Aston Villa-Bologna, creature di due dirigenti unici nel mondo del calcio come Monchi e Sartori

Questa sera tocca al Bologna inaugurare il proprio cammino nel maxi-girone di Europa League, con la replica di una sfida della scorsa Fase Campionato di Champions League, la partita sul campo dell'Aston Villa. E se un anno fa le cose hanno detto male a Vincenzo Italiano e alla sua squadra, piegata 2-0 sul manto del Villa Park nonostante una buona prestazione complessiva, stavolta c'è l'occasione per provare a far meglio. Anche perché i Villans non vivono un momento semplicissimo, avendo appena salutato colui che ha costruito la squadra. Sì, perché in fondo questa sera va in scena anche una sorta di sfida filosofica tra le creature speciali di due dirigenti definibili unici, a loro modo, nel panorama.

Monchi, lo Spagnolo nel Mondo - Da una parte l'Aston Villa, che risponde alla logica della colonizzazione spagnola del globo. O della sfera, se si vuole ridurre al solo mondo del calcio la battaglia ideologica di Monchi. Mago delle plusvalenze in quel di Siviglia, l'ex dirigente anche della Roma ha trapiantato il suo modus operandi a Birmingham, permettendo il radicarsi di una mentalità e di una folta presenza ispanica. Partendo dall'allenatore, colui che ha reso possibile tutto questo e che ha creato le condizioni per riportare l'Aston Villa in Europa dopo una lunga finestra di assenza dai palcoscenici che contano.

Sartori, l'Internazionale d'Italia - Dall'altro lato del fiume, un dirigente che non ha mai lasciato il suo paese d'origine a livello professionale ma che è costantemente proiettato verso il mondo esterno e una dimensione internazionale. Non può essere un caso se i migliori acquisti fatti da Sartori a Bologna sono arrivati tutti dall'estero: da Beukema a Zirkzee, passando per Calafiori, Ferguson e Ndoye, le principali stelle delle ultime stagioni rossoblù hanno dovuto valicare almeno un confine, per arrivare in Serie A. D'altronde è una strategia deliberata portata avanti con costanza e attenzione da uno dei dirigenti più quotati del panorama, che sta facendo come il vino buono, riuscendo a farsi apprezzare maggiormente (e dai più, finalmente) con il trascorrere degli anni.