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Quali obiettivi per il Milan? Tare: "Sarei un bugiardo se dicessi di non volere Scudetto o Champions"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 15:52Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Quali obiettivi per il Milan? Tare: "Sarei un bugiardo se dicessi di non volere Scudetto o Champions"

Presente al Social Football Summit, il direttore sportivo del Milan, Igli Tare, ha parlato di vari argomenti. Queste le sue parole raccolte da TMW. Come è diventato direttore sportivo? "Io sono entrato per firmare un contratto da giocatore e sono diventato direttore ma con Lotito tutto può succedere. Visionario lui o folle lei? Visionario lui perché aveva già capito tante cose di me". Quanto ha impiegato per accettare? “Ho deciso in due giorni perché all’epoca ero anche capitano della nazionale albanese. Poi il giorno dopo sono andato a presentarmi da nuovo direttore sportivo ai miei ex compagni di squadra ed è stato davvero difficile dirglielo. Mi sono allenato per un anno con i miei ex compagni per un anno”. È subentrato a Sabatini? "Non mi è pesato subentrare dopo di lui. Walter è una mente straordinaria e ho imparato davvero tanto da lui. Ho cercato subito di entrare nel mio lavoro, non ho avuto il tempo perché dopo due settimane era partito il ritiro ed era una cosa nuova, alla quale dovevo abituarmi. Ho aperto le porte per tutti, volevo imparare il colloquio con la gente. I primi tre mesi sono stati molto utili". Lei è un direttore da campo o da costruzione della squadra? "Io faccio tutto e due, perché per costruire una squadra hai bisogno di capire le situazioni di campo. È fondamentale fare entrambe le cose bene. Tu devi conoscere da vicino tutte le problematiche di questo lavoro soprattutto nelle squadre con i grandi campioni che devono avere spazio”. Tu scegli in base al carattere? "Sì il carattere è fondamentale. Non è da tutti giocare all’Olimpico o al Meazza. È fondamentale prendere giocatori che hanno voglia di sbagliare, perché chi riesce a reagire dopo gli errori dimostra di essere da grande squadra”. Cosa è cambiato ora? “Io faccio le stesse cose di quindici anni fa perché dobbiamo rimanere giovani nella testa. L’esperienza ti insegna tanto perché il calcio di oggi è frenetico e non ti dà tempo. Io ho imparato tanto dalle grandi sconfitte perché solo dopo quelle riesci ad imparare. I ragazzi di oggi sono molto più sensibili, bisogna entrare in profondità, guadagnano come un’azienda”. Come si pone di fronte alle risorse dello scouting? "Non sono un grande fan dei dati e dell’intelligenza artificiale, per me sono cose che aiutano ad avere una visione ancora più ampia, però là sensibilità nel capire caratteristiche e personalità dei giocatori non te la danno. Vanno usate nel modo giusto, alla lunga serve anche tanto altro: l’esperienza è fondamentale, serve una profonda conoscenza dei valori umani delle persone". Quanto conta l’intuizione? "Combacia con l’idea di creare un progetto, come il Milan, in cui abbiamo deciso di portare dei giocatori “anziani” come Modric che in realtà è il più giovane di tutti". Si è dato un obiettivo per far vincere il Milan? "Sarei un bugiardo a dirti non voglio vincere lo Scudetto o la Champions. Però serve un po’ più di pazienza perché la squadra deve consolidarsi in questi mesi. Purtroppo abbiamo avuto tanti infortuni che hanno inciso, ma siamo sulla buona strada. Ho il desiderio di vincere con questo club glorioso". Si aspettava di essere a questo livello? "Io mi aspettavo di essere in questa posizione anche grazie agli arrivi di Rabiot e Nkunku”. Le differenze con la Lazio? “Siamo organizzati in maniera diversa rispetto alla Lazio. Ti piacciono le riunioni? Stare con Zlatan è sempre bello. Poi io era abituato ad una gestione molto corta e qua dobbiamo essere bravi a collaborare per un grosso obiettivo”. Sulla Lazio? "In 15 anni abbiamo portato una squadra che aveva un salario massimo di 500 mila, ad arrivare a giocatori come Luis Alberto, Immobile… che guadagnavano più di 4-5 milioni di euro". Cosa si è portato al Milan? "Quello spirito che si era creato con Simone Inzaghi perché eravamo una famiglia. Questa gestione mi piace e vorrei crearla anche nel Milan. Sono molto contento perché abbiamo creato un rapporto di grande empatia con lo staff di Allegri”. Sulle mancanza delle Coppe? “Ci sono dei pro e contro. Noi abbiamo cambiato tanto, ma possiamo lavorare tanto perché no giochiamo in Europa. Ora abbiamo le basi per creare il futuro”. Cosa cerca in un giocatore? "La personalità. Io analizzo come reagisce un calciatore dopo l’errore. Poi ci sono la fisicità e l’intensità". Si può lavorare sulla personalità di un giocatore? "Sì, dobbiamo farli sentire importanti perché non tutti hanno un carattere forte. Devono lavorare insieme per crescere come squadra “. Il talento più cristallino? "Ravel Morrison. L’ho portato alla Lazio per riaccenderlo, ma non si poteva. Però in allenamento faceva cose incredibili”. Qual è il giocatore con più personalità? Modric personalità atipica, dopo le vittorie vedendolo festeggiare nello spogliatoio come un bambino di 10 anni e la cosa più bella del mondo. Come si descriverebbe? “Personalità, determinazioni e sincerità”. Sul Derby? “Conosco bene quello di Roma, ma sono curioso di vivere quello di Milano. Poi io ero tifoso del Milan quindi per me è molto speciale. Questo sono partite che non si vincono ma si giocano. Sarà importante ma non fondamentale. Sarà importante per la città e per dare credibilità al progetto”. Ho sempre detto di essere tifoso del Milan e realizzare questo sogno per me è stato bellissimo”. Un giocatore del Milan ti ha chiesto un selfie? "Sì Sandro Tonali perché era mio tifoso quando giocavo al Brescia”. Che stagione sta vedendo? Onestamente perché la classifica è molto corta e cambia ogni settimana. L’equilibrio è fondamentale e noi dobbiamo pensare a tornare in Champions. Questo è un momento chiave della stagione e ci dispiace per il pareggio a Parma. Per noi è importante vincere per non perdere punti in classifica. A marzo capirei se saremo in grado di vincere. Non era scontato ma sapevo che potevamo competere”. Quante volte si sente con Allegri? "Parecchie e abbiamo un grande rapporto con lui. Max trasmette emozioni al gruppo. Mercato? Non ci stiamo pensando”. Che mercato farete? "Non lo so, ma saremo molto attenti ad ogni opportunità. Non penso sarà un mercato importante ma saremo pronti se sarà utile”.