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Marchetti: “Segnali importanti dall’Italia. La Juve deve recuperare Douglas Luiz”
Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Luca Marchetti. Queste le sue parole:
Che segnali stanno arrivando dalla nazionale di Spalletti?
“Ci sono segnali e non bisogna minimizzarli. Si sta creando un gruppo, uno stile e una mentalità vedendo i risultati. Ci è riuscito Mancini con quella striscia di risultati utili consecutivi che ci ha poi portato a vincere l’Europeo. Bisogna stare attenti però perché poi la stessa squadra non si è qualificata al Mondiale. C’è una qualità mediana importante, bisogna seguire le indicazioni dell’allenatore ma si può arrivare alle partite decisive dei tornei e giocarcela. Vincere aiuta a vincere, ieri e anche con il Belgio è stata una nazionale divertente. Con il Belgio non c’è stata solo l’espulsione, ma anche il gol sulla punizione e senza il gol sarebbe stata diversa la partita. La nazionale era andata legittimamente sul 2-0, ieri ha preso il largo nel secondo tempo. Magari non ci sono le stelle, ma c’è un gruppo con tante ottime individualità. Il momento difficile per Spalletti è stato l’Europeo, sente la responsabilità della delusione. Non è riuscito a trasmettere quello che ha trasmesso in questi ultimi due mesi. Se non hai il campione serve il collettivo, quello che ha fatto la Svizzera contro di noi”.
Chi ha i meriti principali di questa crescita di Retegui?
“Su Retegui c’è tanto lavoro anche di Gilardino. Mancini è andato a scovarlo, senza di lui magari sarebbe arrivato in Italia più tardi e senza questa enfasi. Lo seguiva l’Inter, poi con la convocazione il prezzo è schizzato. Da quell’esordio con gol con Mancini è cresciuto, lo scorso anno ha fatto sette gol, tanti quanti ne ha fatti in questo inizio di stagione, ma è cresciuto molto di più nel giocare coi compagni”.
Cosa non sta funzionando con Douglas Luiz?
“Sinceramente non lo so. Penso non sia scattato il feeling con l’allenatore, però se le prestazioni sono queste fa bene Thiago Motta a tenerlo fuori. Perché devo metterti in campo? Se alcune situazioni nascono contropelo, poi è difficile rimetterle a verso. Deve essere brava la Juventus come dirigenza e staff tecnico a recuperare un investimento da 50 milioni di euro. È un giocatore di livello internazionale e della nazionale brasiliana, però c’è stata un’evidente crisi di rigetto”.
Che Lazio si presenterà a Torino per la sfida con la Juventus?
“Baroni ha dimostrato di essere un bravissimo allenatore, ha fatto diversi miracoli come l’ultimo a Verona dove ha allenato due squadre in dodici mesi. Ora alla Lazio ha una squadra di maggiore qualità, è finito il ciclo precedente e la Lazio ha fatto un mercato intelligente. Si sta rinascendo con una nuova Lazio, c’è stato il ricambio generazionale. Zaccagni è il capitano, Dia e Castellanos stanno facendo benissimo in attacco, Tavares è la rivelazione di questo campionato. La Lazio è riuscita ad archiviare quello storico composto da Immobile, Milinkovic e Luis Alberto. È una squadra da non sottovalutare la Lazio”.
Che segnali stanno arrivando dalla nazionale di Spalletti?
“Ci sono segnali e non bisogna minimizzarli. Si sta creando un gruppo, uno stile e una mentalità vedendo i risultati. Ci è riuscito Mancini con quella striscia di risultati utili consecutivi che ci ha poi portato a vincere l’Europeo. Bisogna stare attenti però perché poi la stessa squadra non si è qualificata al Mondiale. C’è una qualità mediana importante, bisogna seguire le indicazioni dell’allenatore ma si può arrivare alle partite decisive dei tornei e giocarcela. Vincere aiuta a vincere, ieri e anche con il Belgio è stata una nazionale divertente. Con il Belgio non c’è stata solo l’espulsione, ma anche il gol sulla punizione e senza il gol sarebbe stata diversa la partita. La nazionale era andata legittimamente sul 2-0, ieri ha preso il largo nel secondo tempo. Magari non ci sono le stelle, ma c’è un gruppo con tante ottime individualità. Il momento difficile per Spalletti è stato l’Europeo, sente la responsabilità della delusione. Non è riuscito a trasmettere quello che ha trasmesso in questi ultimi due mesi. Se non hai il campione serve il collettivo, quello che ha fatto la Svizzera contro di noi”.
Chi ha i meriti principali di questa crescita di Retegui?
“Su Retegui c’è tanto lavoro anche di Gilardino. Mancini è andato a scovarlo, senza di lui magari sarebbe arrivato in Italia più tardi e senza questa enfasi. Lo seguiva l’Inter, poi con la convocazione il prezzo è schizzato. Da quell’esordio con gol con Mancini è cresciuto, lo scorso anno ha fatto sette gol, tanti quanti ne ha fatti in questo inizio di stagione, ma è cresciuto molto di più nel giocare coi compagni”.
Cosa non sta funzionando con Douglas Luiz?
“Sinceramente non lo so. Penso non sia scattato il feeling con l’allenatore, però se le prestazioni sono queste fa bene Thiago Motta a tenerlo fuori. Perché devo metterti in campo? Se alcune situazioni nascono contropelo, poi è difficile rimetterle a verso. Deve essere brava la Juventus come dirigenza e staff tecnico a recuperare un investimento da 50 milioni di euro. È un giocatore di livello internazionale e della nazionale brasiliana, però c’è stata un’evidente crisi di rigetto”.
Che Lazio si presenterà a Torino per la sfida con la Juventus?
“Baroni ha dimostrato di essere un bravissimo allenatore, ha fatto diversi miracoli come l’ultimo a Verona dove ha allenato due squadre in dodici mesi. Ora alla Lazio ha una squadra di maggiore qualità, è finito il ciclo precedente e la Lazio ha fatto un mercato intelligente. Si sta rinascendo con una nuova Lazio, c’è stato il ricambio generazionale. Zaccagni è il capitano, Dia e Castellanos stanno facendo benissimo in attacco, Tavares è la rivelazione di questo campionato. La Lazio è riuscita ad archiviare quello storico composto da Immobile, Milinkovic e Luis Alberto. È una squadra da non sottovalutare la Lazio”.
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