Martorelli: "Rispetto per il Lecco, va tutelato. E ammesso in Serie B"


Giocondo Martorelli, agente e operatore di mercato, ha parlato in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com dei temi d'attualità del calcio italiano, a cominciare dal caso Lecco che sta tenendo banco tra Serie B e Serie C.
Partiamo dalla promozione del Lecco in Serie B, intanto sul campo: che Lecco è stato?
"Hanno fatto qualcosa di straordinario, di irripetibile penso, mai visto negli ultimi 50 anni. Erano partiti per salvarsi, a Foschi, entrato in squadra, era probabilmente stato chiesto questo, ma piano piano sono stati raggiunti notevoli risultati, che hanno portato a un secondo posto a pari merito con il Pordenone, divenuto terzo per gli scontri diretti. Ai playoff hanno disputato prestazioni straordinarie, battendo proprio i ramarri, il Cesena, il Foggia e prima ancora l'Ancona. Nessuno avrebbe puntato un euro su di loro, ma adesso quello che sta succedendo ora è qualcosa di quasi vergognoso e paradossale, è assurdo che il Lecco non possa partecipare alla prossima Serie B. Anche perché serve fare una precisazione: i playoff sono posticipati di 10 giorni, non per colpa del Lecco ma per colpa di club come il Siena, la finale è stata il 18 ed entro il 20 andava presentata domanda di iscrizione, e nessuno ha preso provvedimenti in tal senso, né Marani che avrebbe dovuto tutelare una sua creatura né i vertici più alti. Certo, delle responsabilità le ha pure il Lecco, magari nessuno si aspettava la Serie B e hanno avuto la leggerezza di non premunirsi per tempo per la questione stadio, risolta poi con il Padova: il Prefetto, che non era presente in città quando serviva la sua firma, ha però spedito la documentazione dell'impianto 12 ore dopo, ma tutto questo potrebbe causare danni economici a un club che invece le autorità dovrebbero avere come fiore all'occhiello. Il Lecco paga stipendi, tratta i giocatori come veri professionisti, cose che andrebbero tenute in considerazione. Questa situazione rischia di essere un neo, una macchia vergognosa per tutte le istituzioni federali, per altro a vantaggio di qualche club blasonato che può essere ripescato in B".
Soluzioni last minute per evitare questo triste scenario sono possibili?
"Me lo auguro, devono essere tutelati tutti i tifosi italiani, non solo quelli delle formazioni blasonati... del resto siamo stati i primi a condannare la SuperLega. Il Lecco ha vinto il campionato meritando tutto ciò, c'è da portare rispetto a tutti coloro che hanno contribuito a questo grande successo, c'è da portarlo alla città, ai tifosi, e mi auguro che Marani e le istituzioni trovi una soluzione".
Tra quelli che hanno contribuito a fare la storia, c'è mister Foschi, che oggi ha parlato ai nostri microfoni. C'era chi gli aveva dato del bollito...
"Foschi è stato bravissimo a entrare nella testa dei calciatori, anche di coloro che non giocavano, ha ricompattato un gruppo importante facendo poi qualcosa di straordinario. Grande merito ai calciatori che vanno in campo, ma il mister ci ha messo tanto del suo, molto più della percentuale che normalmente riconosco agli allenatori".
Il Lecco è stato per altro una squadra che ha dimostrato che si può far calcio senza spende cifre folli.
"Vigorito ha recentemente detto che, con 21 milioni spesi, è retrocesso in C, proprio a dimostrazione che non occorre sempre spendere tanto. Il Lecco lo ha dimostrato, prima ancora lo hanno fatto Cittadella, SudTirol... anche in piccole realtà si può fare calcio, facendo le cose giuste e avendo la qualità di prendere calciatori che sono adatta alla categoria in cui vanno a partecipare. Non ci si deve far prendere dal nome, ma dal reale valore dei calciatori. Questo è un po' un limite".
In Serie B, per contro, si fanno invece investimenti sempre più importanti...
"Chi investe maggiormente sono proprietà straniere, il campionato cadetto è comunque in crescita, oltre che interessantissimo, appassionante e seguito da tanti tifosi, ci sono molte piazze che hanno militato in Serie A. C'è qualità reale di valori, a dispetto di tanti disfattisti che vedono il calcio italiano come in declino. Non occorre bistrattare sempre il nostro calcio, l'unica pecca è la mancanza di una riforma, soprattutto per categorie come Serie B e C. Vanno riviste le regole, con quelle attuali calciatori come Grosso e Toni non sarebbero diventati campionati del mondo, perché non possiamo concentrarci sulle valorizzazioni, ma dovremmo seguire la strada della meritocrazia e del potenziamento delle strutture".
