Maldini: "Dopo il ritiro da calciatore la fama stava scemando, era bellissimo. Allenatore? Mai"

Paolo Maldini, ex direttore dell’area tecnica rossonera, è tornato a parlare ieri, ospite di Giacomo Poretti nel suo PoretCast. La differenza tra calciatore e dirigente è stata una delle sue prime considerazioni: “Tanta differenza, in un caso subisci il risultato nell’altra hai possibilità di determinare. Puoi solo parlare con i calciatori, per me era difficile. Io e Massara soffriamo entrambi, io però mi agitavo e lo stringevo. Quando sei in campo quando finisci sei a terra se perdi, se vinci hai tanta adrenalina. L'allenatore? Non lo farò mai, mio papà è stato allenatore, tra Italia, Parma e Foggia, non me lo sento mio. Anche se avendo avuto tanti allenatori ho appreso tante lezioni dai migliori, come Sacchi e Ancelotti, bisogna avere tanta voglia. Penso che ora più di prima l’allenatore deve saper gestire bene i ragazzi“.
Lo spogliatoio e Sacchi: “Noi calciatori siamo dei matti che si riescono a controllare. Per fortuna le cose che succedono restano nello spogliatoio. Ricordo? In Nazionale Ferrara, i Di Livio, Totti, “cazzari” veri. Ancelotti invece davvero simpatico, con la battuta sempre pronta. Sacchi? Non essendo stato calciatore ha studiato davvero tanto per arrivare a livelli altissimi, ha raggiunto vette importanti. Guardiola invece è un personaggio da studiare, riesce ad incidere in campo e fuori dal campo, ti plasma a 360 gradi”.
Il rapporto con la fama e la stampa: “Prima ero molto più introverso, facevo fatica a parlare, a rilasciare interviste. Essendo figlio di Cesare le aspettative erano altissime, sentivo sempre le classiche frasi. Poi sta a te usare questa pressione come stimolo per fare meglio o farti abbattere. Quando sei timido la fama non è una cosa che ti fa impazzire. A me piaceva fare le vacanze in Sardegna, dopo i Mondiali del 90 non potevo più e sono andato negli Stati Uniti. Quando ho finito di giocare, prima di tornare al Milan, la fama stava un po’ scemando ed era bellissimo… (ride ndr)“.
