Inter-Milan 0-1, le pagelle: è il derby di Maignan, non quello di Calhanoglu. Allegri di corto muso
Inter-Milan 0-1: risultato finale
LE PAGELLE DELL'INTER (a cura di Dimitri Conti)
Sommer 5 - Poco operativo nel primo tempo, forse non ha scaldato le mani a sufficienza all’intervallo. Fatto sta che la sua respinta su Saelemaekers è troppo corta e spalanca la strada a Pulisic. Torna a dover fare poco per il resto, ma l’incertezza costa cara.
Akanji 5.5 - Nel pre-partita stuzzica, ricordando come abbia scelto l’Inter al posto del Milan nel mercato estivo e lanciando la sfida a Leao. Colto in leggero ritardo sulla chiusura su Pulisic, che va a sbloccare il derby. Non sfrutta un pallone buono in attacco.
Acerbi 6 - Fa tremare la traversa e mezza Milano calcistica a metà primo tempo. La mancanza di peso dell’azione offensiva rossonera lo vede poco impegnato, gli avanti del Diavolo non riescono a sfruttare la differenza di passo nei suoi confronti.
Dall’85’ Esposito sv.
Bastoni 6 - Meno appariscente del solito in conduzione palla, è più concentrato nel non lasciare spazi alle sue spalle. E va detto che ci riesce per quasi tutta la partita. Probabilmente non è posizionato al meglio però sul gol di Pulisic.
Carlos Augusto 5,5 - Ha già giocato a destra, ma il debutto da titolare arriva proprio nella notte del derby. Visto che non sembra al massimo del suo agio nell’adattamento, viene da chiedersi in quali condizioni versi Luis Henrique.
Barella 5,5 - Lo vedi anche a coprire porzioni di fascia in alcuni tratti della partita, ma quando il peso della posta in palio inizia a farsi sentire tra i contendenti, svanisce progressivamente come peso specifico nel contributo. Esce prima della fine, forse stanco.
Dall’85’ Diouf sv.
Calhanoglu 4 - Orchestra con precisione nelle iniziali fasi di percussione nerazzurra. Poi però entra tra i protagonisti di Inter-Milan nel senso sbagliato: perde palla sul gol partita e fallisce un altro rigore pesante, il secondo con l’Inter dopo Napoli nel campionato scorso.
Dal 78’ Zielinski sv.
Sucic 6 - Primo derby da giocatore dell’Inter, mostra personalità nell’approccio ad un appuntamento tanto importante. Non di rado lo si vede scendere in solitaria per provare a dare brillantezza alle trame nerazzurre: non sempre lucido, ma ci ha dato dentro.
Dimarco 6 - È il suo mancino a produrre la prima palla gol del derby, ma è anche dalla sua fascia che nasce la sgroppata di Saelemaekers che va a finire in rete. Non è un gol direttamente imputabile a lui, ma il suo voto in pagella cala leggermente.
Lautaro Martinez 5,5 - Dopo una prima mezz’ora anonima, inizia a entrare in partita. E serve un Maignan di nuovo super per impedirgli il vantaggio. Incoraggiante fino all’intervallo, per metà del secondo tempo è però di nuovo grigio. E Chivu lo toglie.
Dal 66’ Bonny 5 - Tante volte si è rivelato un fattore per l’Inter e soprattutto per Chivu, che ci si affida anche stavolta. Ma non viene ripagato: il suo ingresso non è incisivo e nel finale spara in curva uno dei tanti palloni buoni costruiti dall’Inter.
Thuram 6,5 - Uomo più pericoloso del buon avvio interista, costringe Maignan subito agli straordinari ed elargisce assist ai compagni. Non solo, conquista anche d’astuzia un rigore, ma non viene sfruttato neanche quello. Poteva fare poco di più.
Cristian Chivu 6 - L’Inter aggredisce il derby con intensità e per gran parte del primo tempo costruisce le palle gol più pericolose, colpendo per ben due volte i legni prima dell’intervallo. Al primo vero tiro in porta del Milan, a inizio ripresa, però va sotto: il calcio, soprattutto contro Allegri, è così. Prende una decisione non banale togliendo per primo capitan Lautaro, poco dopo i suoi sprecano anche un rigore. I presupposti per vincere il derby li ha creati, ma ha finito per perdere.
LE PAGELLE DEL MILAN (a cura di Giacomo Iacobellis)
Maignan 8,5 - Serata da capitano silenzioso. Tiene in piedi il Milan già nel primo tempo con due interventi straordinari su Thuram e Lautaro. Sul rigore di Calhanoglu firma un capolavoro: studia l’esecuzione, apre lo specchio per invogliare il tiro e poi si chiude su di lui con una rapidità feroce. L’istinto è da fenomeno, la lettura da portiere che conosce il derby meglio di chiunque altro.
Tomori 6,5 - Solido, applicato, sempre dentro la partita. Non è semplice coprire gli spazi lasciati da un centrocampo che a tratti si allunga, ma lui resta lucido nella gestione degli uno contro uno e pulito nei tempi.
