Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / serie c / Interviste TC
INTERVISTA TC - Pres Trento: "Da raccattapalle a patron, per amore"
sabato 21 maggio 2022, 21:00Interviste TC
di Sebastian Donzella
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC - Pres Trento: "Da raccattapalle a patron, per amore"

Da raccattapalle a presidente, diventando imprenditore ma rimanendo sempre tifoso. Con la passione di chi, prima delle partite, prende i suoi per la gola (ma solo dal punto di vista culinario). Mauro Giacca, numero uno del Trento, non è un semplice patron. Come TuttoC.com ha scoperto in questa lunga intervista.

Salvi ai playout da neopromossi nell'anno del centenario. Un voto alla stagione.
"Un buon 7 perché l'obiettivo era la salvezza. Il nostro campionato è stato positivo, abbiamo avuto dei momenti di difficoltà come capita a tutte, dalla prima all'ultima, ma siamo stati bravi a reagire. Abbiamo scoperto che la tanto decantata quota salvezza a 40 punti non è poi così veritiera, dal momento che ne abbiamo raccolti 42 e abbiamo dovuto disputare comunque i playout. Con una sola lunghezza in più avremmo ottenuto la salvezza diretta ma è stato meglio così: nell'ultima gara dell'anno, quella che ci ha regalato la permanenza in Lega Pro, sugli spalti del "Briamasco" ho visto più di tremila persone. E parliamo di un playout, figuriamoci cosa potrebbe accadere in caso di playoff...".

Non ha avuto paura di una enorme beffa, visto che la Giana aveva chiuso esattamente a otto punti da voi, l'ultima quota utile per disputare i playout?
"Devo essere onesto: sono sempre stato tranquillo perché sapevo che, senza fare disastri, ci saremmo salvati. Infatti sul campo non c'è stata storia: abbiamo vinto sia all'andata che al ritorno, il Trento ha dimostrato un grande carattere. Certo, hai sempre un po' di paura dal momento che in due partite secche ti giochi tutto: ma abbiamo avuto sempre sensazioni positive. Spiace solo che, con quattro punti in più, avremmo addirittura disputato i playoff e che, per inesperienza, un po' di punti qua e là li abbiamo buttati: penso al pari della Triestina al 94' con loro in inferiorità numerica, i sei punti conquistati dal Legnago poi retrocesso, il gol annullato con la Pergolettese a mio dire ingiustamente. Però bisogna pensare che, alla fine, fortune e sfortune si equilibrano. Ma, ripeto: ero talmente convinto della compattezza della squadra che sentivo vicina la salvezza".

A proposito di playoff, il prossimo anno sarà quello giusto?
"Posso dire che in 2-3 anni vogliamo arrivare nelle zone d'alta classifica. Non sto promettendo la Serie B ma abbiamo una grande voglia di arrivare ai playoff. Per questo il mercato sarà diverso: non saremo più una neopromossa, potremo alzare l'asticella".

Questo significa rivoluzione?
"Andiamo con ordine. Non vogliamo buttare all'aria tutto, anche perché questa è stata una bellissima stagione in un girone difficilissimo. Basti pensare alla finale di Coppa tra Padova e Sudtirol, a quest'ultimo che va a vincere in Supercoppa a Bari, alla Feralpisalò grande protagonista ai playoff. Quindi abbiamo fatto bene, non c'è bisogno di rivoluzionare. Ma di migliorarci sì. L'anno scorso, con la riconferma di mister Parlato, abbiamo riconfermato anche molti giocatori che avevano vinto il campionato in Serie D: hanno dimostrato di saper stare in C e noi abbiamo voluto rispettare chi ci ha regalato un centenario da professionisti. Visti i risultati, è stato un bene. Adesso, però, saremo meno legati al passato e qualcosa potrà cambiare. In ogni caso il mercato lo farà il direttore sportivo in base alle indicazioni del mister".

Il vostro tecnico Lorenzo D'Anna sembra a un passo dalla riconferma.
"Con il mister abbiamo voglia di riconfermarci a vicenda: l'intenzione è quella di tenerlo con noi. Ci ha convinti, a un mese dalla fine del campionato, grazie alla sua voglia di mettersi in gioco. Ha ottenuto tre pareggi e tre vittorie, consentendo al Trento di rimanere in Lea Pro. Vorrebbe portare alcuni giocatori che conosce bene, ci saranno quindi dei cambiamenti ma anche delle conferme, anche di chi era in Serie D. Per esempio, ha rispolverato Galaffini, un ragazzo che nei playout è stato tra i migliori dopo essere rimasto a lungo in panchina".

