Samp, Fredberg: "Contestazione fa parte del calcio. Vorrei essere giudicato per il mio lavoro"
“Le contestazioni fanno parte del mondo del calcio. Se le cose non vanno bene, una proprietà deve preventivarle. Per quanto mi riguarda, però, è un po’ più difficile da comprendere”. Il CEO dell’area sportiva della Sampdoria Jesper Fredberg parla così sulle colonne del Secolo XIX delle contestazioni da parte della tifoseria nei confronti suoi e del resto della dirigenza – il presidente Manfredi, l’investitore Tey e il suo uomo di fiducia Walker – che vanno avanti ormai da mesi: “ Perché io non sono il proprietario, non sono un investitore, non conoscevo nessuno di loro prima di essere chiamato alla Sampdoria, sono stato scelto in base al mio curriculum e vorrei essere giudicato, nel bene o nel male, esclusivamente per quelle che sono le mie competenze e il mio lavoro”.
Fredberg si sofferma anche sulle prestazioni che non sono quelle che ci si aspettava sottolineando come la delusione della dirigenza sia allineata a quella della piazza, ma non c’è una singola motivazione per quanto sta accadendo: “L’aspetto mentale è una parte, un altro è il peso del recente passato negativo. - spiega il dirigente blucerchiato - È stata poi un’estate corta per preparare la squadra, abbiamo cambiato l’allenatore dopo otto giornate e avuto tanti infortuni, anche di calciatori chiave. Tutti questi fattori combinati stanno incidendo sul nostro campionato”.
Il danese spiega però di non aver mai pensato alle dimissioni, che “arrendersi non è un’opzione” perché vuole finire il suo lavoro facendo crescere e migliorare.
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