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L'oggetto misterioso Diouf al posto del romanista Koné. E l’Inter non ha (ancora?) cambiato moduloTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 10:00Serie A
di Ivan Cardia

L'oggetto misterioso Diouf al posto del romanista Koné. E l’Inter non ha (ancora?) cambiato modulo

I giorni di Manu Koné, almeno visti da Milano, sono caduti a cavallo di Ferragosto. Con un extra budget in mano, e le idee forse non chiarissime su come usarlo, dopo aver chiuso la telenovela Lookman e salutato Leoni, l’Inter aveva bussato alla porta della Roma per il centrocampista francese. O viceversa, dato che all’inizio sembrava proprio il club giallorosso, spinto da esigenze di bilancio e settlement agreement, a gradire parecchio l’affare. Non consumato: all’apertura romanista, magari su caldo suggerimento di Gian Piero Gasperini, ha fatto seguito una repentina chiusura. Per Koné, l’Inter sarebbe arrivata attorno ai 40-45 milioni di euro. Cifre alte, forse nemmeno così tanto per un centrocampista di 24 anni già affermato a livello internazionale. Sembrava l’acquisto perfetto: sin dal suo arrivo, complice il possibile addio di Calhanoglu, Cristian Chivu aveva immaginato un mediano più robusto nel cuore della sua creatura nerazzurra. Non se n’è fatto nulla, e circa la metà di quei soldi sono stati invece investiti dal club di viale della Liberazione per Andy Diouf. Ottima gamba, dicono: fin qui l’ex Rennes, costato 20 milioni, è il vero oggetto misterioso della stagione nerazzurra. E l’Inter non ha (ancora?) cambiato modulo. Senza Koné, col meno pronto Diouf, Chivu ha abbandonato i propositi di rivoluzione. Ammesso che li avesse davvero, ma nel precampionato il 3-4-2-1 si era visto eccome. Tra Serie A e Champions, invece, l’Inter ha quasi sempre indossato il classico abito elegante del 3-5-2. Calhanoglu tra Barella e Mkhitaryan, più Sucic che è l’unico centrocampista ad aver scalfito il minutaggio dei titolarissimi. Troppo affidabili gli automatismi costruiti in quattro anni da Inzaghi sull’eredità di Conte. Ma forse, almeno per ora, anche troppo leggero l’acquisto di Diouf, almeno rispetto a Koné. Che oggi l’Inter ritrova da avversario.