I direttori Seeber e Gementi saranno ancora con voi?
"Le nostre intenzioni sono di continuare a lavorare con loro. Con Seeber dovremo capire quali strategie mettere in atto, dal momento che vogliamo alzare l'asticella. Quindi servirà maggiore attenzione verso marketing e settore giovanile, in modo da strutturarci al meglio tra i professionisti. Per questo esiste il progetto della Trento Academy e stiamo pensando, a tal proposito, a nuove figure da integrare in società in modo da aumentare il carisma del club.
Gementi si è saputo calare benissimo in questa realtà, sin da quando è venuto da noi in Eccellenza. La squadra che ha costruito non era affatto malvagia, siamo finiti ai playout a causa di una classifica compatta e di un po' d'inesperienza. Ma quest'anno il budget aumenterà, in modo da ambire, nel giro di un paio d'anni, alle posizioni di classifica che questa città merita". Ma abbiamo dimostrato con 3mila tifosi di quanto volevamo rimanere in C. Numeri altissimi per un playoff, questa città e questa provincia hanno a cuore la loro squadra.

Chi difficilmente andrà via è capitan Trainotti. Anche perché poi le toccherebbe licenziarlo anche dalla sua azienda…
“Andrea è un ragazzo molto umile. È un calciatore professionista ma sa anche adeguarsi alle fatiche che la vita gli porterà. Aver deciso di lavorare nella mia azienda da tesserato la reputo una scelta molto intelligente: ritengo giusto che il capitano possa trasmettere alla squadra la passione che si respira nell'azienda gestita dal presidente, la stessa che puoi ritrovare nelle oltre duecento imprese che condividono con noi questo progetto. La presenza di Trainotti in ufficio è una grande soddisfazione personale. Diciamo che è il nostro…Traino dall'azienda allo spogliatoio”.

Non osiamo metterci nei panni del capitano quando le cose non vanno bene…
“(ride NdR) In realtà è tutto molto semplice: se vince, lunedì arrivano le brioches in ufficio e beve il caffè dolce. Altrimenti, niente cornetti e porto via lo zucchero per tutta la settimana. Per sua fortuna il campionato è stato positivo, tranne per un periodo con 5-6 giornate di difficoltà all'inizio del girone di ritorno in cui ha dovuto bere un po' di caffè amari”.

Rimanendo in ambito culinario, sappiamo che oltre a caffè e brioche, vizia i suoi con la pizza…
“Il giorno prima delle partite ritiro due vassoi di pizzette da un nostro sponsor e le porto ai ragazzi, insieme a una dedica particolare che il capitano legge a tutta la squadra. Chi ha giocato e chi ha allenato qui gli ultimi anni dice che ‘Il Mauro Giacca porta le pizze’. È un rito importante per me e anche per la squadra: nello spogliatoio io sono una persona come tutti, quando esco da lì torno a essere il presidente. Sento la responsabilità che mi è stata data nel guidare la squadra e provo a far capire loro quanto il CdA, gli sponsor e i tifosi siano con loro in ogni momento, anche quando le cose vanno male. Penso che queste piccole cose abbiano aiutato la squadra nei momenti difficili, dando loro una mano a risollevarsi”.

Momenti difficili che, purtroppo, sono coincisi con i problemi personali del precedente mister, Carmine Parlato.
“Ringraziamo Carmine per aver guidato la squadra verso il professionismo. Ne avevamo bisogno e ci è riuscito. In questo campionato ha avuto un discreto girone d'andata, poi nel ritorno ha avuto un problema personale che lo ha portato ad assentarsi per oltre un mese, tra l'operazione e il recupero. Noi volevamo andare avanti con lui ma purtroppo il calcio è un po' come la scuola: quando manca il prof e c'è il supplente, gli studenti la prendono un po' alla leggera, anche inconsciamente. Mister Parlato è stato sempre disponibile, ha stretto i denti ed è andato avanti nonostante la gran fatica. Vederlo andare a Lecco sofferente e vedere che la squadra in sette minuti prende due gol, ci ha fatto capire che la squadra aveva avuto un calo di mentalità. Quindi, seppur a malincuore, abbiamo deciso di cambiare: io ho un’azienda nel ramo elettrico e, per questo, dico che abbiamo deciso di ridare tensione alla cabina, abbiamo dato quella scossa necessaria per svegliare la squadra. Ma ci tengo a dire che mister D’Anna è arrivato in uno spogliatoio unito e compatto come pochi, grazie all’enorme lavoro fatto dal precedente allenatore. Per tutti questi motivi continueremo a essere sempre grati a Carmine Parlato".

Torniamo a lei. Abbiamo detto che è presidente, imprenditore, tifoso, portapizze e motivatore. C’è altro?
“Non so se valga come lavoro ma da piccolino, per il Trento, sono stato anche raccattapalle. Sono del ’71: a cinque-sei anni papà mi portava allo stadio, eravamo in 5-6mila. Anni importanti, per la prima volta la squadra era in C1 e di fronte vi erano team dal grande fascino: ricordo ancora le sfide al Lanerossi Vicenza. A un certo punto iniziai a fare il raccattapalle: ero amatissimo dal portiere dell’epoca, Bicio Paese. Era il mio idolo, iniziai a fare il portiere seguendo le sue orme ma arrivai fino all'Eccellenza, mai nel Trento. Adesso, dopo tanti anni, mi piacerebbe riportarlo nel suo stadio: so che vive a Verona, nella nuova stagione lo inviterò sicuramente sugli spalti: so già che per me sarà una grande emozione”.

