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Paolo Cannavaro si racconta: "I paragoni con Fabio erano un macigno. Soffrì i fischi di Napoli"TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
Oggi alle 11:38Serie A
di Niccolò Righi

Paolo Cannavaro si racconta: "I paragoni con Fabio erano un macigno. Soffrì i fischi di Napoli"

Lunga intervista quella concessa a La Gazzetta dello Sport di Paolo Cannavaro, il quale ha ripercorso la propria carriera a partire dal rapporto con il fratello Fabio: “Crescere nella sua ombra è stato un macigno. Poi sa, stesso ruolo, tanti confronti. Per molti ero “l’altro Cannavaro”. Ma me ne sono sempre fregato e ho imparato a conviverci. A Parma per cinque partite abbiamo pure giocato insieme, un’emozione. Vivevo a casa sua. In quell’anno e mezzo ho imparato tanto, rubando da tutti con gli occhi. Mi stupiva Lilian Thuram, campione del mondo in carica, che dopo l’allenamento si fermava da solo a fare tecnica individuale per migliorare. Sono piccole cose che ti fanno capire la differenza tra un campione e un giocatore normale”. Sul ritorno al Napoli: “Dissi al mio procuratore di non prendere in considerazione altre offerte. Volevo solo il Napoli, non mi importava della categoria. Eravamo in B e salimmo subito. Il giorno della promozione, dopo il pareggio con il Genoa, scoppiai a piangere. L’episodio nel 2009? Fu momento brutto, una ferita che resta. Ero un bersaglio, proprio perché napoletano. Mi fischiarono tutto il tempo. E a fine partita esplosi: buttai una rimessa laterale nei distinti, scagliando la palla contro i tifosi. Ma non mi pento di niente, stavano attaccando un figlio della loro stessa città e non lo trovavo giusto”. Nel 2014 il nuovo addio: colpa di Benitez? “Ognuno fa le sue scelte. Lui scelse di smantellare la squadra precedente e rinnovare. Mi dispiace solo non aver avuto una chance per fargli cambiare idea, ma lui sa come la penso. Glielo dissi anche in faccia”. Sul Sassuolo: “Un posto magico, siamo partiti che eravamo ultimi e siamo arrivati in Europa League. Il mio sogno era chiudere a Napoli, ma sono stato felice di aver smesso in una squadra come il Sassuolo”.