Inter, Chivu: "Sul corner c'erano i nostri migliori saltatori. Serve più cattiveria, meno bellezza"
Cristian Chivu, allenatore dell’Inter, ha commentato a Sky Sport il ko maturato in casa dell’Atlético Madrid: “Brucia per tutti, c’è tanto rammarico. Siamo venuti qui rabbiosi, per cercare di fare molto di più rispetto a quanto raccolto questa sera. Abbiamo subito il gol, abbiamo avuto la forza di reagire, poi ci siamo un po’ abbassati ma anche per merito dell’avversario, che ci ha messo in difficoltà. Con le poche energie abbiamo reagito con i cambi, abbiamo avuto qualche ripartenza che non siamo stati in grado di concludere, e poi all’ultimo è arrivato quel calcio d’angolo dal nulla: avevamo in area i nostri migliori saltatori, ma abbiamo subito il gol”.
I dettagli stanno facendo la differenza in negativo.
“Questa squadra deve saper reagire, deve essere consapevole che è forte e brava. Deve capire il momento, capire che a volte bisogna essere più cinici e non pensare alla bellezza. Ci abbiamo provato, eravamo preparati sulle loro riaggressioni, anche se il primo gol nasce così. Poi abbiamo avuto una reazione, ma non siamo stati in grado di portare il risultato fino alla fine”.
Sta mancando qualcosa in termini di finalizzazione?
“Io riparto dal secondo tempo, ho visto cose che mi sono piaciute. Mi riferisco alla profondità, al gioco nello spazio: bisogna cercare di fare quelle cose, perché con la palla addosso dai sempre tempo all’avversario. Dobbiamo lavorare di più sotto porta, bisogna avere convinzione: so che questa sconfitta può fare male, è la seconda di fila in cui la prestazione è stata buona ma non abbiamo raccolto niente. Dobbiamo diventare ancora più sporchi, più cattivi, e capire i momenti della partita”.
Cosa è mancato?
“Ci aspettavamo una reazione dell’Atletico, abbiamo provato a tamponare la qualità che loro mettono in campo. Veniamo da un derby in cui le energie erano poche e abbiamo cercato di mettere più di quanto avevamo. Per generosità, per quello che tutti hanno dato, io non posso rimproverare nulla a nessuno. È ovvio che i nuovi entrati potevano dare qualcosa in più, metterci più energia: la riguarderemo e impareremo dai nostri errori”.
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