In Serie C nell’anno del centenario. E pensare che un paio d’anni fa eravate retrocessi in Eccellenza…
“Tutto nacque nel 2014: il club era in Promozione e stava per fallire, decisi di prenderlo per fare qualcosa per il territorio e, onestamente, anche per me, visto il tifo che ho sempre avuto per questa squadra. All’inizio mi toccò incantare i serpenti: non era facile convincere le persone che avrei portato entro il centenario il club in C. Era un periodo di crisi, in più a Trento c'erano volley e basket in Serie A, il calcio era finito un po' nel dimenticatoio con tanti alti e bassi. Iniziammo la scalata, con il salto in Eccellenza dopo due stagioni, poi la Serie D e, dopo una salvezza, la retrocessione. Sembrava durissima ma siamo ripartiti con convinzione: e così, doppia promozione e quel sogno di tornare tra i professionisti nell’anno del centenario si è avverato davvero. Il Trento è stata una pecora nera per anni, adesso è una pecora nera sbiancata. E puntiamo a sbiancarla sempre di più”.

Il momento più bello dell’anno?
“Il Briamasco pieno e felice. Il derby di sera è stato fenomenale: se non ci fosse stato l’obbligo di lasciare libero il 25% dello stadio causa Covid, avremmo fatto il pienone. Anche contro la Giana è stato davvero bello vedere tutte quelle persone sugli spalti. Mi piacerebbe tornare ai numeri di una volta, magari già nel prossimo campionato viste anche le tante squadre blasonate che ci saranno: Novara, Juventus, Lecco, Triestina, Piacenza, Mantova, Pordenone, Alessandria, Padova, Vicenza e qualcuna sicuro la sto dimenticando. A oggi, sulla carta, è un girone micidiale. Poi magari una salirà in B e il Vicenza verrà ripescato, però intanto è un girone incredibile”.

Di sicuro non ci sarà più il derby col Sudtirol…
“Abbiamo fatto tanta fatica per arrivare a prendere i nostri cugini e poi ci hanno fatto questo scherzo (ride NdR). Tra di noi ci vogliamo bene, siamo stati trattati benissimo a Bolzano e lo stesso credo che possano dirlo anche loro. Mi spiace che mi son scappati ma sono contentissimo per loro: sono sicuro che porteranno una grande eleganza in cadetteria.
L'ambizione sarebbe quella di andare a prenderli: non voglio che tornino in C, anzi ho detto loro se col gancetto ci portano in Serie B (ride NdR). Siamo due società pulite, serie, appassionate. In questa regione abbiamo fatto grandi passi avanti negli ultimi anni e ci siamo anche avvicinati molto tra società. La loro cadetteria sarà una grande fortuna per noi: gli errori che faranno, noi non li faremo perché sono sicuro che loro ce li spiegheranno. Proprio ieri il presidente mi ha scritto una bellissima lettera per felicitarsi della salvezza: chapeau a loro".

Certo che se paragoniamo le strutture del Sudtirol e le vostre non c’è di che vantarsi…
“Loro hanno un paio di centri sportivi per il calcio incredibili, noi nemmeno uno. Un paradosso, considerando che in Sudtirol il pallone viene dopo l’hockey e lo sci mentre noi siamo molto adrenalinici sulle questioni calcistiche. Diciamo che politicamente, negli scorsi anni, sono state fatte scelte differenti ma, per fortuna, la Provincia e il Comune adesso stanno spingendo tanto per realizzare il centro sportivo: al di là del Trento in C, sarebbe un punto di riferimento per l’intero mondo calcistico della zona. Penso che ce lo meritiamo, questa zona ha dimostrato di saper organizzare e vivere grandi eventi: ieri il mega-concerto di Vasco, con 120mila persone, è andato benissimo, un evento stratosferico. Provincia e Comune hanno una bella visione su come rendere grande la zona e credo che il calcio rientri in questa visione. E poi, prendiamola con filosofia: il ritardo ultradecennale nella costruzione del centro sportivo permetterà di usufruire delle tecnologie migliori”.

Chiusura sul futuro della Lega Pro. Come la migliorerebbe?
“Rendendo il VAR obbligatorio in tutte le gare della stagione. So che verrà provato nelle ultime gare dei playoff e il presidente Ghirelli sta spingendo tanto verso questa direzione. Credo, inoltre, che sia molto utile continuare a controllare con grande serietà i conti delle società: i controlli della Covisoc nei nostri confronti sono stati molto fiscali ma anche molto costruttivi. E questo mi è molto piaciuto perché le normative vanno sempre rispettate anche se economicamente certe spese pesano. Auspico che alcuni colleghi non facciano il passo più lungo della gamba, per evitare di entrare in crisi a campionato in corso: per i calciatori questo è un lavoro e per questo bisogna sempre pagarlo. Noi, per questo, alzeremo l’asticella ma sempre con tranquillità e responsabilità”.