Vlahovic non era scarso prima, non è trascinatore adesso. Forse dopo i gol
Nella schizofrenia che accompagna il racconto della Juventus settimana dopo settimana, Dusan Vlahovic ha sempre un posto speciale. Perché il centravanti serbo è passato dall'essere centrale a panchinaro nel corso del 2024, con la necessità - da parte bianconera - di prolungare il contratto oppure cederlo in estate. Non è successo niente di tutto questo e Vlahovic è rimasto alla Juve, ma con Jonathan David che sembrava il titolare e lui la riserva all'ultimo atto della sua storia.
Con Tudor ha più o meno fatto la stessa cosa, tra panchina e campo, ma senza essere centrale. Perché è stato decisivo quando subentrava, quando sembrava avere una voglia diverso rispetto a quando giocava dal primo minuto, come se gli fosse tutto dovuto. Vero è che l'aspetto motivazionale fa tanto, se non tutto, in un giocatore di Serie A. Il gol contro lo Sporting di Lisbona deve essere il primo di una lunga serie, visto qual è il contratto che Vlahovic si aspetta. Ben sapendo che non sono cambiate le sue idee: sarà disponibile a zero a metà giugno e quindi vuole un bonus alla firma, sull'onda di quanto fatto a gennaio 2022, pur spalmato sugli ultimi due anni di contratto.
La realtà è che Vlahovic dovrà trascinare la Juve in Champions. Altrimenti sarà impossibile pensare anche solo a un'offerta di prolungamento.