Gabbia 6,5 - Parte timido, finisce da veterano. Tiene botta nei duelli con Lautaro e Thuram, non si scompone mai e dà ordine alla linea difensiva quando l’Inter aumenta la pressione. Una prestazione di pura affidabilità.
Pavlovic 6 - Gara di ombre e luci. Il fallo da rigore pesa e condiziona la valutazione, ma nell’uno contro uno con Thuram trova coraggio e fisicità, e quando può accompagna l’azione per dare un’uscita pulita alla squadra.
Saelemaekers 7 - Energia pura sulla destra. È ovunque: raddoppia, strappa, riparte. Sull’azione del gol attacca la profondità con ferocia e genera la respinta da cui nasce il gol di Pulisic. Dimarco gli vede spesso solo la maglietta.
Fofana 6,5 - Una gara a due volti. Fatica nelle corse all’indietro e nel leggere le combinazioni interiste tra le linee, ma si riscatta avviando con personalità la transizione del gol: una conduzione decisa, convinta, da centrocampista totale. (Dal 79' Ricci s.v.)
Modric 7 - Non scintillante come nelle sue notti migliori, ma prezioso. Si muove con intelligenza chirurgica: occupa gli spazi giusti, dirige il traffico quando c’è bisogno di respirare e dà ai compagni la sensazione che tutto sia sotto controllo. Un derby affrontato da maestro.
Rabiot 7 - Ritorno pesante. Dà muscoli, profondità e presenza mentale. Quando decide di accelerare strappa di forza il centrocampo nerazzurro, quando serve calma si mette in regia aggiungendo equilibrio. Leader silenzioso.
Bartesaghi 6,5 - Nessun timore reverenziale. Costruisce la prima occasione rossonera con un mancino che taglia l’area, mette cross fastidiosi per la difesa interista e resta lucido anche nel finale, quando l’Inter prova a sfondare da ogni lato. Una conferma importante.
Pulisic 7,5 - L’uomo delle serate pesanti. Segna da rapace, attacca l’area con cattiveria e già nel primo tempo sfiora il vantaggio con un destro morbido ma insidioso. È sempre nel vivo della manovra e incarna la freddezza del grande giocatore. (Dal 79' Nkunku s.v.)
Leao 6 - A tratti imbrigliato, ma non si tira mai indietro. La giocata che avvia l’azione del gol è sua: una progressione che ribalta il campo e apre il varco per la ripartenza decisiva. Meno brillante sul piano creativo, molto più utile sul piano del sacrificio. (Dall'86' Loftus-Cheek s.v.)
Massimiliano Allegri 7,5 LE PAGELLE DEL MILAN (a cura di Giacomo Iacobellis)
Maignan 8,5 - Serata da capitano silenzioso. Tiene in piedi il Milan già nel primo tempo con due interventi straordinari su Thuram e Lautaro. Sul rigore di Calhanoglu firma un capolavoro: studia l’esecuzione, “apre” lo specchio per invogliare il tiro e poi si chiude su di lui con una rapidità feroce. L’istinto è da fenomeno, la lettura da portiere che conosce il derby meglio di chiunque altro.
Tomori 6,5 - Solido, applicato, sempre dentro la partita. Non è semplice coprire gli spazi lasciati da un centrocampo che a tratti si allunga, ma lui resta lucido nella gestione degli uno contro uno e pulito nei tempi.
Gabbia 6,5 - Parte timido, finisce da veterano. Tiene botta nei duelli con Lautaro e Thuram, non si scompone mai e dà ordine alla linea difensiva quando l’Inter aumenta la pressione. Una prestazione di pura affidabilità.
Pavlovic 6 - Gara di ombre e luci. Il fallo da rigore pesa e condiziona la valutazione, ma nell’uno contro uno con Thuram trova coraggio e fisicità, e quando può accompagna l’azione per dare un’uscita pulita alla squadra.
Saelemaekers 7 - Energia pura sulla destra. È ovunque: raddoppia, strappa, riparte. Sull’azione del gol attacca la profondità con ferocia e genera la respinta da cui nasce il gol di Pulisic. Dimarco gli vede spesso solo la maglietta.
Fofana 6,5 - Una gara a due volti. Fatica nelle corse all’indietro e nel leggere le combinazioni interiste tra le linee, ma si riscatta avviando con personalità la transizione del gol: una conduzione decisa, convinta, da centrocampista totale. (Dal 79' Ricci s.v.)
Modric 7 - Non scintillante come nelle sue notti migliori, ma prezioso. Si muove con intelligenza chirurgica: occupa gli spazi giusti, dirige il traffico quando c’è bisogno di respirare e dà ai compagni la sensazione che tutto sia sotto controllo. Un derby affrontato da maestro.
