Si può essere belli anche se sporchi di fango: la lezione del Napoli a Cagliari
Il giorno dopo una vittoria così importante, come quella del Napoli a Cagliari, apre a riflessioni di ogni genere, modo e maniera. Perché quella che abbiamo visto ieri in Sardegna è la nuova versione del Napoli, l’inizio di una serie tv dopo che abbiamo finito quella che ci ha rubato il cuore. Tutto questo passando per 12 mesi di transizione, dove avremmo voluto spegnere la tv, ma lo spettacolo seppur di basso livello doveva andare avanti. Ora però c’è Conte sulla panchina del Napoli, un condottiero e un allenatore diverso da quelli avuti sulla panchina azzurra: un amante della sciabola anziché della musica sinfonica in campo.
Cagliari è stata una battaglia, la partita sporca che tutti ci aspettavamo non sapendo però se questo nuovo Napoli fosse davvero pronto per cambiare pelle dopo anni con lo stesso vestito. La risposta affermativa è arrivata, da chi adesso porta il peso della novità sulle spalle, come il numero undici Lukaku. Il belga, accompagnato dal suo nuovo “Lautaro”, ovvero Kvaratskhelia, fornisce due assist, uno per il capitano Di Lorenzo che sblocca la gara e uno proprio per il georgiano, facendo anche gol con la complicità del portiere cagliaritano Scuffett. Prestazione da operai con smoking per i ragazzi di Conte, soprattutto anche per Alessandro Buongiorno che, con un colpo di testa su una pennellata di angolo del solito Neres (Già 3 assist per il brasiliiano), ha chiuso la gara con il lucchetto sullo 0-4. Il Napoli si è dimostrato maturo, bello nella sua nuova veste da operaio sporco di fango. Quanto basta per pensare in grande.