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30 ottobre 1977, Renato Curi si accascia sul campo del Perugia. E muore per infartoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 05:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

30 ottobre 1977, Renato Curi si accascia sul campo del Perugia. E muore per infarto

Il 30 ottobre del 1977, allo stadio Comunale di Perugia, i padroni di casa ospitano la Juventus. Ancora imbattuto dopo cinque giornate, il Grifone veleggia verso le primissime posizioni, con Ilario Castagner in panchina. Sarà un anno buono, dal punto di vista dei risultati, anche se non straordinario come quello successivo quando rimane imbattuto fino alla fine, raggiungendo il secondo posto. Il problema è che Sandro Ciotto, voce inconfondibile, chiede la linea via radio a Enrico Ameri. E porta una notizia ferale: "Il centrocampista Curi del Perugia è morto". Lo stadio è il Pian di Massiano e che diventerà, per forza, lo stadio Renato Curi (lo è tutt'ora). Un metro e sessantacinque centimetri di classe e visione di gioco, un regista puro a centrocampo. A Perugia piove tantissimo e, al cinquantesimo, Curi si accascia e finisce a terra. Tre della Juve, cioè Benetti, Bettega e Scirea chiedono l'intervento della barella. Viene praticato un massaggio cardiaco, lui viene portato su un'autoambulanza all'Ospedale di Perugia. Ci arriva in fin di vita e alle 16.30 viene dichiarato morto. Lo stesso Curi ammetteva di avere il "cuore matto", quindi forse potevia intuirlo. Quel giorno la sua presenza era stata incerta fino all'ultimo perché arrivava da un infortunio alla caviglia, mentre il professore Severi, curatore dell'autopsia, spiegherà due giorni dopo: "È stata trovata una malattia cronica del cuore capace di dare morte improvvisa".