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Breda: "Tedesco uomo giusto per il Perugia. Salerno e Ascoli, giusto il reset"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 14:34Serie C
di Claudia Marrone

Breda: "Tedesco uomo giusto per il Perugia. Salerno e Ascoli, giusto il reset"

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Nel corso della diretta mattutina di A Tutta C, format di TMW Radio interamente dedicato al mondo della Serie C, è intervenuto mister Roberto Breda, con il quale è stato subito affrontato il tema legato a Perugia-Livorno, gara del Girone B di cui è doppio ex: "Le due formazioni vengono da percorsi diversi. Il Livorno, pur avendo una grande tradizione e un passato in Serie A, arriva dai campionati minori, mentre il Perugia, dopo la retrocessione dalla Serie B, fa fatica a ritrovare continuità. Piazze così importanti, quando non hanno un certo tipo di percorso, vivono tutto con maggiore pressione. E proprio Perugia ne è un esempio: anche Braglia, che è un allenatore esperto, ha trovato molte difficoltà. Giovanni Tedesco, invece, ha potuto lavorare poco, ma se c’è qualcuno che può trasmettere cosa significa vestire la maglia del Grifo, questo è proprio lui: è stato capitano e ha fatto la storia del club anche in Serie A. È una scelta che approvo, non solo perché con Giovanni ho giocato insieme a Salerno, ma anche perché rappresenta l’appartenenza alla società e perché ha fatto molto bene a Malta. Merita questa opportunità. Approvo anche il ritorno in società di Riccardo Gaucci e Novellino, due figure legate al grande Perugia del passato, ma anche molto competenti. Sarà una partita carica dal punto di vista emotivo, perché a Perugia c’è grande bisogno di entusiasmo". Circa le novità in casa Perugia, mi è sembrata un’'operazione nostalgia', come quella che abbiamo visto recentemente alla Sampdoria. Non è rischioso puntare su questo tipo di scelte? "Sembra una scelta simile, ma in realtà non lo è del tutto. Tedesco ha già un suo percorso da allenatore, con esperienze da primo in diverse piazze, Foti, alla Samp, è alla sua prima vera esperienza da tecnico principale. Ha sicuramente qualità, e lavorare con Mourinho lo ha fatto crescere, ma è chiaro che all’inizio può aver bisogno di tempo per sbagliare e imparare, ma farlo in un contesto come quello blucerchiato non è semplice". Anche a Perugia però il margine d’errore è minimo: il rischio è quello di perdere il professionismo. "Sì, ma chi accetta queste sfide sa bene che il rischio è alto. Penso a Tedesco: è alla sua prima esperienza in Serie C, e fare bene qui significherebbe tanto. È una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità. Però questo è il bello del nostro mestiere: accettare le sfide, anche quando il contesto è complicato, e credere sempre di poter far bene. Chi fa l’allenatore deve sempre credere di poter risolvere le situazioni. Le società perfette non esistono, in nessuna categoria. A volte ti trovi con rose che non puoi cambiare, come è successo recentemente con Tudor alla Juve, e devi lavorare con quello che hai". Andando ancora al suo passo, lo scorso anno ha vissuto nel complicato contesto della Salernitana. Dopo due retrocessioni che dalla A hanno portato alla C, è stato giusto ripartire da zero? "Sì, bisognava farlo. Serviva entusiasmo nuovo, facce nuove, caratteristiche diverse. Salerno è una piazza che pretende tanto e dà tanto, ma dopo due anni così serviva un reset totale per ricreare entusiasmo e fiducia. Certo, il Girone C poi è competitivo, non sarà una passeggiata, ma con continuità e forza nei momenti difficili si possono ottenere cose positive. Anche una sconfitta, come quella patita contro il Catania, può servire a far rimettere i piedi per terra. Se la si legge nel modo giusto, può diventare un passo avanti nella crescita del gruppo". A proposito di chi ha fatto pochi incidenti di percorso, ecco l’Ascoli e la sua difesa tra le meno battute d'Europa. Serviva anche qui ripartire da zero? "Sì, Ascoli è una piazza importante che aveva bisogno di ritrovare stabilità, soprattutto a livello di proprietà. In queste categorie servono investimenti, ma non sempre portano subito risultati. Quando poi il rapporto tra società e piazza si incrina, è difficile ripartire, e li era tutto compromesso, era diventato ingestibile". Una squadra che ha rivisto gli investimenti è il Vicenza, che ha ridotto il budget ma potrebbe fare come il Padova, che proprio così è riuscito a salire in Serie B. "Negli anni scorsi il Vicenza è stato anche sfortunato: perdere due finali playoff di fila non è facile da assorbire. Quest’anno hanno scelto un tecnico che ha già vinto e sa come trasmettere mentalità. Forse questo può aiutare, anche perché il girone, rispetto all’anno scorso, sembra meno competitivo". Ultima domanda, mister: sul suo futuro, che può dirci? "Nel nostro mestiere il futuro è sempre a breve termine. Ogni settimana si muove qualcosa, vedremo. L’importante è trovare il progetto giusto, anche se, a dirla tutta, nel calcio i progetti veri esistono raramente. Basta guardare la Juventus con Pirlo: una settimana era con la Primavera, la settimana dopo in prima squadra. La continuità è difficile da costruire, ma questo ti obbliga a metterti sempre in discussione, e alla fine è anche ciò che ti fa crescere"