg e invece…”. E lì ti fermi).
L’Inter - come tutte le altre - si avvicina piano piano all’inizio della stagione e ha le idee chiare su quello che vuole e deve fare.
La questione è doppia e ben la conoscete: da una parte si attende di acchiappare il braccetto mancino - giovane e a basso costo - per completare l’unica coppia in rosa attualmente “scoppiata”. A tal proposito non sappiamo quale sia il prescelto, ma sappiamo che non è nessuno tra i mille citati in queste settimane. Piaceva solo Cabal, ma quello se l’è acchiappato la Juve con un’offerta che l’Inter non avrebbe mai neppure avvicinato (l’ipotesi di investimento non contempla la doppia cifra).
In seconda battuta si proverà a capire se è possibile fare qualche sforzo in più per consegnare a Inzaghi un reparto offensivo che sia più completo rispetto a quello attuale.
Definizione di “completo”: due ipotesi.
1. Lautaro, Thuram, Taremi, Arnautovic e un quinto innesto - definiamolo - “di complemento” a pochi spicci e che abbia caratteristiche tecniche diverse dai quattro già presenti in rosa (banalmente, meno fisico, più tecnico, molto mobile e abile nell’uno contro uno). Un giovanotto di belle speranze o quasi, insomma.
2. Lautaro, Thuram, Taremi e una quarta punta “di sostanza” che abbia le caratteristiche di cui sopra e che contemporaneamente possa essere già spendibile sul campo. Gudmundsson o chi per lui, per intenderci.
Il recente infortunio di Taremi (salterà l’esordio con il Genoa) in questo senso ha avuto addirittura dei risvolti positivi: le ottime prestazioni nel pre-campionato dell’iraniano avevano allontanato l’ipotesi che si dovesse a tutti i costi puntare alle soluzioni 1 o 2, così invece tutti quanti sono tornati a comprendere la necessità di accontentare Inzaghi (il mister si aspetta “quel” giocatore).
E allora veniamo al punto: Gudmundsson questa cosa la sa e sa che l’Inter, se potesse, lo avrebbe già portato ad Appiano. Ma l’Inter al momento non ha né spazio in rosa (fatto Carboni in prestito bisognerà sistemare Correa e, eventualmente, pure Arnautovic), né tutti ‘sti quattrini da investire (per convincere il Genoa ne servono tanti).
E quindi? E quindi serve tempo. Per questo Gudmundsson a sua volta sta temporeggiando e si è preso il suo, di tempo, prima di dare l’ok a un trasferimento a Firenze. L’attesa non durerà molto ma è certo che i dirigenti nerazzurri sono in cerca di soluzioni (va detto, non semplici) ben sapendo che il ragazzo, potendo scegliere, verrebbe di corsa ad Appiano per farsi cucinare da Simone il piacentino.
(Nel frattempo Lautaro Martinez sta per rientrare a “casa”. E lo farà con discreto anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista. Del resto non si diventa capitani mica per niente).
Meno di due settimane e i campioni d’Italia tornano a trottare, che bellezza.
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