
Zazzaroni sui leader del Milan: "Da Theo-Leao a Rabiot-Modric. E Cavallo Pazzo è cresciuto"
"E s'intende di ippica". Si intitola così l'editoriale del direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, che dedica belle parole al nuovo centrocampista del Milan, Adrien Rabiot. Questo un estratto: "Prima di scrivere di Rabiot - a differenza di Allegri io mi aggiorno - sono andato a rivedere un’intervista abbastanza recente al centrocampista del Milan. Dopo la metà dei ventisei minuti totali, tanto durò la chiacchierata, Rabiot aveva sviluppato prevalentemente un tema: la mentalità vincente di Allegri".
Zazzaroni prosegue così: "Lo volle, ma quando nel 2019 Adrien arrivò effettivamente a Torino, Max non c’era già più. Trombato. «Fu Allegri a incontrarmi pochi mesi prima e mi convinse», è sempre Rabiot che parla, «solo che alla fine di quella stagione lui lasciò la Juve e io mi ritrovai con un altro allenatore». Maurizio Sarri «che all’inizio non mi faceva giocare, perciò mi chiedevo perché mi avessero voluto tanto per poi mettermi in panchina...»".
Infine, veniamo a Juve-Milan: "Un anno dopo, un anno di Marsiglia e De Zerbi dopo, Rabiot sembra ulteriormente cresciuto, così almeno sostengono i collaboratori del tecnico: ha più personalità e un controllo superiore della partita. Proprio la solidità del francese e la statura tecnico-tattica di Modric sono i principali elementi di diversità di questo Milan rispetto al precedente che vedeva in Theo e Leao, due atipici, i leader tecnici, di soluzioni, del gruppo, certamente non quelli dello spogliatoio".
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