Pulisic segna un gol all’ora: Milan, serve davvero un altro attaccante?
A Christian Pulisic bastano 24 minuti - in realtà già dopo 35 secondi si era capito l’andazzo - per ribaltare il Torino e portare il Milan in vetta. L’attaccante statunitense, dimenticata la febbre, ieri sera ha agganciato Lautaro Martinez in vetta alla classifica marcatori del campionato di Serie A. Con una differenza non banale: se il capitano argentino dell’Inter ha impiegato 1.063 minuti per segnare i suoi sette gol (uno ogni 151’), a Captain America ne sono bastati 446. Significa che Pulisic segna un gol ogni 63 minuti. Considerando anche i due assist sfornati, significa che contribuisce alle sorti del Milan con una realizzazione ogni 50 minuti: con lui, si parte quasi dal 2-0.
Serve davvero un centravanti? A gennaio, non è un mistero, Igli Tare è impegnato nella ricerca di un nove da mettere a disposizione di Max Allegri. Missione non centrata in estate, rinnovata per l’inverno: da Fullkrug a Mateta, i nomi sono tanti. Visto il rendimento di Pulisic, e la presenza di Rafael Leao, il dubbio sulla bontà dell’eventuale investimento è quantomeno legittimo: se loro due stanno bene, giocano loro. Considerato che il Milan non ha le coppe, lo spazio per un ulteriore innesto si andrebbe a ridurre ulteriormente. E non è questo l’unico fattore.
Attenti a quei due. Un centravanti, ad Allegri, potrebbe servire dal punto di vista tattico. In alcune partite serve qualcuno che allunghi la squadra e faccia un lavoro che né Pulisic né Leao - per quanto il tecnico livornese stia evidentemente lavorando su Rafa in tal senso - hanno nelle loro corde. È un contributo che, pur se finora senza gol, riesce comunque a fornire il buon e deludente Santi Gimenez. Per il quale solo un anno fa il Milan ha investito poco più di 30 milioni di euro. Da sommare ai 37 (più 5) sborsati in estate per Christopher Nkunku: al di là dei due titolarissimi (e del fatto che il messicano dovrebbe partire, per fare spazio a un altro nove) un nuovo innesto nel reparto svaluterebbe due investimenti da difendere.
In difesa… Riconsiderare l’investimento in attacco porterebbe inoltre Tare a poter valutare anche altri reparti. È vero che la difesa offre un rendimento soddisfacente: il Milan ha la seconda miglior difesa del campionato (11 gol al passivo contro gli 8 della Roma), mica male. E che l’attacco potrebbe dare di più: 22 le reti all’attivo, come il Napoli, ma meno dieci dall’Inter. Sta di fatto che, nei singoli, la retroguardia del Milan, specie se ormai l’assetto a tre non sarà rivisto, potrebbe aver bisogno di un supporto, quantomeno. Idem le fasce: a destra Saelemaekers fa gli straordinari, a sinistra Bartesaghi ed Estupinan convincono solo a sprazzi. E una catena, si dice, è forte quanto il suo anello più debole.
Altre notizie
Ultime dai canali
Primo piano






