
L'importanza del mercato invernale: Ondrejka diamante grezzo, Pellegrino bomber di razza
Un mercato costruito con intelligenza, volto a consolidare il presente ma senza perdere di vista il futuro. Il Parma ha approcciato la finestra invernale con lucidità, consapevole delle proprie necessità e del contesto: una squadra in lotta per la salvezza, falcidiata da alcuni infortuni ma decisa a trovare nuove risorse, tecniche e mentali, per affrontare la fase cruciale della stagione.
Il bilancio, a distanza di qualche settimana, sembra sorridere alla dirigenza ducale. Non solo numericamente l’organico è stato arricchito, ma alcuni degli innesti stanno dimostrando di poter incidere sin da subito. È il caso, lampante, di Pellegrino e Ondrejka, autentiche sorprese di questa seconda parte di campionato. L’argentino ha lasciato subito il segno: una doppietta nel match casalingo contro il Torino e il gol vittoria sul campo della Juventus lo hanno consacrato come uno dei volti nuovi più determinanti.
Percorso simile per lo svedese, che ha bucato la porta della Lazio con una doppietta e ha trovato la sua prima gioia in Serie A contro l’Inter. Gol pesanti, certo, ma anche atteggiamento. Entrambi hanno saputo calarsi nella realtà del campionato italiano con la giusta mentalità, accettando una sfida non banale in un momento della stagione dove ogni dettaglio può fare la differenza. Dietro, l’innesto di Vogliacco ha rappresentato una mossa mirata per aggiungere carattere e temperamento a una retroguardia che ha spesso pagato in termini di esperienza e malizia. Proveniente dal Genoa, il centrale ha avuto un impatto immediato prima che un infortunio, rimediato proprio contro la Juventus, lo mettesse momentaneamente fuori dai giochi.
Il suo stop ha però aperto spazio alla crescita di Leoni, giovanissimo ma già protagonista, valorizzato dall’arrivo in panchina di Cristian Chivu, che con lui ha saputo lavorare fin dai primi allenamenti. Più difficile, al momento, valutare l’apporto di Djuric, penalizzato da un lungo infortunio che lo ha tenuto fuori per due mesi, e di Lovik, centrocampista di prospettiva che ha visto il campo con il contagocce ma su cui si nutrono grandi speranze in ottica futura.
Il Parma, insomma, ha saputo sfruttare la sessione invernale per completarsi, aggiustare ciò che non funzionava e inserire elementi capaci di dare un’impronta. Ora servirà l’ultimo passo: capitalizzare questo lavoro e raggiungere una salvezza che, oggi, appare più vicina anche grazie al lavoro svolto dietro le quinte. Perché nei momenti delicati, sono spesso le scelte silenziose a fare la differenza.







