La Juventus non è in vendita. E comunque servirebbe una trattativa per oltre 2 miliardi
Ogni volta che negli ultimi anni si è parlato di possibili acquirenti per la Juventus, la posizione della famiglia Agnelli è sempre stata netta: nessuna intenzione di vendere. Anche l’offerta presentata da Tether e respinta dal consiglio di amministrazione di Exor non ha modificato questo orientamento. Anzi, la reazione è apparsa persino più decisa, probabilmente perché, per la prima volta, un potenziale investitore ha messo nero su bianco una valutazione precisa: 725 milioni per il 65,4% del club, pari a circa 1,1 miliardi sull’intero capitale.
Secondo molti analisti, scrive La Gazzetta dello Sport, questa cifra non riflette il reale valore della Juventus. Football Benchmark stima un enterprise value di circa 1,65 miliardi, nonostante l’assenza dalle competizioni europee, mentre Forbes e altri osservatori sottolineano come le valutazioni dei club calcistici siano in forte crescita. Basti pensare alle recenti cessioni di Chelsea, Manchester United e Atletico Madrid, tutte concluse su cifre molto elevate.
La Juventus, pur con bilanci in perdita da diversi anni, resta un marchio globale con grandi potenzialità commerciali, asset immobiliari di primo livello e una base di tifosi internazionale. Su queste basi, una valutazione teorica tra 1,8 e 2 miliardi non appare irrealistica, anche se il prezzo finale dipende sempre dalla volontà del venditore. In Exor, tuttavia, la disponibilità alla cessione sembra minima. La Juventus resta un “trophy asset”, legato da oltre un secolo alla stessa famiglia. Solo davanti a un’offerta eccezionale, probabilmente superiore ai 2 miliardi, potrebbe aprirsi un vero confronto, scrive il quotidiano.
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