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TUTTO mercato WEBItalia U21, Esposito: "Noi giovani dobbiamo giocare per crescere. Mancini non può fare miracoli"
Dal ritiro della Nazionale Under 21 l’attaccante Sebastiano Esposito, ora in forza al Basilea dove ha collezionato 34 presenze con sette reti, ha parlato della gioia per aver ritrovato la maglia azzurra, ma anche delle difficoltà che i giovani come lui (classe 2002) trovano in Italia: “Per me è un’occasione unica, torno in questa squadra dopo due anni in cui era giusto non convocarmi e ora voglio dimostrare il mio valore e portare a casa i punti necessari per la qualificazione. Cominciamo con il Lussemburgo, una partita difficile: loro sono bravi in contropiede, difendono con il 3-5-2, dobbiamo muovere la palla velocemente e concedere poche ripartenze. Bisogna approcciare bene la gara, andare a tremila sin dall'inizio. Siamo un ottimo gruppo, le difficoltà ci aiutano a crescere, dobbiamo andare lì per la prima di tre finali, un match fondamentale che vogliamo vincere. - continua Esposito come riporta il sito della FIGC soffermandosi sul problema attacco in azzurro e non solo – In attacco abbiamo Immobile che ha vinto un Europeo e meritato la Scarpa d’Oro, è fortissimo. Poi ci sono ottimi attaccanti come Pinamonti, Scamacca, Raspadori. È un momento difficile per la nazionale, non è bello mancare la qualificazione per i Mondiali, ma pochi mesi fa abbiamo vinto un Europeo e dobbiamo restare calmi e aiutare l'Italia. Poco spazio per i giovani? Noi dobbiamo crescere, ma per farlo bisogna giocare perché gli allenamenti possono aiutare a migliorare, ma il campo è necessario altrimenti il ct Mancini non può fare miracoli. Sono appena due i giocatori del 2002 che giocano in Serie A ecco perché dobbiamo cercare spazio all’estero. Io l'ho fatto in Svizzera ed è stata un’esperienza decisamente formativa, pensavo di incontrare maggiori difficoltà, invece ho fatto più presenze al Basilea che in Serie B. Sono migliorato tanto rispetto all'anno scorso, quando ho affrontato diversi problemi nella prima stagione fuori dalla famiglia dell'Inter. In Svizzera sono stato accolto bene, sono stato tutelato, quando poi ci saranno le basi giuste, i progetti giusti, tornerò in Italia”.
		
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