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Altro pareggio per l'Italia. Ma no, non è andata come contro la Bulgaria
L'Italia ieri sera ha conquistato il suo 36esimo risultato utile consecutivo. E' un record, è il record che certifica dello straordinario lavoro del commissario tecnico Roberto Mancini. Non che ci fosse bisogno dei numeri, perché a certificare il grande lavoro del ct c'è soprattutto il trionfo di Wembley, l'Europeo vinto. Però ci dice una volta di più dove si è arrivati.
La premessa è doverosa. E non saranno certo due pareggi consecutivi dopo l'Europeo a cambiare il giudizio su una squadra che anche in questi due pareggi avrebbe meritato qualcosa di più. E lo avrebbe meritato soprattutto giovedì sera al Franchi, contro una Bulgaria che ha pareggiato con un solo tiro in porta, contro i 27 degli azzurri.
Quella gara è stata dominata, pareggiata solo perché l'Italia - probabilmente - quella partita pensava di poterla fare sua quando voleva, da un momento all'altro. Ha peccato di sufficienza ed è stata punita. Da un pareggio che, chissà, magari ha dato anche maggiore fiducia alla Svizzera in vista della gara di ieri.
Al St-Jakob Park il match è stato, invece, decisamente più equilibrato. Certo, anche ieri sera capitalizzando il tiro di Berardi a tu per tu con Sommer o il rigore con Jorginho l'Italia avrebbe potuto portarla a casa, ma non è stata la stessa cosa.
Lo dicono i numeri, lo ha detto soprattutto una ripresa che ha visto l'Italia lasciare il passo ai padroni di casa dopo il rigore sbagliato. Ha ragione Mancini quando spiega che le migliori occasioni le abbiamo avute noi, però no, non è stata una partita che avremmo dovuto stravincere. Anche perché dal punto di vista fisico la Svizzera stava decisamente meglio e dal 60esimo in avanti ha conquistato campo e possesso palla, pur senza mai chiamare Donnarumma agli straordinari.
"E' un periodo in cui la palla non vuole entrare", ha detto il ct che poi ha annunciato grandi cambi in vista della Lituania perché la squadra nel secondo tempo è apparsa stanca. Chissà che mercoledì sera non sarà anche l'occasione per provare qualcosa di diverso dal punto di vista tattico, un qualcosa abbozzato già stasera con l'ingresso di Zaniolo al posto di Immobile al 59esimo.
La premessa è doverosa. E non saranno certo due pareggi consecutivi dopo l'Europeo a cambiare il giudizio su una squadra che anche in questi due pareggi avrebbe meritato qualcosa di più. E lo avrebbe meritato soprattutto giovedì sera al Franchi, contro una Bulgaria che ha pareggiato con un solo tiro in porta, contro i 27 degli azzurri.
Quella gara è stata dominata, pareggiata solo perché l'Italia - probabilmente - quella partita pensava di poterla fare sua quando voleva, da un momento all'altro. Ha peccato di sufficienza ed è stata punita. Da un pareggio che, chissà, magari ha dato anche maggiore fiducia alla Svizzera in vista della gara di ieri.
Al St-Jakob Park il match è stato, invece, decisamente più equilibrato. Certo, anche ieri sera capitalizzando il tiro di Berardi a tu per tu con Sommer o il rigore con Jorginho l'Italia avrebbe potuto portarla a casa, ma non è stata la stessa cosa.
Lo dicono i numeri, lo ha detto soprattutto una ripresa che ha visto l'Italia lasciare il passo ai padroni di casa dopo il rigore sbagliato. Ha ragione Mancini quando spiega che le migliori occasioni le abbiamo avute noi, però no, non è stata una partita che avremmo dovuto stravincere. Anche perché dal punto di vista fisico la Svizzera stava decisamente meglio e dal 60esimo in avanti ha conquistato campo e possesso palla, pur senza mai chiamare Donnarumma agli straordinari.
"E' un periodo in cui la palla non vuole entrare", ha detto il ct che poi ha annunciato grandi cambi in vista della Lituania perché la squadra nel secondo tempo è apparsa stanca. Chissà che mercoledì sera non sarà anche l'occasione per provare qualcosa di diverso dal punto di vista tattico, un qualcosa abbozzato già stasera con l'ingresso di Zaniolo al posto di Immobile al 59esimo.
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