
Tudor e l'enigma dei centravanti. La Juventus ha bisogno di trovare la sua punta di riferimento
La Juventus di Igor Tudor è stata colpita dalla pareggite, un po’ come avvenuto a quella di Thiago Motta nel corso della passata stagione. L’autunno bianconero per il momento è più che altro grigio, nel segno della X: con lo 0-0 casalingo contro il Milan sono adesso cinque i pareggi di fila per la Vecchia Signora tra Serie A e Champions League.
In tutto questo, a rappresentare una forte incognita nella Juventus c’è il ballottaggio dei centravanti, che ancora non ha portato a risultati tangibili per Tudor. Contro il Milan la fiducia del tecnico croato, così come avvenuto mercoledì sera sul campo del Villarreal in Champions League, è ricaduta su Jonathan David, ma il canadese non è riuscito a ripagarla. E se all’Estadio de la Ceramica l’immagine della sua triste serata era stato il gol sbagliato a porta vuota, con il Milan la fotografia della partita è l’azione del primo tempo in cui viene liberato in area da Kalulu ma finisce per inciampare da solo.
Numeri alla mano, il centravanti più prolifico della Juventus è Dusan Vlahovic, che però paga sia il paradosso di essersi rivelato fin qui più letale quando entra che non quando viene schierato dall’inizio sia la delicata situazione contrattuale che si trascina dietro da tempo, con inevitabili scorie. E poi c’è Lois Openda, che dei tre appare il più spaesato e meno inserito nel modulo Juventus. Seguendo la strada del 3-4-2-1 sul quale poggia la Juve attualmente, c’è spazio solo per uno di loro. E Tudor è chiamato a risolvere quanto prima l’enigma, per sfruttare il potenziale a propria disposizione.
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