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Ricci il regista, Retegui il centravanti, Dimarco la stella: Spalletti ha la sua Italia per 10/11esimi. Chi farà spazio a Barella? Dopo Udine il Mondiale è un po' più vicino: ai sorteggi saremo tra le teste di serie
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Dopo le due gare di ottobre l'Italia è praticamente certa di essere tra le teste di serie ai sorteggi dei gironi di qualificazione al Mondiale 2026. Dieci punti conquistati nelle prime quattro giornate, agli azzurri di Spalletti basterà conquistare un punto a novembre per avere la matematica certezza di concludere il gruppo A2 di Nations League tra i primi due posti. Il primo match-point arriverà il 14 novembre in Belgio, contro una nazionale in crisi che a questo giro ha raccolto un punto solo perché Pellegrini, dopo 39 minuti, ha deciso di lasciare l'Italia in dieci uomini. Il secondo match-point tre giorni più tardi a San Siro, contro una Francia che quasi certamente arriverà all'ultimo appuntamento con già in tasca la qualificazione ai quarti di finale della competizione.
Un punto insomma arriverà, anche perché questa Italia è un'altra Italia rispetto alla squadra brutta e triste vista in Germania. Ma anche non dovesse arrivare, è praticamente impossibile a questo punto che l'Italia non sarà tra le dodici teste di serie visto il buon posizionamento nel Ranking FIFA e la doppia vittoria contro Israele. E' una notizia che deve farci sorridere, non banale perché essere nell'urna 1 a dicembre quando verranno sorteggiati i gironi di qualificazione per il Mondiale 2026 vuol dire avere certezza di non ritrovarsi nel girone le undici migliori squadre europee. E visto com'è andata le ultime due volte, visto che incubi e timori inevitabilmente ce li porteremo dietro, aver garantito un girone sulla carta agevole non è un dettaglio trascurabile: significa aver già fatto un passettino verso la Coppa del Mondo che tra 20 mesi andrà in scena nel Nuovo Continente.
Dal punto di vista del gioco e dell'identità le partite contro Belgio e Israele hanno confermato le buone impressioni destate a settembre. Spalletti ha battuto gli stessi tasti, ha percorso la stessa strada, e s'è ritrovato otto giorni dopo con ancor più certezze. Se sul definitivo passaggio alla difesa a tre già dopo la gara del Parco dei Principi non c'erano più dubbi, per ciò che riguarda gli uomini l'Italia emerge da questi due match con consolidate certezze su chi sono i titolari, chi sono le riserve e chi gli esclusi.
L'Italia è fatta per 10/11esimi. Chi farà spazio a Barella?
Donnarumma è il portiere, l'insostituibile Capitano. La difesa a tre ha in Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori i suoi titolari e in Buongiorno la prima riserva. Cambiaso è l'esterno destro che garantisce i giusti equilibri, Dimarco è il grande fuoriclasse che veleggia sulla sinistra. A centrocampo toccherà far spazio a Nicolò Barella che tornerà a novembre: col calciatore dell'Inter ci saranno Tonali e Ricci, regista del Torino che ieri sera ha definitivamente vinto il ballottaggio con Fagioli.
Il centravanti sarà Mateo Retegui, resta solo da assegnare la 10 alle sue spalle. Frattesi, il bomber di Spalletti, non si vede in quel ruolo e anche se segna una gara sì e l'altra pure 'rischia' di tornare a essere il primo cambio. Non è da escludere però che il CT possa comunque schierarlo qualche metro più avanti, così come non è da escludere che in quella zona di campo continui ad alternare Pellegrini e Raspadori. Ci sono tre calciatori per una maglia, è l'unico dubbio in una Nazionale che nel giro di un mese e mezzo s'è trasformata in una squadra fatta e finita. Definita. Chi l'avrebbe mai detto dopo la figuraccia di Berlino...
Un punto insomma arriverà, anche perché questa Italia è un'altra Italia rispetto alla squadra brutta e triste vista in Germania. Ma anche non dovesse arrivare, è praticamente impossibile a questo punto che l'Italia non sarà tra le dodici teste di serie visto il buon posizionamento nel Ranking FIFA e la doppia vittoria contro Israele. E' una notizia che deve farci sorridere, non banale perché essere nell'urna 1 a dicembre quando verranno sorteggiati i gironi di qualificazione per il Mondiale 2026 vuol dire avere certezza di non ritrovarsi nel girone le undici migliori squadre europee. E visto com'è andata le ultime due volte, visto che incubi e timori inevitabilmente ce li porteremo dietro, aver garantito un girone sulla carta agevole non è un dettaglio trascurabile: significa aver già fatto un passettino verso la Coppa del Mondo che tra 20 mesi andrà in scena nel Nuovo Continente.
Dal punto di vista del gioco e dell'identità le partite contro Belgio e Israele hanno confermato le buone impressioni destate a settembre. Spalletti ha battuto gli stessi tasti, ha percorso la stessa strada, e s'è ritrovato otto giorni dopo con ancor più certezze. Se sul definitivo passaggio alla difesa a tre già dopo la gara del Parco dei Principi non c'erano più dubbi, per ciò che riguarda gli uomini l'Italia emerge da questi due match con consolidate certezze su chi sono i titolari, chi sono le riserve e chi gli esclusi.
L'Italia è fatta per 10/11esimi. Chi farà spazio a Barella?
Donnarumma è il portiere, l'insostituibile Capitano. La difesa a tre ha in Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori i suoi titolari e in Buongiorno la prima riserva. Cambiaso è l'esterno destro che garantisce i giusti equilibri, Dimarco è il grande fuoriclasse che veleggia sulla sinistra. A centrocampo toccherà far spazio a Nicolò Barella che tornerà a novembre: col calciatore dell'Inter ci saranno Tonali e Ricci, regista del Torino che ieri sera ha definitivamente vinto il ballottaggio con Fagioli.
Il centravanti sarà Mateo Retegui, resta solo da assegnare la 10 alle sue spalle. Frattesi, il bomber di Spalletti, non si vede in quel ruolo e anche se segna una gara sì e l'altra pure 'rischia' di tornare a essere il primo cambio. Non è da escludere però che il CT possa comunque schierarlo qualche metro più avanti, così come non è da escludere che in quella zona di campo continui ad alternare Pellegrini e Raspadori. Ci sono tre calciatori per una maglia, è l'unico dubbio in una Nazionale che nel giro di un mese e mezzo s'è trasformata in una squadra fatta e finita. Definita. Chi l'avrebbe mai detto dopo la figuraccia di Berlino...
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