Rabiot 7 - Ritorno pesante. Dà muscoli, profondità e presenza mentale. Quando decide di accelerare strappa di forza il centrocampo nerazzurro, quando serve calma si mette in regia aggiungendo equilibrio. Leader silenzioso.
Bartesaghi 6,5 - Nessun timore reverenziale. Costruisce la prima occasione rossonera con un mancino che taglia l’area, mette cross fastidiosi per la difesa interista e resta lucido anche nel finale, quando l’Inter prova a sfondare da ogni lato. Una conferma importante.
Pulisic 7,5 - L’uomo delle serate pesanti. Segna da rapace, attacca l’area con cattiveria e già nel primo tempo sfiora il vantaggio con un destro morbido ma insidioso. È sempre nel vivo della manovra e incarna la freddezza del grande giocatore. (Dal 79' Nkunku s.v.)
Leão 6 - A tratti imbrigliato, ma non si tira mai indietro. La giocata che avvia l’azione del gol è sua: una progressione che ribalta il campo e apre il varco per la ripartenza decisiva. Meno brillante sul piano creativo, molto più utile sul piano del sacrificio. (Dall'86' Loftus-Cheek s.v.)
Massimiliano Allegri 7,5 - LE PAGELLE DEL MILAN (a cura di Giacomo Iacobellis)
Maignan 8,5 - Serata da capitano silenzioso. Tiene in piedi il Milan già nel primo tempo con due interventi straordinari su Thuram e Lautaro. Sul rigore di Calhanoglu firma un capolavoro: studia l’esecuzione, “apre” lo specchio per invogliare il tiro e poi si chiude su di lui con una rapidità feroce. L’istinto è da fenomeno, la lettura da portiere che conosce il derby meglio di chiunque altro.
Tomori 6,5 - Solido, applicato, sempre dentro la partita. Non è semplice coprire gli spazi lasciati da un centrocampo che a tratti si allunga, ma lui resta lucido nella gestione degli uno contro uno e pulito nei tempi.
Gabbia 6,5 - Parte timido, finisce da veterano. Tiene botta nei duelli con Lautaro e Thuram, non si scompone mai e dà ordine alla linea difensiva quando l’Inter aumenta la pressione. Una prestazione di pura affidabilità.
Pavlovic 6 - Gara di ombre e luci. Il fallo da rigore pesa e condiziona la valutazione, ma nell’uno contro uno con Thuram trova coraggio e fisicità, e quando può accompagna l’azione per dare un’uscita pulita alla squadra.
Saelemaekers 7 - Energia pura sulla destra. È ovunque: raddoppia, strappa, riparte. Sull’azione del gol attacca la profondità con ferocia e genera la respinta da cui nasce il gol di Pulisic. Dimarco gli vede spesso solo la maglietta.
Fofana 6,5 - Una gara a due volti. Fatica nelle corse all’indietro e nel leggere le combinazioni interiste tra le linee, ma si riscatta avviando con personalità la transizione del gol: una conduzione decisa, convinta, da centrocampista totale. (Dal 79' Ricci s.v.)
Modric 7 - Non scintillante come nelle sue notti migliori, ma prezioso. Si muove con intelligenza chirurgica: occupa gli spazi giusti, dirige il traffico quando c’è bisogno di respirare e dà ai compagni la sensazione che tutto sia sotto controllo. Un derby affrontato da maestro.
Rabiot 7 - Ritorno pesante. Dà muscoli, profondità e presenza mentale. Quando decide di accelerare strappa di forza il centrocampo nerazzurro, quando serve calma si mette in regia aggiungendo equilibrio. Leader silenzioso.
Bartesaghi 6,5 - Nessun timore reverenziale. Costruisce la prima occasione rossonera con un mancino che taglia l’area, mette cross fastidiosi per la difesa interista e resta lucido anche nel finale, quando l’Inter prova a sfondare da ogni lato. Una conferma importante.
Pulisic 7,5 - L’uomo delle serate pesanti. Segna da rapace, attacca l’area con cattiveria e già nel primo tempo sfiora il vantaggio con un destro morbido ma insidioso. È sempre nel vivo della manovra e incarna la freddezza del grande giocatore. (Dal 79' Nkunku s.v.)
Leão 6 - A tratti imbrigliato, ma non si tira mai indietro. La giocata che avvia l’azione del gol è sua: una progressione che ribalta il campo e apre il varco per la ripartenza decisiva. Meno brillante sul piano creativo, molto più utile sul piano del sacrificio. (Dall'86' Loftus-Cheek s.v.)
Massimiliano Allegri 7,5 - Legge bene il derby e lo incastra sulla solidità: squadra corta, aggressiva nei momenti chiave e capace di soffrire senza sbandare. La scelta di Pulisic titolare si rivela decisiva, così come l’idea di sfruttare le ripartenze sugli esterni. I cambi sono logici e aiutano a mantenere l’equilibrio nel finale. Porta a casa un derby sporco, duro, che richiedeva cinismo e gestione: esattamente il suo habitat.













