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Juve-Milan è stata davvero una partita-scudetto?TUTTO mercato WEB
Oggi alle 02:12Editoriale
di Antonio Paolino
per Bianconeranews.it

Juve-Milan è stata davvero una partita-scudetto?

Una partita non brillante tra due formazioni che avrebbero voluto vincere, ma che si devono accontentare di un magro pareggio

E' finita a reti inviolate, ma da Juve e Milan ci si aspettava tanto sotto ogni profilo. Ed è finita soprattutto con quel retrogusto amaro per i rossoneri che hanno sprecato qualcosa di più con quel rigore calciato alto e “piatto” da Pulisic. Prima qualche graffio qua e là, da una parte e dall'altra, poi la straordinaria parata di Maignan su tiro ravvicinato, e a colpo sicuro, di Gatti. Per finire, un gol praticamente divorato da Leao. In mezzo tanta imprecisione e quel “rigorino” concesso dal direttore di gara per un intervento di kelly che anche tanti non juventini hanno fatto fatica a catalogare anche solo come fallo di gioco. E senza che sua maestà - la tecnologia - potesse intervenire perché la dinamica del contatto era di totale responsabilità del giudicante in campo.

Fischi - Non è stata una bella partita e lo dimostrano i fischi a fine gara: a partire da quelli per David al momento dell'errore sotto porta e del cambio, ma anche per una squadra in difficoltà nel creare le giuste occasioni da gol per gli stessi suoi attaccanti. Tudor continua a mietere sicurezza nell'intero potenziale offensivo, ma è pur vero che il quinto pareggio ottenuto, tra campionato e coppa, qualche riflessione più approfondita la dovrà far scattare. La Juve resta ancora l'unica squadra imbattuta, ma non trova il modo per mettersi al riparo da critiche soprattutto perché si copre sostanzialmente troppo, producendo trame di gioco ancora poco efficaci. Qualsivoglia attaccante venga schierato in solitaria là davanti sbatte spesso contro la propria ombra e mai a pallone giocabile. Il problema della costruzione c'è e ce lo si trascina addirittura da più di un anno. E fortuna che ci sono, nell'ordine, Conceicao e Yldiz, con le loro brillanti individualità.

Varianti – Affidarsi ad una sola punta, ormai è abbastanza chiaro a tutti, è limitativo. Utilizzare una risorsa come Kalulu nella speranza di trasformarlo in un esterno di centrocampo, porta a rinunciare ad un vero palleggiatore/verticalizzatore in quella zona dove appare altrettanto palese l'inadeguatezza di Joao Mario secondo i criteri dello stesso allenatore. Zhegrova non è ancora pronto, e potrebbe esserlo dopo la pausa, ma fino ad oggi lo si è visto poco. Regge la solidità quando si sta bassi e senza sbavature tra le linee. È un campionato con molte più variabili rispetto ad un anno fa, forse anche più difficile per raggiungere il quarto posto. «L'Inter è la più forte», a detta di Tudor, magari assieme al Napoli, aggiungiamo noi. Senza dimenticare la quasi sorpresa Roma, agganciata alla vetta della classifica non a caso. Poi ci sono Juve e Milan, distaccate di un punto, con le stesse ambizioni, ma anche con quei limiti mostrati proprio nello scontro per sognare di essere ancora da “scudetto”. Non sicuramente quest'anno.