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I quattro schiaffi con la Norvegia potrebbero essere un grande vantaggio…TUTTO mercato WEB
Oggi alle 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

I quattro schiaffi con la Norvegia potrebbero essere un grande vantaggio…

Ero a San Siro per Italia-Norvegia. A fine primo tempo, parlando con alcuni colleghi, si discuteva già sul folle regolamento della FIFA: “Dai, 21 punti come la Norvegia e andiamo ai play-off. È assurdo”, il pensiero di tanti. Ringalluzziti da una prima frazione ai limiti della perfezione (mai visto Locatelli sventagliare con tanta sicurezza), c’è anche chi si augurava una vittoria per almeno 4-0 per “… ribaltare anche lo 0-3 dell’andata e mandare un messaggio alla Fifa”. Purtroppo, il calcio è imprevedibile e, a volte, crudele. Nella ripresa, la bella Nazionale ammirata nei primi 45’ ha lasciato spazio ad una squadra d’azzurro vestita che è stata presa a pallata da Haaland e compagni. I volti di tutti i presenti a San Siro si sono trasfigurati. Cestinati tutti gli articoli abbozzati, spazio a disamine decisamente più a tinte horror. Alla fine, solo i giocatori norvegesi in campo a festeggiare con gli oltre 1000 norvegesi una qualificazione più che meritata con sette gol rifilati all’Italia in due partite: chapeau. Ascoltare Gattuso in conferenza stampa è stata straziante. Non ha nessuna colpa ma si è preso ogni colpa, cercando di difendere i suoi giocatori, quelli che rivedrà a marzo per i play-off. A mente fredda, ho riflettuto sulla (seconda) disfatta con la Norvegia. Onestamente, credo siano stati quattro ceffoni che potrebbero farci bene. In primis, finalmente, si è capito che siamo una squadra mediocre. Ci manca il talento, non abbiamo leader e siamo mentalmente molto fragili. La Norvegia ha certificato quello che in tanti già sapevano ma non volevano ammettere: questa Nazionale è una delle meno qualitative di sempre. Bene, ora che lo sanno tutti, forse c’è una speranza. Dobbiamo andare ai play-off con la consapevolezza che, neppure sulla carta, saremo superiori a chi affronteremo. Serve umiltà e tanto ma tanto cuore. Non abbiamo altro. Serve uno scatto in più, un tackle in più, un recupero in più… Non abbiamo bisogno di inventarci moduli strani o di questo o quel giocatore. Non cambia molto se davanti c’è Kean o Esposito o, se a centrocampo, torna Tonali o scende in campo Locatelli. Non è una questione di uomini ma di cuore. Solo sacrificandoci “all’italiana” andremo al Mondiale. Ciò significa che, anche se dovessimo avere delle difficoltà, tutto va gestito con il cuore. Non abbiamo altro. Credo che Gattuso sia l’uomo giusto per questi play-off. Lui è conscio della situazione e toccherà i tasti giusti poi, però, in campo, ci andranno, più o meno, gli stessi visti a San Siro. E qui la sparo grossa: ben venga la Svezia. Se iniziamo a sperare di incontrare la meno peggio, credo che sarà una tortura, come accaduto con la Norvegia nella ripresa…