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Derby in contropiede: Milan Allegrissimo. La rivincita di un allenatore “bollito”. Maignan va fatto firmare. Inter, quanto spreco. Juve: Comolli ha sbagliato il mercato. Spalletti come TudorTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 00:02Editoriale
di Enzo Bucchioni

Derby in contropiede: Milan Allegrissimo. La rivincita di un allenatore “bollito”. Maignan va fatto firmare. Inter, quanto spreco. Juve: Comolli ha sbagliato il mercato. Spalletti come Tudor

Un contropiede fantastico e un portiere che para tutto. E’ questa l’estrema sintesi di un Derby che conferma in pieno la candidatura-scudetto del Milan e il rilancio di un calcio essenziale che funziona sempre quando è giocato con personalità e convinzione. Diciamolo: è la grande rivincita di Massimiliano Allegri. Dopo un anno di stop è tornato proprio con questo spirito, “ve lo faccio vedere io” è la sua parola d’ordine che ha trasmesso a tutta la squadra. Il Milan come Allegri reduci da difficoltà e delusioni, uniti da questa grande energia, la voglia di ritornare protagonisti. Qualcuno, in eccesso, lo aveva messo nel club dei bolliti con poca generosità e scarsa conoscenza del pallone, il rispetto per i quattordici titoli e una grande carriera andava sempre mantenuto. Semplicemente Allegri ha sbagliato ad accettare la Juve-bis e lo scontro fra giochisti e risultatisti, si è incartato con superficialità in un calcio vecchio, senza voler comprendere le novità. Ha fatto male nei due anni di Juve, pur fra mille ostacoli societari. Stando fuori, con umiltà, ha capito gli errori, s’è rimesso in gioco, lo abbiamo già scritto ma ripetiamolo, ha studiato, cambiato qualche idea, irrobustito lo staff portandolo a undici specialisti. Ora è un allenatore del “primo non prenderle”, ma evoluto. Al Milan chiede anche di alzare la difesa a centrocampo, quando riparte attacca con più uomini, chiede pressing e recupero palla, un calcio all’italiana, ma non solo, più dinamico, più aggressivo, tutti principi che nella Juve non si vedevano. C’è carattere, la voglia di resistere, di lottare, ma anche un’organizzazione messa in mano a un Maestro come Modric: il gioco funziona. Il Milan crede fortemente in quello che fa e il rendimento ad alto livello di tanti giocatori che l’anno scorso sembravano dei rottami lo dimostra. Allegri è tornato ad essere centrale e carismatico. Il Milan è tornato il Milan. E il tutto con un mercato incompleto, manca un vero centroavanti, ma non solo. E’ da agosto che lo scrivo: senza le coppe può fare il percorso del Napoli dell’anno scorso. Comunque sarà in zona-scudetto fino in fondo e la classifica lo dimostra. L’Inter avrebbe meritato il pareggio, ha colpito due pali, sbagliato un rigore, ha fatto di più la partita. Ma il Milan ha piazzato un contropiede micidiale e comunque è stato capace di difendersi con ordine, di lottare su tutti i palloni, di prendersi i momenti sporchi. L’Inter questo non lo sa fare. Vince quando è stradominante, quando gioca ad alta velocità. Se fatica a giocare il suo calcio si incarta: è un limite. Non a caso ha perso contro Juve, Napoli e Milan meritando sicuramente di più. Ieri sera Chivu non è stato neppure fortunato con i due pali e lo specialista Calhanoglu che sbaglia un rigore. Anzi, l’ha parato Maignan. E qui si apre un altro tema. Il portiere francese è in scadenza e non vuole rinnovare alle condizioni del Milan. O forse in assoluto. Va convinto, non si può lasciar andar via un portiere così, uno che a fine stagione ti porta una decina di punti. Ieri sera tre. Il futuro del Milan passa anche attraverso certe scelte, nel passato non sempre gestite bene. Davanti ora ci sono cinque squadre, la Roma (complimenti a Gasp) dietro Milan, Napoli, Inter e il sorprendente Bologna di Italiano. A naso, ma soprattutto dopo dodici giornate, questo treno potrebbe durare fino alla fine e lottare per tutto. Non c’è la Juve che non vince più. Se a Firenze ci fosse stato ancora Tudor in panchina nessuno se ne sarebbe accorto. Prestazione non da squadra, poche idee e confuse, scarsa perfino l’aggressività. Spalletti dovrà superarsi, per ora la sua mano s’è vista poco, per giocare il suo calcio a questa squadra mancano la qualità in troppi giocatori, ma anche l’umiltà. E poi vengono a galla gli errori del mercato di Comolli. E’ stata costruita una squadra zoppa, spesi soldi inutilmente. L’idea e gli euro investiti per David, Openda e Zhegrova sanno di assurdo, non giocavano con Tudor, non giocano con Spalletti: qualche motivo ci sarà. La Juve dei francesi non funziona, per Elkann continua la stessa storia…”e io pago”…